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GENEALOGIE SANMARCHESI


FAMIGLIA MAIORANA - LA VISITAZIONE.



Voglio iniziare la storia di alcune illustri famiglie che vissero a San Marco e lasciarono traccia di sé, partendo dai Maiorana di Napoli, un ramo dei quali si spostò in Calabria, dividendosi in due ceppi, l'uno con sede a Catanzaro, l'altro a San Marco.
In basso i lettori troveranno l'albero genealogico con brevi note su alcuni membri, per cui non mi soffermerò sullo sviluppo dinastico, ma su ciò che il ceppo Maiorana di San Marco ha lasciato: un quadro che si trova nella chiesa di Sant'Antonio di Padova nella cappella cosiddetta del Pilerio. La presenza della famiglia Maiorana a San Marco Argentano è testimoniata, inoltre, da una contrada il cui nome deriva da Francesco Maiorana, cavaliere di Malta dal 1630, conosciuto come fra' Cicco e dalla presenza presso il monastero dei Riformati di un beato Francesco Maiorana, le cui spoglie furono occultate all'interno della chiesa per evitare che fossero trafugate.
Il quadro fu commissionato e probabilmente donato ai minori francescani da un ecclesiastico appartenente alla nobile famiglia, forse l'abate Aurelio o l'arcidiacono Marzio (o Muzio), come si evince dal cappello e dalle nappe laterali entro cui è racchiuso lo stemma araldico del casato dipinto alla base della tela.
Il dipinto rappresenta la Visitazione di Maria, dopo l'Annuncio dell'Arcangelo Gabriele, ovvero l'incontro con l'anziana cugina Elisabetta prossima a diventare madre.
Un particolare del quadro, riprodotto ingrandito in questa pagina, raffigura il demonio mentre cerca di impossessarsi di un anima.
Il prof. Luca Vivona, nostro concittadino e direttore di una prestigiosa rivista d'arte, mi fornì alcune importanti informazioni sul soggetto, spiegandomi che lo schema compositivo del quadro era stato copiato dalla ben più nota e pregevole Visitazione di Federico Barocci.
Chi ha qualche conoscenza dell'arte forse sa già a quale opera si riferisse l'ottimo Luca, e anch'io avrei dovuto saperlo, essendo stato insegnante di educazione artistica, ma ignorando del tutto l'origine di questo quadro, sono andato alla ricerca dell'opera 'prima', scoprendo che l'ignoto autore del quadro commissionato da un Maiorana, aveva apportato alcuni vistosi cambiamenti nella sua senz'altro postuma 'rivisitazione'. Il primo e più appariscente cambiamento consiste nella traslazione dei personaggi dei due dipinti: il San Giuseppe passa da sinistra a destra, Maria ed Elisabetta sono invertite, come pure appaiono traslati Zaccaria e una finestra sullo sfondo. Sono poi completamente sostituite, oltre che ribaltate, altre figure.
Visitazione, autore ignoto (sec. XVII) - Sant'Antonio di Padova, San Marco Argentano
Il Barocci raffigura in primo piano a destra una donna con un cesto, mentre nel nostro quadro della Riforma appare, a mo' di quinta scenografica, un santo o beato francescano che regge una croce lignea. Al posto di un asino che compare nel quadro del Barocci, ma come sempre rovesciata, c'è la figura di San Michele Arcangelo che regge in una mano la bilancia e nell'altra la spada con cui trafigge un demonio.
Non è improbabile che l'autore del quadro esposto nella chiesa della Riforma abbia visto un disegno riprodotto al rovescio (come appare un'incisione di Philippe Galle), meno probabile una sua volontaria inversione della posizione delle figure.
Quale potrebbe essere la data di esecuzione del nostro quadro? Stando alla catalogazione l'originale risalirebbe all'ultimo decennio del Cinquecento, pertanto la Visitazione del Maiorana è posteriore a questa data. Considerando che lo stemma araldico ecclesiatico appartiene all'abate Aurelio o all'arcidiacono Marzio o Muzio, entrambi vissuti nel Seicento, il quadro dovrebbe essere stato commissionato da uno dei predetti intorno alla metà del secolo XVII.
Non so chi sia il santo o il beato francescano in primo piano, la cui identità sarebbe potuta tornare utile per comprendere la devozione del committente e altri riferimenti storici e religiosi. Due particolari mi hanno colpito in questo quadro, lo squarcio sulla sacca che Giuseppe posa sul pavimento entrando in casa di Elisabetta e la figura del demonio trafitto dalla spada dell'arcangelo Michele. Lo squarcio sembra alludere ad una ferita, per il colore rosso che appare dalla fessura a forma di occhio del sacco. Non escluderei, se così fosse, che il committente abbia voluto adempiere ad un voto. Altrettanto narrativo di una vicenda personale del committente mi sembra l'atteggiamento del diavolo che cerca di alterare il peso della bilancia dell'arcangelo Michele, per afferrare l'anima di un defunto posta su uno dei due piatti. L'altro piatto, verso il quale il demonio, raffigurato come una grande bestia, allunga gli artigli per gravarne il peso, è pieno di monete.
Federico Barocci, Visitazione (fine sec. XVI), Gall. Naz. Urbino
L'arcangelo impedisce che la divina 'psicostasia' sia alterata trafiggendo la testa del maligno con la spada.
L'inserimento di questo riferimento iconografico in una Visitazione mi lascia perplesso, salvo che il quadro non facesse parte di altra chiesa e di altro ordine, quale quello dei minimi di San Francesco di Paola, di cui San Michele è il protettore, ma anche in tal caso la vistosa raffigurazione della 'psicostasi' e la presenza mostruosa dell'avversario mi sembrano eccessive e devianti dell'attenzione che il soggetto del quadro richiederebbe.
A me la presenza di San Michele e del demonio fa pensare anche in tal caso ad un quadro ex-voto conseguente ad una colpa grave e alla ricerca di un'assoluzione.
Mi verrebbe da definirlo una sorta di 'autodafé' di espiazione e il fatto che un Muzio Maiorana facesse parte di una potente congregazione locale, quella dell'Immacolata, mi riporta alla mente le 'umiliazioni' che i fratelli erano obbligati a presentare per esservi ammessi. Anche l'appartenenza di vari membri della familia all'Ordine dei Cavalieri gerosolimitani mi induce a ritenere che dietro l'apparente soggetto sacro possa celarsi una visione o un 'racconto' molto personale, legato sia al tema principale del concepimento che al peccato, ma anche alla devozione per l'Immacolata e per San Giovanni Battista, figlio di Elisabetta e Zaccaria. Quest'ultimo, che nel nostro dipinto appare quasi ristretto in una nicchia, piuttosto che in atto di affacciarsi sulla porta, ricorda molto nell'abbigliamento la figura del sultano, ricorrente nelle iconografie tardo medievali nell'incontro con Francesco d'Assisi.
Ad ogni modo il quadro è ancora lì dopo tanti anni e la sua lettura, come mi fece notare un padre guardiano quando ero insegnante e accompagnavo gli alunni nelle periodoche visite d'arte, non può prescindere dai sentimenti religiosi che lo hanno originato e dalla conoscenza non soltanto dei canoni artistici predominanti all'epoca, ma anche delle regole a cui i vari ordini monastici si ispiravano.
Aveva perfettamente ragione.

