Indice arte SAN VINCENZO FERRERI. Le immagini sopra riportate si riferiscono tutte a San Vincenzo Ferreri (Vicent Ferrer), nato a Valencia in Spagna nel 1350, morto a Vannes, in Francia, nel 1419. Predicatore dell'ordine dei Domenicani, Vincenzo era famoso per i suoi sermoni ispirati all'Apocalisse (di cui si definiva l'Angelo), per l'annuncio dell'Anticristo rappresentato dai nemici della fede cristiana, per la fedeltà alla corona aragonese e al papato avignonese, ma anche per la ricomposizione dello scisma e per i numerosi miracoli. Non mi soffermo oltre sulle notizie riguardanti la sua vita perché ampiamente documentate on-line. Perché ho messo assieme quattro immagini del Santo? Perché, come si vede, hanno molti aspetti in comune, tanto da sembrare copie (almeno le prime tre) di uno stesso quadro, e anche perché gli autori hanno lo stesso cognome: Ricci. Chiarisco subito che la prima immagine è quella che ci riguarda direttamente, trovandosi esposta nel secondo altare a destra dell'ingresso della chiesa di Sant'Antonio di Padova a San Marco Argentano. Sull'opera conservata nella nostra chiesa vi sono due informazioni contrastanti. Una, riportata dall'autore della Cronistoria Salvatore Cristofaro, l'attribuisce al pittore Francesco Saverio Ricci di Terranova, l'altra, della Soprintendenza dei Beni storico-artistici, afferma che si tratta di opera di autore ignoto del XVIII secolo. Per quanto riguarda la seconda raffigurazione sopra riportata di San Vincenzo, si tratta di una tela priva di cornice, che la Soprintendenza attribuisce al predetto pittore di Terranova, con dovizia di informazioni su appartenenza, datazione, commitenza, caratteristiche dell'opera. 1 La terza immagine è tratta, invece, da un sito WEB della Chiesa Cattolica, che ne dà sommarie informazioni: l'esecutore Francesco Saverio Ricci, la datazione nella prima metà del Settecento, l'ente religioso di appartenenza, ovvero la diocesi di Rossano-Cariati, a cui appartiene anche la precedente tela. 2 Ora, osservando attentamente i tre dipinti io noto che il quadro della nostra chiesa della Riforma sembra il frutto di una 'mal riuscita' copia degli altri due e soprattutto del secondo, di cui ricalca il corpo e la posizione del santo e dell'angioletto che regge il testo epigrafico, mentre del terzo dipinto reinterpreta l'angelo con la tromba e il paesaggio retrostante. C'è da aggiungere, infine, che la testa di San Vincenzo Ferreri è chiaramente ripresa da quella del pittore marchigiano Ubaldo Ricci, capostipite di una famiglia di pittori attivi nella provincia di Ascoli Piceno. Non saprei dire se tra Saverio e la famiglia di Ubaldo vi fosse un legame parentale, ma senz'altro il livello artistico del secondo è di molto superiore all'artista calabrese. 3 Il fatto che la Soprintendenza abbia catalogato il nostro quadro come opera di autore ignoto e quello della Diocesi di Rossano-Cariati come un originale di Francesco Saverio Ricci, eseguito nel 1740 su commissione di tale Scipio Piraino, fa nascere il legittimo sospetto che il nostro quadro sia realmente una copia dell'opera del pittore di Terranova. Dalla fattura, e in particolar modo dal fatto che l'autore della versione sammarchese abbia ricalcato l'impianto fisico e la posizione del santo, senza, però, saperne ben definire i dettagli pittorici, nonché dalla posizione innaturale dell'angelo con la tromba, dalla riduzione del testo epigrafico, dalla sommaria trasposizione del paesaggio, io escluderei che l'opera possa attribuirsi allo stesso autore delle due versioni predette. C'è, infine, un altro aspetto riguardante la storia del nostro paese e la devozione per il predicatore domenicano, che è anche patrono del rione Sanità a Napoli, dove viene chiamato San Vincenzo 'o Munacone'. Non si tratta di un collegamento diretto, ma riguarda la chiesa che si trova in quel famoso rione, la basilica di Santa Maria alla Sanità, dove si conserva la sua statua, e la chiesa del nostro patrono San Marco Evangelista. La nostra chiesa nel corso dei secoli ebbe vari rifacimenti, sotto il vescovo Nicola Brescia, sotto l'arcidiacono Vincenzo Campagna e, infine, nel 1927 per opera del Parroco Raffele Rocco. È difficile, pertanto, stabilire quale fosse il disegno originario della facciata, tuttavia la planimetria della chiesa a pianta centrale è accostabile a quella di Santa Maria della Sanità. C'è anche un altro aspetto che riconduce la nostra chiesa patronale a quella della Sanità: la cupola maiolicata dai caratteristici colori verde e gialli (oggi presenti solo nella cupoletta della lanterna di Santa Maria) è del tutto simile a quella della nostra chiesa. 4 San Marco Argentano, 26 maggio 2023 Paolo Chiaselotti
1 Immagine e informazioni su
Beni Culturali
2 Immagine e informazioni su Beni Chiesa Cattolica 3 Immagine e informazioni su Beni Culturali 4 Immagine e informazioni su Interventi su Maioliche. Nella Cronistoria Il Cristofaro afferma che il disegno della chiesa di San Marco Evengelista sia stato suggerito dalla chiesa di San Carlo all'Arena di Napoli. Entrambe le chiese napoletane, di cui, tuttavia, è arduo cogliere somiglianze con la nostra chiesa patronale, furono progettate dal domenicano fra' Giuseppe Nuvolo. |
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