LA BATTAGLIA DI BELGRADO.
A volte i dipinti, ai quali prestiamo nessuna o scarsa attenzione, contengono
informazioni preziose sia dal punto di vista religioso che storico in generale.
È il caso di una grande tela, semioccultata dal buio retrostante l'altare
della chiesa di Sant'Antonio di Padova, collocata in alto sulla parete destra,
difficile a vedersi e ancor più ad essere letta nei suoi particolari.
La tela è catalogata dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Cosenza
con il titolo di "
Adorazione dell'Eucaristia, dipinto del XVIII
secolo". Nient'altro. Che si tratti dell'Eucarestia è fuor di dubbio dato
che in alto compare l'ostensorio, ma a celebrarla sono due figure di spicco della
cristianità: San Giovanni da Capestrano e San Pasquale Baylon, in mezzo ai
quali si scorge un cannone in primo piano, la bocca di un secondo cannone con
una palla in pietra, più dietro, e dei cavalieri disordinatamente in fuga sullo
sfondo.
Non è stato facile, per me che ho scarse conoscenze in materia, capire di quali
santi si trattasse e a quale evento storico potessero riferirsi le figure sullo sfondo,
ma fortunatamente mi sono ricordato di un anziano frate che, in occasione di una visita
al convento con i miei alunni, mi disse che si trattava dell'assedio di Vienna da parte dei
Turchi.
L'informazione era corretta solo in parte, ma poi, grazie alle informazioni che circolano
abbondantemente in rete sono riuscito a ricostruire l'argomento con i suoi protagonisti.
Si tratta dell'assedio alla fortezza di Belgrado, che si vede sullo sfondo,
da parte dell'esercito ottomano di Maometto II contro il Regno d'Ungheria. Il pericolo
che i turchi potessero entrare da quella porta in Europa spinse il pontefice Callisto
III ad affidare al francescano il difficile compito di coalizzare forze di altri Stati
cristiani per fermare l'invasione.
Il quadro riproduce alcuni aspetti salienti, tra cui, in primo piano i cannoni che
i Turchi dovettero abbandonare, la figura di Giovanni che avanza con il crocifisso
in una mano e nell'altra la bandiera biancocrociata, gli stessi attributi che il pittore
mette sull'immagine del Santo in primissimo piano.
Dal lato opposto San Pasquale Baylon, in contemplazione dell'Eucarestia (era chiamato il
serafino dell'Eucarestia), rivolge la sua mano verso il crocifisso tenuto dal confratello,
che con lo sguardo rivolto all'esterno del quadro invita i fedeli all'adorazione
del Santissimo Nome.
Nel quadro è condensata una parte importantissima della storia francescana e dell'Osservanza,
che si inquadra in un periodo di grande fermento religioso e di visioni contrapposte
della carità cristiana, ma il soggetto del dipinto a tre secoli di distanza dagli
eventi e ad oltre un secolo dalla morte del Santo napoletano, fa supporre, a mio modesto
avviso, per la presenza significativa di San Giovanni da Capestrano, che la
committenza, ignota, provenga da qualche famiglia i cui membri abbiano partecipato ad
una battaglia contro i Turchi o che abbiano adottato iniziative contro l'usura o siano
state sostenitrici di lotte ad eresie di qualunque genere.
Erano questi, infatti, i 'campi di battaglia', del santo abruzzese: contro gli ebrei e contro
gli eretici, in principal modo i cosiddetti 'fraticelli' che predicavano il ritorno alla
povertà del santo fondatore dell'ordine minoritico.
Ci furono a San Marco famiglie nella cui storia possano essere collocati episodi di tal
genere? Vado a memoria. Se non erro la famiglia Amodei fu tra le fondatrici, se non
l'unica, di un Monte di Pietà, di ostacolo all'usura, e nella famiglia Valentoni
chi partecipo` alla battaglia di Lepanto del 1571. Purtroppo non c'è alcun
accenno di committenza, ma probabilmente l'esecutore dell'opera, con le sue iniziali
"
B.E", il luogo "
S.Marci" e sotto una
"
P." forse per
pinxit.
Una considerazione finale su quest'opera e più in generale sull'amore per la
propria città che spesso ostentiamo, trattandosi di amore per noi stessi e per
le nostre idee.
Io non sono credente. Ciò non toglie che consideri l'arte cosiddetta sacra, nel suo
percorso storico, fonte primaria di un processo cognitivo e pedagogico di valenza sia
religiosa che laica. A me dispiace enormemente che la comunità dei credenti, qui a
San Marco Argentano, non si occupi e non si preoccupi di dare un proprio importante
contributo alla conoscenza del patrimonio artistico-religioso della propria città,
lasciando a me, indegnamente, il compito di dare una lettura ed un'interpretazione
priva del presupposto fondamentale: la fede.
San Marco Argentano, 12 aprile 2023
Paolo Chiaselotti
Nota: Tra i motivi della presenza del quadro con San Giovanni da Capestrano nel
monastero dei minori di San Marco Argentano potrebbe anche esserci una donazione
della famiglia Sanseverino