San Marco Argentano, 6 marzo 2023

Paolo Chiaselotti

Molti elementi compositivi e stilistici utilizzati dall'autore del quadro della nostra Visitazione sono presenti nella stampa di Philippe Gaulle, databile nei primi anni del Seicento. La stampa riporta, tra l'altro, la seguente scritta su uno dei gradini: Fed[ericus] Barotius Urb[inensis] invent[avit] e in un cartiglio centrale ai piedi del disegno la dedica dell'opera a don Petro Scutero, commissario della Santa Inquisizione in Val Oleto e Toledo in Spagna.

L'accostamento della psicostasia al tema della Visitazione, ovvero delle due Donne simbolicamente rappresentanti la Santa Maternità, potrebbe alludere al tema dell'aborto, dibattuto da secoli, ma attuale nel XVII secolo per la condanna da parte di Innocenzo XI, con decereto del Sant'Uffizio, delle distinzioni tra medicina salutista e mortifera operate da Antonio de Cordoba (Dizionario storico dell'Inquisizione, diretto da Adriano Prosperi, Vol. I - PDF). In tal caso la datazione del quadro sarebbe sicuramente successiva al 1679, anno di emanazione del decreto.

Da un punto di vista compositivo la disposizione dei personaggi origina una grande croce il cui braccio più corto attraversa i volti del francescano, di Maria, (che diventa il fulcro simbolico della Passione all'incrocio dell'altro braccio tra Zaccaria e Giuseppe), di Elisabetta, una simbologia compositiva che non appare altrettanto puntuale nel quadro del Barocci e nella stampa di Gaulle.

L'albero della famiglia Maiorana è stato realizzato sulla base di informazioni tratte dal Settecento Calabrese di Von Lobstein,
dalle notizie sulle Famiglie Nobili di Leopoldo Pagano e dai documenti conservati nell'Archivio di Napoli pubblicati in rete.

Albero Maiorana

Nel registro dei battesimi conservato nell'Archivio Diocesano di San Marco Argentano troviamo Vincenza Maiorana battezzata il 21.4.1597, figlia di Fulvio
e Vittoria Maurella, compatre Francesco Selvaggio, e Muzio Maiorana copatre nel battesimo di Gio:Dominico Selvagio di Gio:Marco e Rosella, l'8.10.1602


"GENEALOGIE" e "ACCADDE OGGI" sono due rubriche curate da Paolo Chiaselotti
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