CANONACO-CANONICO Oggi, giorno di San Valentino, protettore degli innamorati, ho cercato tra i nati nell'Ottocento quanti portassero il suo nome. Ne ho trovato solo quattro, ma solo uno nato il quattordici febbraio e per essere precisi, con Valentino come secondo nome, ma tanto è bastato perché io abbia scelto di parlare di lui e della sua famiglia. A dire il vero vi sono anche altre due circostanze che mi hanno spinto a scriverne: una bella foto dell'interessato, ed un altra ancor più storica del padre, entrambi in divisa militare. E a voler essere sinceri fino in fondo confesso che c'è anche un altro motivo, di ... interesse personale. Alcuni miei parenti per parte materna hanno questo cognome! Credo che non ci sia nulla di male se, eccezionalmente, capita di parlare di propri congiunti. Sempre meglio parlare di loro che di noi stessi, non vi pare? Mi rendo conto che una genealogia non interessa nessun altro tranne coloro che portano quel cognome -e manco tutti- tuttavia mi illudo che qualcuno possa trovare nelle storie di altrui famiglie qualcosa che appaghi una qualche curiosità. Agostino Valentino nacque il quattordici febbraio del milleottocentonovantotto -era un lunedì- alle ore diciassette e trenta, in via Riforma n° 8, nel quartiere cosiddetto Borgo Nuovo. I genitori si chiamavano Carlo Canonico e Carmela Agnese Bruno di Corigliano, proprietario e gentildonna, i quali ebbero in tutto otto figli, tra i quali Aroldo Canonico, che i più anziani ricorderanno come impiegato del comune. La foto di Carlo, gentilmente dataci, assieme a quella di Agostino, dal signor Franco Manieri, nipote dei predetti, fu scattata a Roma intorno al milleottocentonovanta, l'altra in cui è ritratto Agostino Valentino, in piedi, risale al periodo del primo conflitto mondiale. L'albero genealogico con le notizie sulla famiglia è pubblicato sul sito l'Ottocento dietro l'Angolo a San Marco Argentano, alla pagina Canonico. Qui voglio soffermarmi soprattutto su un aspetto che non è stato affrontato nella predetta pagina. Una prima presenza di questa famiglia, originaria di Carolei, è documentata nel Comune di Cervicati, dove alcuni si stabilirono, mentre altri si spostarono a San Marco. Tutti erano massari, ma già negli anni Sessanta dell'Ottocento troviamo i loro nomi negli atti municipali sotto altre voci, come amministratori del Monte Frumentario, concessionari di terreni adibiti a pascolo, iscritti nelle liste degli aventi diritto al voto. Agostino Canonico, nonno dell'omonimo Agostino Valentino con cui abbiamo iniziato questa pagina, fu consigliere comunale e proposto alla carica di vice cancelliere. L'aspetto più interessante dei membri di questa famiglia riguarda sia la scelta del quartiere Riforma in cui si stabilirono e sia il passaggio da massari a proprietari di case e terreni. Soprattutto quest'ultimo aspetto rappresenta quanto stava avvenendo socialmente ed economicamente a San Marco Argentano con la fine del governo borbonico e l'ingresso dei Savoia. La famiglia Canonico -anche se è più esatto parlare dei fratelli Luigi Antonio detto Fedele e Agostino- nel suo insediamento nel centro urbano, in una zona allora periferica, rappresenta quella fascia di conduttori che trasformarono le vaste aree agricole e boschive dei ricchi prorietari, inclusa la Chiesa, in aziende agricole vere e proprie. Quanti erano? Parecchi. Da un calcolo sulle professioni di tutti coloro che si sposarono a San Marco nell'Ottocento ho ricavato che i massari erano una cinquantina e guardando i loro cognomi scopro che molti degli edifici di una certa consistenza sono abitati ancora oggi da discendenti di costoro o ne portano il nome. Il fatto che i massari fossero gli organizzatori di semine, raccolti, trasporti, acquisti di beni, trasformazioni ecc. li metteva in diretto contatto con tutta una serie di lavoratori stabili e stagionali, artigiani, carrettieri, mulattieri, mugnai, frantoiani ecc. ecc. che vedevano soprattutto in loro la fonte dei propri guadagni piuttosto che nei proprietari. Ecco perchè le famiglie dei massari accumularono in breve tempo potere e ricchezze. Furono quindi una parte importante nell'economia generale del paese. Dopo un'iniziale residenza nelle zone rurali in cui esercitavano l'attività, ben presto molti di essi si spostarono nel centro urbano realizzandovi nuovi edifici o addirittura nuovi quartieri. Ritornando ai citati fratelli Canonico, ritengo che l'edificio alla Riforma o Borgo Nuovo fosse preesistente alla loro venuta, non nella forma attuale, ma come villa rurale, e che essa facesse parte di un'ampia estensione di terreno, appartenuta a Giuseppe Candela, per come risulta da una permuta con il Comune nel 1826. Quando fu abitato dalla famiglia Canonico? Nel 1848 è attestata la morte in località Riforma di uno zio dei due fratelli e negli anni a seguire troveremo sempre registrazioni di nascita o di morte nel suddetto quartiere. Nel corso degli anni l'edificio fu modificato e ampliato per soddisfare le esigenze dei numerosi membri delle due famiglie. È l'ultimo edificio in pietra e conserva ancora un bel portale litico, l'atrio con acciottolato e travature in legno. Negli anni seguenti con l'arrivo di nuove maestranze gli edifici plurifamiliari saranno costruiti tutti in mattoni. Non escluderei che anche altri edifici ad esso adiacenti fossero abitati da un altro ramo di questa famiglia, visto che le nascite furono sempre registrate nel quartiere Riforma. Non saprei dire quali fossero queste abitazioni, né quando i membri di questo ramo si trasferirono altrove. Genealogia della famiglia Canonico San Marco Argentano, 14 febbraio 2021 Paolo Chiaselotti |
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