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LA STORIA LE STORIE DELL'ARTE.


LA BATTAGLIA DI BELGRADO.



La Battaglia di Belgrado 1456 A volte i dipinti, ai quali prestiamo nessuna o scarsa attenzione, contengono informazioni preziose sia dal punto di vista religioso che storico in generale. È il caso di una grande tela, semioccultata dal buio retrostante l'altare della chiesa di Sant'Antonio di Padova, collocata in alto sulla parete destra, difficile a vedersi e ancor più ad essere letta nei suoi particolari.
La tela è catalogata dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Cosenza con il titolo di "Adorazione dell'Eucaristia, dipinto del XVIII secolo". Nient'altro. Che si tratti dell'Eucarestia è fuor di dubbio dato che in alto compare l'ostensorio, ma a celebrarla sono due figure di spicco della cristianità: San Giovanni da Capestrano e San Pasquale Baylon, in mezzo ai quali si scorge un cannone in primo piano, la bocca di un secondo cannone con una palla in pietra, più dietro, e dei cavalieri disordinatamente in fuga sullo sfondo.
Non è stato facile, per me che ho scarse conoscenze in materia, capire di quali santi si trattasse e a quale evento storico potessero riferirsi le figure sullo sfondo, ma fortunatamente mi sono ricordato di un anziano frate che, in occasione di una visita al convento con i miei alunni, mi disse che si trattava dell'assedio di Vienna da parte dei Turchi.
L'informazione era corretta solo in parte, ma poi, grazie alle informazioni che circolano abbondantemente in rete sono riuscito a ricostruire l'argomento con i suoi protagonisti.
Si tratta dell'assedio alla fortezza di Belgrado, che si vede sullo sfondo, da parte dell'esercito ottomano di Maometto II contro il Regno d'Ungheria. Il pericolo che i turchi potessero entrare da quella porta in Europa spinse il pontefice Callisto III ad affidare al francescano il difficile compito di coalizzare forze di altri Stati cristiani per fermare l'invasione.
Il quadro riproduce alcuni aspetti salienti, tra cui, in primo piano i cannoni che i Turchi dovettero abbandonare, la figura di Giovanni che avanza con il crocifisso in una mano e nell'altra la bandiera biancocrociata, gli stessi attributi che il pittore mette sull'immagine del Santo in primissimo piano.
Dal lato opposto San Pasquale Baylon, in contemplazione dell'Eucarestia (era chiamato il serafino dell'Eucarestia), rivolge la sua mano verso il crocifisso tenuto dal confratello, che con lo sguardo rivolto all'esterno del quadro invita i fedeli all'adorazione del Santissimo Nome.
Nel quadro è condensata una parte importantissima della storia francescana e dell'Osservanza, che si inquadra in un periodo di grande fermento religioso e di visioni contrapposte della carità cristiana, ma il soggetto del dipinto a tre secoli di distanza dagli eventi e ad oltre un secolo dalla morte del Santo napoletano, fa supporre, a mio modesto avviso, per la presenza significativa di San Giovanni da Capestrano, che la committenza, ignota, provenga da qualche famiglia i cui membri abbiano partecipato ad una battaglia contro i Turchi o che abbiano adottato iniziative contro l'usura o siano state sostenitrici di lotte ad eresie di qualunque genere.
Erano questi, infatti, i 'campi di battaglia', del santo abruzzese: contro gli ebrei e contro gli eretici, in principal modo i cosiddetti 'fraticelli' che predicavano il ritorno alla povertà del santo fondatore dell'ordine minoritico.
Ci furono a San Marco famiglie nella cui storia possano essere collocati episodi di tal genere? Vado a memoria. Se non erro la famiglia Amodei fu tra le fondatrici, se non l'unica, di un Monte di Pietà, di ostacolo all'usura, e nella famiglia Valentoni chi partecipo` alla battaglia di Lepanto del 1571. Purtroppo non c'è alcun accenno di committenza, ma probabilmente l'esecutore dell'opera, con le sue iniziali "B.E", il luogo "S.Marci" e sotto una "P." forse per pinxit.

Una considerazione finale su quest'opera e più in generale sull'amore per la propria città che spesso ostentiamo, trattandosi di amore per noi stessi e per le nostre idee.
Io non sono credente. Ciò non toglie che consideri l'arte cosiddetta sacra, nel suo percorso storico, fonte primaria di un processo cognitivo e pedagogico di valenza sia religiosa che laica. A me dispiace enormemente che la comunità dei credenti, qui a San Marco Argentano, non si occupi e non si preoccupi di dare un proprio importante contributo alla conoscenza del patrimonio artistico-religioso della propria città, lasciando a me, indegnamente, il compito di dare una lettura ed un'interpretazione priva del presupposto fondamentale: la fede.


San Marco Argentano, 12 aprile 2023

Paolo Chiaselotti

Nota: Tra i motivi della presenza del quadro con San Giovanni da Capestrano nel monastero dei minori di San Marco Argentano potrebbe anche esserci una donazione della famiglia Sanseverino



"ANTISTORIA", "ARTE", "GENEALOGIE" e "ACCADDE OGGI" sono rubriche curate da Paolo Chiaselotti
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