IL GIORNO DELLA MEMORIA
La famiglia Belleli di via Tigor a Trieste
La fotografia a lato è stata da sempre conservata da una sorella di mia madre come ricordo indelebile di
una famiglia ebrea presso la quale abitò assieme al marito per alcuni anni. Credo che la foto,
scattata a Trieste presso lo studio Foto Celere Luce in Piazza Piccola (alle spalle di Piazza dell'Unità),
risalga agli anni Venti. La foto sottostante, infatti, in cui la stessa donna di qualche anno più anziana
è ritratta con mia zia, riporta la data del 5 marzo 1930.
Le due foto che conservo ancora sono il ricordo di una famiglia che non ho mai conosciuto se non attraverso le poche
notizie fornitemi a suo tempo: si trattava di una famiglia ebrea che abitava in via Tigor a Trieste e che per alcuni anni
fornì alloggio a mia zia Franceschina e a suo marito Dario -allora ritengo che fosse ferroviere- trasferitisi
a Trieste da Salerno.
Dei racconti di mia zia ricordo che si trattava della famiglia di un rabbino il cui cognome era Bellelli. Mia zia
mi parlava dei canti sacri e dei modi di vita legati alla loro religione. Essendo io molto piccolo non ho conservato
altra memoria se non queste poche notizie, olre ovviamente alle due foto e all'identità della donna circondata
dai figli. Che abitasse in via Tigor lo ricordo bene perchè era la via in cui abitava la mia santola,
come veniva chiamata a Trieste la madrina di battesimo.
Non so fino a che anno i miei zii abitarono presso la famiglia Belleli, ma certamente non oltre il 1938, anno dell'emanazione
delle leggi razziali fasciste. Nel 1939, anno in cui nacque mio fratello maggiore, i miei genitori e i miei zii abitavano
già in via Udine, ove gestivano una rivendita di sale e tabacchi.
Assieme alla memoria mi è rimasto sempre un interrogativo: che fine fecero i componenti di questa famiglia? Trattandosi di
un rabbino credo che difficilmente riuscì a sottrarsi alle persecuzioni antiebraiche, anche se ho sempre sperato
che quelle persone che ancora oggi mi guardano dall'album di famiglia abbiano lasciato figli e nipoti,
che possano riconoscere nelle immagini da me pubblicate alcuni dei loro cari.
San Marco Argentano, 27 gennaio 2020
Paolo Chiaselotti
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