di Giancarlo Chianelli Parenti e amici in occasione di un battesimo - San Marco A. 1971 La storia che sto per raccontare riguarda un termine, una figura, che per molti giovani è quasi sconosciuta, per chi, come me, ha oltre cinquant'anni, ricorda benissimo il termine e il ruolo che la stessa aveva in passato. Prima di addentrarmi nell'argomento, vorrei fare una premessa. Immaginate oggi senza lo smartphone e tutti i social, l'auto, la disponibilità economica, come sarebbe possibile interagire con un'altra persona, iniziare una relazione, o conoscere qualcuno dall'altra parte del mondo? Tutto ciò un tempo era racchiuso in colui che a seconda delle circostanze indossava i panni del " 'mmasciaturu ". Entriamo in merito; mio padre raramente era disponibile nel farsi fardello di tale compito, sia per la sua indole riservata e sia per evitare eventuali incomprensioni, tutto ciò nonostante era protetto dal famoso detto: " ' u mmasciaturu un porta mai capu rutta ". Così in quella circostanza sotto le continue suppliche di un cugino di mia madre, cedette e passò agli atti. In contrada Spinetto, una volta più "popolosa", un giovane cugino di mia madre, con il classico amore a prima vista, si invaghì di una ragazza la quale abitava nel vicinato, vista per la prima volta una sera all'imbrunire intenta a recuperare il bucato messo ad asciugare. Come già detto, dopo tanta insistenza e individuata la leggiadra pulzella, una sera con il favore delle tenebre mio padre e il giovane decisero di rendere visita presso la famiglia della ragazza. Va detto che mio padre conosceva benissimo il padre, suo coetaneo; il legame di rispetto e amicizia rendeva la missione ancora più complicata. Chi, come me, ha qualche anno, sa benissimo che quando si aveva una figlia oramai donna, nel momento in cui si presentava una persona matura in compagnia di un giovane, con un pretesto qualsiasi (acquisto di bestiame, cereali ecc..), era esplicitamente chiaro che l'intento era ben altro. Così i due arrivarono presso la famiglia, vennero accolti con tutti i convenevoli che si usavano, subito prepararono una tavola imbandita, si discusse ecc.. Il ruolo primario lo facevano il capofamiglia e mio padre, i giovani rimanevano distanti, soltanto qualche sguardo discreto, alla fine toccava mettere le carte in tavola spiegando che il giovane era seriamente interessato alla ragazza e così il ghiaccio era rotto. Così fu, dopo i convenevoli di rito decisero di prendersi qualche giorno di riflessione (una formalità) e che domenica al mercato 'mmasciaturu e padre della ragazza si sarebbero incontrati per comunicare la decisione della stessa e eventualmente dare inizio all'ufficiale fidanzamento. La serata era terminata, mio padre e il cugino salutarono ringraziando per tutto e si avviarono verso casa. Durante il rientro il ragazzo subito disse a mio padre che la ragazza in questione non era quella, in realtà con il buio non era riuscito a capire esattamente dove abitava la ragazza che recuperava il bucato, per di più lei aveva i capelli neri e lunghi, fisico da modella mentre quella della serata era completamente diversa. Vi lascio immaginare la delusione del giovane, e l'imbarazzo di mio padre sapendo che domenica si sarebbe dovuto presentarsi all'appuntamento per la risposta, tuttavia perdonò il giovane della stupidaggine fatta essendo originario di un'altra contrada e emigrato in Germania. Oramai la frittata era fatta, domenica papà spiega il brutto malinteso al papà della ragazza, gli fa le sue scuse, spiega che la ragazza in questione era la figlia del suo vicino e si congeda con la comprensione del padre e il rammarico di sua figlia la quale sarebbe stata consenziente. Fine della storia, da quella volta mio padre non vestì più i panni du 'mmasciaturu, e il giovane oggi oltre sessantenne non si sposò mai. Losanna, 26 gennaio 2023 Giancarlo Chianelli Un altro racconto: Una giornata al Pettoruto In alto processione dinanzi al Santuario (dal sito della Diocesi di San Marco Argentano-Scalea) |
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