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U STAGLIU ...

di Vincenzo Serra

Iotta 1962 trebbiatura

(Trebbiatura in contrada Iotta di San Marco Argentanoa anno 1962 per gentile concessione del sig. Michele Guaglianone)

"U stagliu" è stato una particolare forma di abbonamento concordato (non scritto, ma sulla parola) fra agricoltori e artigiani per alcuni servizi. La durata era annuale ed il compenso, da corrispondere in una unica soluzione al momento del raccolto (indicativamente agosto), era costituito da prodotti agricoli come il grano che poteva essere integrato da legumi o frutta secca (noci, fichi, mandorle), raramente dall'olio ritenuto un prodotto pregiato.
Fra le diverse attivitàper le quali era praticato "u staglio" spiccava quella del maniscalco necessaria per poter tenere sempre con le zampe ferrate gli animali da lavoro, come pure era importante anche la molatura degli strumenti di lavoro come falce, falcette, roncole, scuri, aratri, zappe e anche la revisione di carri e di attrezzature più complesse.
Il ricorso "aru stagliu" poteva riguardare anche attività non rigorosamente legate al lavoro agricolo, come calzolai, sarti, barbieri, stagnini, tenendo presente che la quasi totalità delle attività coinvolte "'ntu stagliu", abitualmente, si concentrava in interventi di manutenzioni e riparazioni limitando ad una quota minima rifacimenti a nuovo o acquisti di nuovi atrrezzi o prodotti, richiedendo questi casi accordi dettagliati e personalizzati, come poteva essere il caso del sarto con il quale, per esempio, era necessario, fra l'altro, decidere se la stoffa la portava il cliente o era di competenza dell'artigiano ed in questo caso il tipo di stoffa.
"u stagliu" poteva interessare anche prestazioni periodiche o cadenzate, come per i barbieri, i quali offrivano una barba settimanale e un taglio di capelli mensile o come per gli stagnini che garantivano la stagnatura stagionale del rame domestico o la sistemazione di ricipienti di latta tappando con cocci di stagno dei piccoli buchi o riattaccando manici o coperchi dissaldati.
Da ricordare che in quel periodo ogni famiglia contadina aveva una dotazione di rame domestico (come l'utensileria da cucina) particolarmente adatto alle cotture con fuoco a legna e che necessitava di una stagnatura almeno annuale, anche se si usavano recipienti artigianali di latta prodotti dagli stessi stagnini per il trasporto o la semplice conservazione di liquidi o cereali. Poteva capitare che, pur continuando ad essere in ottimo stato, andassero incontro ad qualche dissaldatura o buco che potevano essere facilmente risistemati da uno stagnino.
Il prezzo "du stagliu" era determinato da usanze ben consolidate che nel tempo avevano portato ad un giusto equilibrio fra le prestazioni ed il loro costo.
Questa forma di contratto è stata a lungo vitale per l'attività agricola, per la realtà stessa del mondo agricolo, dove gli operatori non conoscevano fame e freddo ma soffrivano una continua penuria di danaro. Un detto molto diffuso recitava: "i sordi nun sapimu nemmenu cumi su fatti, ma pane e fuocu nun mancanu mai"). L'assenza di liquidità rischiava, per alcuni coltivatori, la paralisi dal momento che solo per iniziare i lavori era necessario avere almeno animali ed attrezzi di lavoro pronti ed efficienti.
A risolvere questo problema dava una mano "u stagliu" che, pur in assenza di contanti, metteva a servizio dell'attività agricola dall'inizio fino al raccolto il personale necessario e competente. Questo sistema presentava delle convenienze anche per gli artigiani che avevano la possibilità di poter lavorare ed assicurarsi delle provviste per il futuro ed in particolare per l'inverno.
Come si può ben capire "u stagliu" era strettamente legato alla realta economica dei suoi ricorrenti, per cui man mano che cresceva il benessere di quella società diminuiva il suo peso e la sua necessità e di conseguenza diventava sempre meno pressante il bisogno al suo ricorso. Ma come accadde per tante altre consuetutdini e sistemi di vita presenti da tempi remoti e saldamente radicati, anche il nostro "stagliu" è stato spazzato via da quel fenomeno che è stato l'emigrazione di massa in Europa e nel nord Italia.
Mi ècapitato di sentire fare confusione fra "u stagliu" e "a cridenza" (cumprà a cridenza) anche se la differenza fra le due cose è molto chiara. Come sopra detto "u stagliu" riguarda il mondo aricolo e sostanzialmente è un abbonamento pagabile in natura per servizi da usufruire e si paga indipendentemente che questi servizi si godano o meno. "A cridenza" (debito su fiducia) vale per tutti i cittadini ed è semplicemente un pagamento in moneta dilazionato per beni già acquistati o servizi già goduti e poco importa se "a cridenza" (debito su fiducia) il pagamento viene posticipato al verificarsi di eventi economici (riscossione dello stipendio o pensione, vendita di bestiame o raccolto).


Milano, 9 febbraio 2025

Vincenzo Serra

Vincenzo Serra è nato a San Marco Argentano, dove ha studiato presso il locale Istituto per Ragionieri. I suoi racconti sono puntuali relazioni sulla vita negli anni Cinquanta nelle borgate rurali, frutto di conoscenze dirette e di memorie tramandate da persone più anziane, utili a chi vuole conoscere aspetti culturali e socio-economico a volte sconosciuti.


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