L'atto di morte della più longeva cittadina di San Marco, morta a 115 anni d'età ...
Aprire una genealogia con l'atto di morte della capostipite non è il modo migliore per parlare di questa 'famiglia'
giunta a San Marco Argentano da Buonvicino a metà Ottocento.
La donna di cui parlo si chiamava Francesca Milano ed era la moglie di Francesco Martorelli che possiamo considerare il capostipite
dei Martorelli che oggi vivono a San Marco Argentano o altrove, ma pur sempre con una traccia genetica sammarchese.
Nel documento d'apertura ho evidenziato in rosa l'età della portentosa nonnina che, a quanto si legge, aveva superato il secolo
di vita, aggiungendovi ulteriori quindici anni, che potremmo considerare davvero la sua ... seconda adolescenza!!!
Ho preferito dare risalto a questo aspetto piuttosto che iniziare l'argomento partendo dalle più remote origini dei Martorelli,
ma in verità questo è il metodo di lavoro per ricostruire le genealogie: si parte dalle date a noi più vicine e si
prosegue consultando mano a mano i documenti immediatamente antecedenti.
L'aver trovato un atto in cui è dichiarata, nero su bianco, un'età così avanzata è senza dubbio un ottimo
viatico di partenza, nel senso che, anche se la ricerca non fosse andata a buon fine per mancanza di documenti, avrei in ogni caso
scritto un secolo e passa di storia attraverso un solo nome e cognome.
Vediamo, allora, di capire quando, come e perché tre figli di questa donna e del marito Francesco Martorelli, decisero di
trasferirsi e sposarsi a San Marco. I tre figli di chiamavano Giuseppe, Rosangela e Ciriaco, tutti e tre nati a Buonvicino nel rione
Truglio. La causa principale dello spostamento del nucleo familiare fu senza dubbio la morte del padre quando i figli erano ancora in
giovane età (l'ultimo, Ciriaco, aveva tre anni). Probabilmente la madre vedova si trasferì in un primo tempo a
Rossano, dove risultava domiciliata in occasione del matrimonio dei figli a San Marco e dove trovò lavoro e
protezione. Il matrimonio dei figli avvenne in due tempi: lo stesso giorno, mese e anno (era il 1850) si sposarono i figli maggiori
Giuseppe e Rosangela, dieci anni dopo Ciriaco.
In genere lo sposo andava ad abitare nella casa della sposa e anche nel caso di Giuseppe e Ciriaco dai documenti risulta che
si accasarono nella contrada Pellara dove entrambe le spose, rispettivamente Maria Francesca Domanico e Gaetana Lauria Esposita,
abitavano fin dalla nascita.
Giuseppe Martorelli, come accadde a suo padre, venne a mancare prima del tempo, tanto da non poter vedere il suo quinto figlio,
al quale, nato postumo, fu dato il nome del padre, Giuseppe. Nelle ultime nascite la sua famiglia si trasferì da Pellari,
a valle, nel fondo Valentoni.
Ciriaco, dal 1865 al 1882, arco di tempo nel quale nacquero i suoi sette figli, si spostò nelle contrade Rupi, Pellara e Valentoni,
tra loro limitrofe. Visse abbastanza a lungo per assistere al matrimonio di tre figli e alla nascita del nipote, che avrebbe portato il suo
stesso nome, avvenuta nel 1905.
In tutti questi lunghi anni la madre visse tra Rossano e San Marco finché non decise di trascorrere gli ultimi anni della sua
vita con figli e nipoti. Morì, come ho detto il 15 gennaio 1903 a San Marco Argentano all'età dichiarata di 115 anni ...
Ma siamo certi che avesse davvero raggiunto un tale traguardo?
Se dovessimo dare fede all'età anagrafica che compare sui
vari documenti d'archivio, dovremmo concludere che, non solo si poteva raggiungere e superare il secolo di vita, dopo aver schivato
mortalità infantile, pestilenze, epidemie varie, carestie e via dicendo, ma addirittura si ringiovaniva in maniera portentosa, per cui
un genitore che aveva dichiarato all'età di trent'anni il primogenito, nel corso delle altre nascite si poteva addirittura vedere
ridotta l'età, in quanto nessuno si prendeva la briga di controllare il documento di nascita. L'ufficiale d'anagrafe si affidava alle
dichiarazioni dell'interessato o di conoscenti, parenti, testimoni, spesso ignoranti, ma il più delle volte all'aspetto del dichiarante:
una giornata di fatica faceva salire il 'range' di vari anni, mentre
un viso sbarbato o lavato di fresco riduceva miracolosamente gli effetti del tempo.
Insomma, mi chiederete, quanti anni aveva questa benedetta donna? Era nata a Buonvicino l'otto maggio 1807, quindi avrebbe compiuto
96 anni entro qualche mese. L'ufficiale d'anagrafe che le allungò la vita di quasi quattro lustri -ovviamente sulla carta- mi ha consentito,
a distanza di centoventi e passa anni, di poter scrivere questa storia inverosimile.
S.Marco Argentano, 10 luglio 2024
Paolo Chiaselotti