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LE EPIGRAFI DEL DUBBIO. ![]() Le epigrafi sopra riportate si trovano nell'atrio dell'episcopio, la prima addossata al muro costruito nella parte posteriore della cattedrale, sotto le absidi, l'altra all'ingresso sulla parete destra. Il titolo è forse improprio, ma è la sintesi di un dubbio che mi è sorto nel leggere il testo latino. Vi dico subito in che cosa consiste questo mio dubbio: è possibile che la parte terminale della cosiddetta 'cripta' (in realtà una sostrazione a sostegno della cattedrale) sia stata rinforzata nel 1777? E di conseguenza mi chiedo se, in qualche modo, questo consolidamento abbia interessato anche la sostrazione che regge la chiesa? Leggendo la prima epigrafe sembrerebbe che un ampliamento dell'episcopio abbia interessato anche la rocca su cui la sostrazione poggiava. Nell'epigrafe dedicata all'opera di monsignor Teodoro Fantoni datata 1668 gli viene attribuito il merito di aver ampliato sui versanti orientale e meridionale l'episcopio e di aver creato dalle fondamenta un "propugnacolo" sul lato occidentale. Dall'epigrafe si capisce che esisteva un episcopio di dimensioni ridotte al quale furono uniti due corpi, uno ad est che non necessitò di fondamenta e un altro ad ovest innalzato sull'ampliamento dell'area di sostegno. L'edificio esistente doveva, quindi, trovarsi di fronte alla zona absidale della chiesa, realizzata sul pendio che termina attualmente con uno spiazzo adibito a giardino. Il propugnacolo avrebbe, invece, ospitato l'attuale dimora episcopale e il fabbricato a cui si accede dalla chiesa, oggi adibito a sagrestia e biblioteca. ![]() E l'ampliamento a meridione a che cosa dovrebbe corrispondere? Considerando che il testo di riferisce all'area riservata all'episcopio l'unica possibilità è che ci sia stato un intervento edilizio riguardante la parte sottostante le absidi della chiesa. L'epigrafe si trova, infatti, in mezzo a due vani, oggi adibiti a garage, su una parete che si innalza a chiusura della sostrazione fino alla base delle absidi della chiesa. Poiché si parla di ampliamento significa che fu realizzato un manufatto edilizio a ridosso delle strutture esistenti. Quale fosse l'uso o la funzione a servizio dell'episcopio non saprei dirlo, perché l'epigrafe non lo dice. L'ampliamento sul versante orientale dovrebbe corrispondere all'ingresso e all'edificio adibito ad ufficio ecclesiastico. L'opera di monsignor Fantoni è ricordata nella seconda epigrafe dedicata agli interventi di consolidamento realizzati più di un secolo dopo, nel 1777, dal vescovo Baldassarre barone de Moncada. Dall'epigrafe si capisce che l'originario fabbricato adibito ad episcopio, rifatto e ampliato dal vescovo Fantoni, era quasi andato in rovina. Il vescovo de Moncada lo riedificò in forme più adeguate ed eleganti, restaurandolo, ma soprattutto intervenne sulle fondamenta delle costruzioni unite alla cattedrale per il pericolo che queste rappresentavano, non tanto sull'episcopio, ma maggiormente per la chiesa. La 'messa in sicurezza' doveva, quindi, riguardare sia l'antica struttura episcopale che i lavori di ampliamento precedentemente eseguiti da monsignor Fantoni. L'operazione, a quanto si capisce, riguardò un consolidamento generale mediante il collegamento delle fondamenta di ciascun fabbricato. Il dubbio che sorge, visto che nell'epigrafe si fa riferimento alla cattedrale, è questo: l'ampliamento e il successivo consolidamento del fabbricato, addossato alla base della chiesa e della sostrazione, riguardarono anche quest'ultima nella sua parte terminale, cioè quella dove attualmente vi sono i tre altari? La collocazione dell'epigrafe all'esterno del muro sembrerebbe confermarlo. Se così fosse a quale funzione fu adibito questo corpo aggiunto e in che misura il consolidamento di monsignor de Moncada ha modificato l'ampliamento precedente, restituendolo, come si intuisce, all'originaria funzione di sostegno della chiesa? C'è, infine, una curiosità: l'antico episcopio, che dall'epigrafe di monsignor de Moncada risulta quasi in rovina, dalle epigrafi risulterebbe separato dalla chiesa. Una tradizione, non suffragata da alcun documento, vuole che esso sia stato la dimora di Roberto il Guiscardo e della prima moglie Alberada e che vi nacque il figlio Marco Boemondo. Che un episcopio possa essere stato costruito ex novo su un dirupo appare abbastanza improbabile, mentre è possibile che una costruzione fortificata già esistente possa essere stata utilizzata come sede vescovile. San Marco Argentano, 8 marzo 2025 Paolo Chiaselotti |
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