SPACCAROTELLA
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Questo cognome così particolare, che richiama alla mente l'idea di forza,
proviene dai centri costieri di Cetraro e Guardia Piemontese, dove il cognome risulta
registrato negli atti dello stato civile di quei comuni fin dalla loro istituzione
(1809).
È opportuno rilevare che il cognome, nella maggior parte dei casi, fu trascritto
nei suddetti comuni nella forma Spaccarotella, ma anche e frequentemente Spaccaratolla,
e occasionalmente anche con altre varianti minori. A San Marco esso compare sempre
come Spaccarotella e in due casi con una "i" finale.
A San Marco fin dai primi anni dell'Ottocento troviamo famiglie con questo cognome:
la prima registrazione di nascita risale al 1810, anno in cui nacque in località
Ragapiedi Domenico Maria Spaccarotella, figlio di Gaetano e di Brigida Ruberto.
Quattro anni dopo, a gennaio del 1814, vengono registrate due nascite da padri con
lo stesso cognome Spaccarotella, una è figlia di Gaetano, l'altra di Antonio
e Arcangela Noce domiciliati in località Pellara. Antonio e Gaetano sono
fratelli, figli di Giambattista e di Angela Occhiuzzo. Un altro fratello di nome
Gioacchino forse era già presente a San Marco prima degli altri due. Di lui
abbiamo notizie indirette dal matrimonio di una figlia e di un figlio, nel 1818
e nel 1826.
Negli anni successivi al 1820 è documentata la presenza di un altro ceppo
Spaccarotella, i cui capostipiti sono Fedele e Brigida Pepe (o Occhiuzzi). Un figlio,
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Cristofalo, sposatosi a Guardia con Maria Luisa Tripicchio, dopo alcuni anni si
trasferirà con moglie e due figli a San Marco, dove nasceranno quattro figli.
Un secondo figlio di Fedele, Filippo, si sposerà con una donna di Serra di
Leo: il primogenito, Luigi, nasce nel 1824 a Tarsia. Luigi fu l'unico sopravvissuto
alla terribile epidemia che colpì le nostre zone nel 1831: in quell'anno
gli morirono il padre Filippo, la madre Serafina Stamile, la sorella Maria Raffaela
di un anno. Un altro fratello, anch'egli di un anno, era morto l'anno precedente.
Insomma Luigi Spaccarotella rimase orfano e senza famiglia all'età di sette anni!
Fu probabilmente cresciuto dallo zio Cristofaro o da Agostino entrambi con casa
al quartiere Puzzillo (attuale via Tarrutenio). Luigi si sposò nel 1849 a San Marco
con Domenica Giglio di Fagnano e, a quanto ci risulta, ebbe un solo figlio, Giuseppe,
nato nel 1855 a San Marco. Giuseppe si sposò con Angiolina Canonaco e gli
sposi andarono ad abitare a Sacramento-Riforma, dove nacquero i figli Rosina nel
1883, Luigi nel 1886, Paolo nel 1888, Maria Domenica Saveria nel 1894, Francesco
nel 1894, Lucia nel 1897, Antonio nel 1900, Luigina nel 1902.
In quanto al significato del cognome, presente essenzialmente in Calabria, considerando
i luoghi di provenienza e l'epoca della documentazione, esso potrebbe trarre origine
da un nome o cognome straniero o da una grande forza fisica o da un'attività
difficile da stabilire.
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Va precisato che trattandosi di un cognome risalente almeno alla fine del Settecento,
la parola rotella o rutella indicava la rotula del ginocchio, un piccolo scudo rotondo,
la rotella del fuso, la ruota pirotecnica. In ogni caso il verbo spaccare a qualunque
di esse (o altri strumenti) si riferisse, è indicativo di forza. Se la parola
rotella si riferiva alla ruota dei fuochi pirotecnici non possiamo escludere che
il verbo possa essere stato alterato da spararotella in spaccarotella. Non possiamo
neppure escludere la derivazione da un soprannome derivante da atti di devozione,
come recarsi in chiesa in ginocchio. Tuttavia, considerando l'area di provenienza,
località costiere abitate per la maggioranza da popolazioni provenienti dalle
valli valdesi poste a guardia delle frequenti incursioni di pirati saraceni, non
escluderei una volgarizzazione di nomi di persone o luoghi di origine, altrimenti
impronunciabili. Voglio solo ricordare che qualcosa di simile era avvenuto molti
secoli addietro con un tal Jaufré Rudel, trovatore occitano, qui chiamato
Giuffredo Rodello ...
E se proprio dovessimo pensare alla forza, l'idea di gente che lancia pesanti sassi
dall'alto dei borghi abitati contro
assalitori che si proteggono con scudi è quantomeno
affascinante!
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Un'ultima derivazione potrebbe essere quella dal gioco della trottola, composta da uno spago e
da una rotella con perno, per cui "spacu e rutella" potrebbe individuare chi si dilettava
in questo gioco, detto comunemente "strummulu", che tra le varianti aveva quella di
spaccare con un lancio violento la rotella dell'avversario.
Maggiori informazioni sulla genealogia delle famiglie si trovano sul sito
L'Ottocento dietro l'angolo.
San Marco Argentano, 9 ottobre 2017
E scusatemi se ... ho rotto!