RIMEDIO Il signore ritratto nella fotoceramica funeraria si chiamava Bernardo Rimedio ed era il nipote di un omonimo avo nato, come oggi, il 22 luglio del 1817. Riflettendo sul fatto che questa data è di solo due anni successiva all'esilio di Napoleone, al congresso di Vienna e -per quello che ci riguarda più da vicino- alla fucilazione di Gioacchino Murat a Pizzo, ci rendiamo conto come lembi di storia che riteniamo lontanissimi siano relativamente brevi in rapporto alle generazioni succedutesi fino ai nostri giorni. Tra nonno e nipote intercorrevano "solo" ottant'anni, essendo nato il secondo il 10 ottobre del 1886. Chi sta scrivendo l'ha conosciuto e lo ricorda bene: un signore distinto, sopravvissuto alla moglie Chiara, alla quale aveva edificato un piccola sepoltura -oggi sepolcro di entrambi- curata nell'aspetto e impreziosita con più mani di colore argentato passate periodicamente, quasi a rendere tutto uniformemente eterno. I discendenti mi perdoneranno questa intrusione, ma riferisco ciò che maggiormente mi aveva colpito all'epoca. Proprio questo ricordo, oggi, nello scorrere il calendario degli eventi ricavati dagli atti d'archivio, mi ha incuriosito e mi ha spinto a verificare se i due Bernardi fossero tra loro parenti. Quel nonno, nato in piena Restaurazione e sotto il riconquistato Regno da parte dei Borbone, aveva ereditato il nome per parte materna: la madre Elisabetta Caparelli era infatti figlia di Bernardo Caparelli. Il padre si chiamava Pasquale Rimedio ed era nato nel 1785, o giù di lì. Qualcuno comincerà a chiedersi: e allora? Qualche altro continuerà a leggere per scoprire qualcosa di più su un cognome a cui è in qualche modo legato, ed io ad entrambi dirò che sto parlando di gente che ha visto piantare i cosiddetti alberi della libertà, cantare la Marsigliese, San Marco e le contrade circostanti attraversate da migliaia di soldati francesi. Beh! un po' di entusiasmo, diamine! Se nessun Rimedio ebbe l'onore di comparire su un antico documento d'epoca non è un motivo sufficiente per sentirsi esclusi dalla storia. Eh se non ci fossi io a sminuzzare la storia in pagliuzze! E trovare qualcosa che vi faccia dire: cazzo, ma allora è vero. Sono antico anch'io! Ebbene sì, anche se l'epoca di una citazione "storica" risale al 1866, i discendenti di Bernardo Rimedio, quello del 1817, possono andare orgogliosi. Bernardo era morto e la moglie Maddalena Grosso con un figlio di otto anni, Antonio, chiese ed ottenne che le fosse assegnata una quota demaniale in contrada Spizzirri, nei pressi di Maiolungo. Era il ventotto gennaio, e grazie a quella donazione Antonio potè crescere, sposarsi e mettere su famiglia. Lì nacque il nostro più recente Bernardo, seguito da una felice schiera di fratelli e sorelle. Ma come molti di voi avranno già intuito (mi illudo sempre che le storie delle genealogie siano lette da molte persone), questa storia non finisce qui, perchè Bernardo rappresenta solo un percorso del tracciato molto più ampio di questa antica famiglia sammarchese che vede i capostipiti nelle persone di Giovanni Rimedio e di Pirrotta Elisabetta. Sto parlando della seconda metà del Settecento, quando i nostri lontani progenitori sentivano parlare di quella grandissima reggia che re Carlo di Borbone stava facendo costruire a Caserta. Qualcuno si chiederà se i contadini fossero a conoscenza di questi fatti. Ebbene sì, perchè vivevano quasi tutti, o nella maggior parte, nel centro urbano, le cui famiglie più ricche avevano notizie, e alcuni anche contatti, con la capitale, Napoli, e con altre città e paesi del Regno. E San Marco era un centro importante non solo per la produzione della seta girella, ma anche perché il prezzo dei prodotti venduti sulla piazza di San Marco era preso come valore di mercato nell'intera provincia. Sappiamo che i genitori di Bernardo abitavano nel quartiere Capo di Rose e uno zio, di cui parleremo tra poco, nel quartiere Santa Caterina, per cui riteniamo che anche i capostipiti vivessero in città o nell'immediata periferia. Il ceppo di cui stiamo parlando si estese attraverso i fratelli Pasquale, padre di Bernardo, e il citato Vincenzo sposato con Beatrice Seta. Da questa coppia si svilupperanno due grossi rami, originati dai figli Domenico e Antonio, una parte di loro continuò ad abitare nel nostro comune, spostandosi in contrade diverse, altri migrarono nel territorio di Cervicati. Per una più dettagliata lettura degli sviluppi e dei vincoli coniugali ho messo in fondo a questa pagina l'albero genealogico di questo ceppo, precisando che vi furono altri ceppi con questo cognome per i quali rinvio gli interessati alla pagina specifica del cognome Rimedio a San Marco Argentano (cliccare qui). San Marco Argentano, 22 luglio 2018 Paolo Chiaselotti |
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