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GENEALOGIE


SERRA DA SAN FILI

Vedi sotto l'albero genealogico con la nuova aggiunta di un ulteriore ramo sammarchese

Stato civile Antonio Serra e 
			Anna Leone San Fili 1839

Il cognome di oggi, presente a San Marco con i discendenti di tre diversi ceppi * originari di San Fili, Rogliano e Cervicati, è uno dei cognomi maggiormente diffusi in Italia, in particolar modo in Sardegna e in Piemonte. L'etimologia è legata ai monti e più precisamente alle catene montuose che appaiono come i denti di una 'serra', nome che trae origine dal latino. L'italiano serra e ancor più lo spagnolo sierra indicano tali zone montuose e alcuni comuni hanno questa denominazione accompagnata da nomi diversi. Montserrat è senz'altro quella che racchiude in sè il significato originario. In Calabria le Serre Cosentine, Serra d'Aiello, Serrastretta, Serra San Bruno sono alcuni esempi dell'utilizzo di questo termine. Anche a San Marco abbiamo alcuni toponimi come Serra Madamma, Serra dell'Ospedale, Serra d'aima ( l'aima era l'avena, impropriamente tradotta in Serra d'asino), dove la parola 'serra' indica un rilievo, una collina. Nella provincia di Cosenza il cognome è maggiormente presente nei comuni di Cosenza, Acri, Rossano e San Marco Argentano.
Nella mappa genealogica sotto riportata si possono vedere l'origine geografica e lo spostamento in altri comuni dei portatori di questo cognome negli anni che vanno dal Settecento ai primi del Novecento.
Alcuni si chiederanno il motivo della meticolosa ricerca riguardante ciascun membro della genealogia, non solo nel caso Serra, ma anche per altri cognomi pubblicati su questa rubrica. Il motivo è semplice: tramite questi dati siamo in grado di determinare epoche e luoghi di trasferimento, livelli di mortalità, fattori di sviluppo o di impoverimento e via dicendo.
Un esempio di questa 'puntigliosa' scrittura è offerto dal ceppo Serra proveniente da San Fili. Intanto, grazie a documenti parrocchiali risalenti al XVIII secolo, trascritti in epoca successiva per fini matrimoniali, scopriamo, ad esempio, che San Fili è la riduzione del nome San Felice, cosa che ci aiuta anche a capire l'attribuzione del cognome Filici, impropriamente attribuito alla felci (i filici). Un secondo, importante apporto ci viene dalla lettura delle contrade riportate nei vari documenti. Nel caso del capostipite Gaetano (tale lo consideriamo in quanto del padre Francesco, tranne la data della sua morte e l'età, ignoriamo tutto) leggiamo che abitava con la moglie Maddalena Cirillo e i figli nel quartiere del Carmine. Dagli atti di matrimonio dei due figli, scopriamo che costoro, di nome Saverio e Antonio, andarono ad abitare in località Cozzo di Jorio (oggi via Jorio). Del primo non abbiamo fatto ulteriori indagini, ma da una lettura superficiale dei documenti d'archivio sappiamo che la coppia ebbe figli a San Fili, che ho ritenuto di non trascrivere perché ininfluenti, mentre del secondo, Antonio Serra, ho cercato ogni dato utile visto che egli è il progenitore del ramo che scelse San Marco come luogo di residenza.
Antonio Serra era nato nel 1812 e dopo il matrimonio con Anna Leone, avvenuto a San Fili nel 1839, scopriamo dalle nascite dei figli che la coppia aveva cambiato frequentemente domicilio, passando dalla casa paterna di via del Carmine alla contrade Coste, San Giovanni, Destre, la Croce, in un periodo che val dal 1840 al 1852. Antonio era bracciale, quindi i suoi spostamenti indicano che egli fu a servizio di diversi proprietari terrieri o che ebbe terre in affitto. Negli anni tra il 1852 e il 1855 si trasferì con la moglie e cinque figli da San Fili a Cervicati dove nacque il sesto figlio, Michele. La loro permanenza a Cervicati fu di breve durata; è documentato il loro trasferimento a San Marco dall'atto di morte di Michele e dalla nascita di Angelo Michele nel 1858. Gli spostamenti da San Fili a Cervicati e subito dopo a San Marco dimostrano una ricerca di situazioni economiche più favorevoli o vantaggiose. A San Marco, prima di Antonio, erano giunte altre famiglie da San Fili e non è escluso, come accadde in altri casi, che esse siano state il tramite per l'arrivo di Antonio Serra.
