SCORZO-SCORZA Quasi un secolo e mezzo fa, il quindici luglio del 1875, moriva a San Marco nella propria casa in via Negroni al numero civico 7 dell'epoca -oggi corrispondente all'imbocco di via Roma- Filippina Scorzo di anni 37, lasciando il marito Giuseppe Rio e una figlia di quattro mesi che morirà il giorno successivo. Maria Cristina Filippina Scorzo, questo era il suo nome completo, era nata nel 1833 da una coppia di Cetraro residente a San Marco: I genitori si chiamavano Angelo Scorzo e Maria Giovanna Quintieri. Sappiamo anche i nomi degli avi, Francesco Scorzo e Marianna Carrozzino, vissuti nell'ultimo quarto del diciottesimo secolo. Bene, questi dati, ricavati dagli archivi di stato e da quelli del comune, si "interfacciano" (scusate l'uso di un verbo, non casuale, che ricorda molto l'interfaccia informatica) con altri riguardanti un Gioacchino e un Filippo aventi lo stesso cognome, i quali, dai documenti consultati, risultano entrambi figli di quei capostipiti anzidetti: Francesco Scorzo e Marianna Carrozzino. Dunque, i fratelli Angelo, Gioacchino e Filippo, tutti nati a Cetraro agli inizi dell'Ottocento, si trasferirono a San Marco dove si sposarono rispettivamente con Maria Giovanna Quintieri, Maria Rosaria Gagliardi e Maria Rosa Spaccarotella. Tutti erano bracciali e, come in altri casi in cui i componenti di una stessa famiglia abitano nella stessa zona, sappiamo che i fratelli abitarono nella contrada Valentoni, come risulta dai certificati di morte. Il luogo di residenza ci dà un'ulteriore informazione: sapendo a chi appartenevano le proprietà ubicate in quella contrada, ne deduciamo che i tre fratelli vennero da Cetraro per coltivare le terre della famiglia Selvaggi. Non è un caso che la residenza di un figlio di Gioacchino, Salvatore, negli anni Settanta dell'Ottocento, risulta in contrada Coppolillo, dove attualmente esiste una casina rurale di detta famiglia, oggi casina Tommaso. Dei tre fratelli chi diede discendenza e storia al ceppo familiare fu proprio Gioacchino. Egli e la moglie Maria Rosaria Guagliardi, nativa di Paola, ebbero sei figli, di cui due morti prematuramente, e una figlia. Due saranno i figli i cui discendenti giungeranno fino ai nostri giorni: Francesco Pasquale (chiamato comunemente con il secondo nome) e Francesco, nati rispettivamente nel 1836 e nel 1844 nella predetta contrada Valentoni. La progenie si diramerà in un intreccio parentale che porterà alcuni Scorzo a non riconoscersi più nel progenitore comune, anche perché Pasquale si sposò tre volte. Di fatto Pasquale ebbe la maggiore discendenza dalla seconda moglie Maria Giuseppa Grosso attraverso i figli Angelo e Gaetano. Francesco sposatosi con Maria Francesca Falbo ebbe essenzialmente nel figlio Luigi il prosecutore della dinastia. Il signore nella foto, scattata in contrada Coppolillo negli anni Sessanta, è un figlio di Luigi. La madre si chiamava Rosina Spaccarotella, del cui albero genealogico abbiamo già parlato in questa rubrica. Dall'esame dei dati raccolti e incrociati fra loro, oltre alle discendenze, ho trovato che i congiunti appartenevano a famiglie che in qualche modo avevano un legame parentale, una comune origine geografica e spesso entrambi. Il fatto si spiega, in molti casi, con i vincoli preesistenti nella cerchia sociale dei diversi ceppi familiari e con la conseguente garanzia che il matrimonio sarebbe andato a buon fine. In altre occasioni ho avuto modo di rilevare come la comune provenienza dai centri costieri tirrenici e le origini etimologiche di alcuni cognomi inducevano a concludere che tra le occasioni di unioni entravano anche lontane origini religiose valdesi. Osservando i cognomi che compaiono dell'albero genealogico Scorzo, trovo ad esempio le famiglie Ricca e Falbo di Paola, tra loro imparentate, e i cognomi Guagliardi, Grosso, Spaccarotella, Raimondi, Quintieri che hanno tutti un'origine non italica. Alcuni di tali cognomi compaiono negli studi sui nomi di Osvaldo Casson già riportati in questa stessa rubrica. Esistono altri ceppi minori con questo cognome, e a differenza del primo, uno di essi è quasi sempre scritto nella forma Scorza, nel nostro caso tale forma compare anch'essa anche se più raramente. Di questo secondo ceppo fanno parte alcuni discendenti imparentati con le famiglie Micieli, Di Cianni, Ventura, oggi, se non vado errato, non più presenti a San Marco, ma portatori della loro ricca storia in varie città italiane ed estere. Pur non appartenendo ad alcuno dei ceppi di cui sopra mi corre, tuttavia, l'obbligo di accennare ad un nostro concittadino nato a Paola da madre sammarchese, al quale per indiscutibili meriti professionali il nostro comune ha conferito la cittadinanza onoraria. Si tratta del giudice Franco Scorza, già procuratore generale della Repubblica, finanziatore del premio Toga intitolato alla madre Lyda Amodei Scorza, che annualmente il comune di San Marco Argentano assegna ai vincitori del concorso in magistratura. Alberi genealogici ceppi Scorza - Scorzo - Clicca qui San Marco Argentano, 15 luglio 2018 Paolo Chiaselotti |
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