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MATRIMONIO COL MORTO ...


Variazione del Matrimonio ineguale di Vasilij Vladimirovic Pukirev del 1862

Variazione del Matrimonio ineguale di Vasilij Vladimirovic Pukirev del 1862 per adattarlo al nostro caso

Voglio sperare che nessuno dei discendenti del matrimonio di cui oggi racconterò l'insolita e misteriosa storia se la prenderà a male sapendo che un loro antenato fu ... pescato tra i defunti per la celebrazione del proprio matrimonio.
Oltretutto è già un assurdo che vi siano discendenti la cui origine risalirebbe ad un matrimonio di fatto non consumato, ma come avrete capito si tratta di un equivoco che mi permette, oggi, avendo scoperto la falsa documentazione prodotta da parte dello sposo, di poter ironizzare su quanto accadde circa due secoli fa.

Il matrimonio tra Luigi Mele e Maria Teresa Tarantino non avvenne mai e, pertanto, non fu mai consumato, per il semplice fatto che lo sposo era morto otto giorni dopo la nascita avvenuta il 28 gennaio 1814. Tuttavia il matrimonio tra un Mele e una Tarantino fu realmente celebrato il diciannove aprile del 1834 con tanto di testimoni e con gli sposi in carne e ossa e, al contrario di quanto volle raffigurare il pittore russo Vasilij Vladimirovic Pukirev per denunciare l'ineguaglianza dei matrimoni tra vecchi attempati e giovanissime donne, i nostri sposi erano in una situazione di perfetta uguaglianza, essendo entrambi diciannovenni.
Se voi mi date il tempo e, soprattutto, la fiducia su quanto sto per narrarvi, vi renderete conto che sposarsi con un morto non è cosa talmente eccezionale come potrebbe all'apparenza sembrare.
Credo che tutti sappiano che prima del matrimonio bisognava presentare una serie di documenti riguardanti l'identità dei contraenti il matrimonio, il loro stato civile, per lo sposo l'esistenza o meno del cosiddetto cingolo militare, le generalità dei genitori, il loro consenso alle nozze e via dicendo con il seguito di tutti i documenti richiesti allo scopo, allora in numero superiore a quelli oggi necessari.
Tra gli atti allegati alla cosiddetta "promessa solenne di matrimonio" c'erano -ed esitono tuttora- i certificati di nascita degli sposi, incluso quello di Luigi Mele dal quale risulta che lo sposo, come si legge nella promessa di matrimonio, un ferraro di venti anni, figlio minore di Domenico e della defunta Maria Francesca La Virgata, era nato il ventotto gennaio del 1814 da Domenico Mele e dalla sua legittima moglie Maria Francesca La Vergata nella casa da loro abitata in via Sant'Antono Abate. L'atto di nascita, che fu registrato col n.14 sul registro dei nati di San Marco (allora non si chiamava ancora Argentano), è tuttora reperibile nell'archivio comunale e on-line sul cosiddetto Portale degli Antenati, dal quale per vostra comodità ne ho estratto una copia.

Tutto regolare, dunque? Sì, tranne il fatto che esiste un certificato conservato nell'archivio comunale e reperibile anch'esso on-line (vedi copia sottostante), che attesta, senza ombra di dubbio, la morte di Luigi, figlio di Domenico Mele e di Maria Francesca La Vergata, avvenuta il sedici febbraio 1814 nella casa di abitazione sita in via Sant'Antonio Abate.
Ma se Luigi era morto, chi era, allora, lo sposo?
Poiché la coppia Mele-La Vergata non ebbe alcun figlio battezzato con questo nome nell'anno successivo, evento che avrebbe potuto originare l'errore di presentazione di un atto al posto dell'altro, l'unica spiegazione è che lo sposo fosse in realtà il figlio nato nell'anno successivo alla nascita e immediata morte di Luigi, e precisamente l'otto giugno 1815, battezzato e registrato come Felice Antonio Mele e come tale inserito al n.54 dei nati a San Marco Argentano in quell'anno.

Qualcuno obietterà che lo sposo si chiamava Luigi e non Felice Antonio: come spiegare, dunque, questo strano cambiamento di nome?
La spiegazione di questa sostituzione di persona e di identità, molto probabilmente, anzi, direi, certamente, ha origine in un motivo affettivo, nel senso che il bambino nato successivamente alla morte di Luigi, pur essendo stato battezzato e registrato col nome di Felice Antonio, fu familiarmente chiamato col nome del fratellino. Felice Antonio, perciò, continuò per tutta la sua vita a rappresentare il primogenito, prematuramente scomparso. Ignoro il motivo per cui non gli fu assegnato ufficialmente il nome del fratello defunto, come accadeva in casi simili a questo, ma noto che nella genealogia il nome Luigi, compare una sola volta e propriamente nel caso di cui stiamo parlando. Insomma il nome Luigi fu scelto eccezionalmente e non lo si volle mai più ripetere, tranne, come credo, nell'uso familiare per i motivi che ho esposto.
Insomma Felice Antonio fu la reicarnazione del primogenito, al punto che per sè e per tutti gli altri era e rimase sempre Luigi Mele. Quando, però, Felice Antonio decise di sposarsi, il suo alias dovette fare i conti con la burocrazia e per evitare di complicarsi la vita e forse di rendere nulli tutti gli atti nei quali era stato presentato col nome di Luigi, inclusi quelli relativi al servizio militare e quelli richiesti per le nozze, decise, certamente assieme al padre che lo rappresentava, in quanto all'epoca minore (la madre era già morta). Non escluderei che il suggerimento possa essere venuto anche dalle autorità civili e religiose, magari con una buona parola della sorella maggiore di Felice Antonio, suor Maria Raffaella Mele, monaca clarissa.

Ora che abbiamo capito cosa realmente accadde circa due secoli fa, quel piccolo mistero del matrimonio ... col morto ha perso ogni attrazione e la banalità del fatto, pur trattandosi di un illecito, non solo fa sorridere, ma trova in noi una comprensibile approvazione, sia da un punto di vista affettivo che di 'legittimazione popolare' di una unione che darà i suoi frutti fino ai nostri giorni nelle varie persone che portano il cognome Mele e sono originarie di San Marco Argentano.



Nella stessa rublica vedi anche Mele

Nelle immagini sottostanti, in ordine, i certificati di matrimonio, di nascita e di morte di Luigi Mele

San Marco Argentano, 12.7.2024

Paolo Chiaselotti

Matrimonio Luigi Mele 1834

Nascita Luigi Mele 1814

Morte Luigi Mele 1814

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