Ritornando alla mia 'maniacale' ricerca di dati, grazie ad essa, cercando di scoprire il seguito della vita di Angelo Michele, la cui nascita avvenne nel quartiere della Riforma, ho scoperto che il bambino era morto l'anno successivo nella strada detta le Casette, attigua alla Riforma e oggi chiamata via del Colle, che era il luogo dove Antonio e la famiglia andarono ad abitare dopo il loro trasferimento da Cervicati.
Il quartiere delle Casette era sorto dopo il 1826 per favorire coloro che venivano a vendere i prodotti alle due fiere, quella del Crocifisso o di marzo e quella di Sant'Antonio di Padova. Intorno a tale insediamento in seguito erano sorte altre abitazioni, che accoglieranno i nuovi arrivati formando negli anni un nuovo quartiere detto Borgo Nuovo, corrispondente alla parte terminale di via XX settembre inclusa la zona a monte sul lato destro.
Qui la famiglia di Antonio e Anna leone visse fino al 1862, anno in cui nacque l'ultimo figlio, Federico. Dopo un lasso di tempo di tredici anni, durante i quali non abbiamo notizie di essa, nel 1875 si sposarono due figli, Raffaele e Santo Benedetto, entrambi nati a San Fili e residenti a San Marco da circa venti anni. Raffele si sposò con Risolia Lippo di Ioggi e abitò nella contrada Pianette di Santa Caterina, dove nacque il figlio Antonio. Santo Benedetto, invece, dopo il matrimonio con Giuseppina Gualtieri, una ragazza di Figline residente a San Marco, si stabilirà a Valle della Sala, dove nacquero i suoi sette figli, Antonio, Maria Concetta, Luigi Antonio, Pietro Maria, Eugenio, Eluisa Filomena e Rosina Maddalena, in un arco di anni dal 1877 al 1892. Tutti si sposarono a San Marco Argentano (tranne Antonio morto all'età di due anni). Dalle nascite dei rispettivi figli sappiamo dove ciascuna coppia andò a vivere: Rinigli, Chiararia, Fruscette, mentre Luigi Antonio con la moglie Maria Morelli continuerà ad abitare per alcuni anni a Valle Sala, per trasferirsi poi nel 1909 a Fraccicco, dove, a conclusione di questo lungo percorso iniziato con Antonio, morirà Santo Benedetto, nel 1920, all'età di sessantotto anni. Sul suo certificato di morte la professione svolta in vita non sarà più quella di bracciale, ma sarà indicata la sua nuova condizione socio-economica con la voce 'possidente', segno che finalmente era riuscito a comprare un pezzo di quelle terre per le quali aveva duramente sudato.
Di Antonio e Anna Leone non ho trovato gli atti di morte, per cui ritengo che dopo la permanenza a San Marco testimoniata fino al 1875, anno del matrimonio dei figli, si siano trasferiti altrove. Per quante ricerche abbia fatto, anche nei registri di paesi in cui avevano all'origine, o avevano stabilito in seguito, qualche legame, non sono riuscito a completare il loro lungo e proficuo percorso di vita.
A pubblicazione avvenuta ho trovato che un ceppo a suo tempo considerato da me minoritario, era riconducibile al presente albero. Tale ceppo facente capo a Carmine Francesco, figlio di Gaetano e Anna Leone, a seguito di matrimonio si sviluppò a Ioggi di Santa Caterina, ma successivamente di trasferì nel nostro comune, ove tuttora vivono i discendenti.

Si veda anche SERRA DA ROGLIANO E DA CERVICATI.

S.Marco Argentano, 28 giugno 2024 (aggiornato il 29 giugno con l'inserimento del ramo Carmine Francesco-M.Domenica Albano di Ioggi)

Paolo Chiaselotti

* L'utilizzo del termine ceppo è improprio poiché con esso si indicano discendenti con un'origine comune, tuttavia viene talvolta usato anche per indicare portatori dello stesso cognome.

Serra da San Fili


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