INDICE ANTISTORIE |
IL CASO DEL VESCOVO MARCO ... Il 'caso' del vescovo Marco vide impegnati ben tre papi: Niccolò III, Martino IV e Onorio IV Casualmente, anni addietro, nel corso di una ricerca sulla toponomastica cittadina, mi sono imbattuto nel nome Mirabello dato ad una strada del nostro centro storico. Anche se successivamente il nome fu scritto Mirabelli, la scritta originale ancora oggi esistente sulla facciata del palazzo Guaglianone è Mirabello, senza nessuna indicazione sull'identità della persona. Tra le figure di un qualche rilievo della storia locale troviamo con questo cognome un vescovo in carica nel triennio 1272-1275. Fin qua nulla di strano, considerato che negli anni di fine Ottocento, quando il Comune decise di dare un nome alle singole strade cittadine, l'intitolazione a personaggi legati alla storia di San Marco si trasformò in una ricerca di 'marciani' di ogni genere, tanto che divennero sammarchesi un medico di San Marco de' Cavuoti e un prefetto dell'antica Roma, per cui un Mirabello vescovo, vissuto nel XIII secolo, poteva aver attirato l'interesse e la premura di qualche studioso. Perché, mi sono chiesto, tra i tanti vescovi che potevano aver dato lustro a San Marco fu scelto proprio Mirabello? La curiosità di scoprire il motivo di questa scelta mi ha spinto a cercare su documenti d'epoca (fortunatamente digitalizzati da Google) il nome di questo vescovo sotto le voci episcopus, sancti, s. marci nella sezione libri. Mi è comparso assieme al predetto cognome anche il nome di un altro vescovo pressocchè contemporaneo, di nome Marco. A riportarli entrambi era una lettera del pontefice Martino IV datata 9 dicembre 1281 avente come oggetto accertamenti da compiere sulla nomina a vescovo di un canonico locale di nome Marco. Il documento fa parte di una raccolta di bolle, lettere, diplomi di vari papi, dirette a membri dell'Ordine dei Frati Minori, edita sotto il nome di "Bullarium Franciscanum",risalente al XVIII secolo. In esso ho letto la notizia che, a seguito della morte del vescovo Francesco, era stato eletto il predetto Marco, nella nota indicato con cognome Mirabello, omonimo di altro vescovo sammarchese che la cronotassi vuole morto alcuni anni prima. Nella premessa vengono esposti tutti gli adempimenti seguiti per l'elezione del diletto figlio Marco, canonico della stessa chiesa, da parte del Capitolo di San Marco, e inviati al papa per l'approvazione. Il papa diede incarico ad una commissione di valutare con cura la legittimità delle procedure seguite per l'elezione. Il consiglio degli esaminatori nominati dal pontefice faceva notare per prima cosa che negli atti non era indicata la data della morte del vescovo Francesco, necessaria per stabilire se l'elezione fosse stata fatta entro il termine canonico dei tre mesi. Inoltre i commissari segnalavano che erano giunte accuse di tentata corruzione di taluni componenti del Capitolo, ai quali un consanguineo di Marco avrebbe promesso del denaro da destinare alla Chiesa per favorire la sua nomina. Infine si diceva che Marco, al momento dell'elezione, fosse in cattive condizioni fisiche per l'età avanzata. Papa Martino IV invitava, pertanto, i destinatari della lettera ad accertare i fatti, inclusa la presunta elezione di un altro vescovo nel periodo della vacanza intercorsa tra la morte di Francesco e la nomina di Marco, anche ricorrendo ad eventuali interrogatori. Di quest'ultima questione si era occupato il precedente papa Niccolò III, deceduto ad agosto del 1280, al quale il Capitolo di San Marco aveva inviato i verbali di elezione di Marco chiedendone l'approvazione e la nomina. Com'era possibile che già nel primo semestre del 1280 il Vaticano facesse accertamenti sulla nomina di un vescovo di nome Marco?! La questione, infatti, non si esaurisce qui. Ecco che in un'altra bulla datata 21 gennaio 1283 il papa Martino affida al vescovo di Sabinia (il futuro papa Onorio IV) un'altra indagine sull'elezione del vescovo di San Marco a seguito della vacanza del vescovo Francesco. Da essa emerge che in verità era stato eletto un tal "Trasmundum de Guillivisio" 1 (nella nota forse Giuliovisio), e che a seguito della sua rinuncia si passò all'elezione di altro vescovo, culminata con la nomina del sopranominato Marco. Poiché il nome di Trasmundo non compare nella precedente bolla pontificia, è lecito supporre che esso servì per colmare quel lasso di tempo, ingiustificato, tra la morte del vescovo Francesco e l'elezione di Marco. Quanto all'indagine sull'elezione di quest'ultimo circa le accuse sopra riferite, esse sono riportate anche in questo documento con i risultati a cui era giunta la commissione. Dal contesto del documento si capisce che le indagini finali confermavano la regolarità procedurale e che l'eletto era giudicato idoneo a ricoprire la carica di Vescovo. Poi, però, la bolla dispone che il delegato del papa promuova l'eletto dall'ordine diaconale a quello sacerdotale e dinanzi ad un consiglio di vescovi lo consacri per ricevere l'atto di obbedienza e reverenza. La storia successiva riferisce che nell'anno 1286, sotto il papa Onorio IV che era stato uno dei commissari inquisitori nominati da Niccolò III, Marco fu trasferito a Sorrento. Immagino quanto 'rumore' all'epoca e negli anni successivi abbia creato il 'caso Marco': circa la sua vera età, per il nome del consanguineo che tentò di corrompere il Capitolo, sul fatto se fosse davvero un canonico della cattedrale o altro. E per arrivare ai nostri giorni quali furono i motivi che indussero il Comune a dedicare la via ad un Mirabello omettendone il nome? San Marco Argentano, 19 agosto 2023 Paolo Chiaselotti
1 Trasmundus e Giuliovisius sono nomi alquanto rari che eccezionalmente compaiono in qualche documento del XIII secolo. Non esiste
nessun altro riferimento a questo vescovo, il cui nome sembra, pertanto, fittiziamente creato per evitare ogni possibile identificazione
con persona realmente vissuta.
La curiosità mi ha spinto a cercare possibili accostamenti con nomi simili di persona e rimandi etimologici. Quel 'Transmundus' rimanda a concetti di ultramondano o ultramontano, legati all'idea del transito, del passaggio, accostabili, quindi, sia all'ultraterreno che a provenienza da altro luogo. In ogni caso 'Transmundus' ci allontana inconsciamente dall'idea che potesse trattarsi di persona del luogo, come nel caso controverso del canonico Marco. Dell'altro nome, Giuliovisio o Guillovisio, basato sul nome 'Julius' o su una sua metatesi, ho cercato altri possibili accostamenti con finale visius, visus, vesius, vesus e per caso mi sono imbattuto in un 'ultramontano' Bellovesus che fu re dei Celti e al quale Tito Livio (sempre lui!) nella sua Ab Urbe Condita attribuisce la fondazione di Milano. Pur consapevole che il risultato di una ricerca è sempre il frutto di ciò di cui siamo convinti a priori, tuttavia dalla lettura del capitolo dell'opera di Tito Livio che riguarda la venuta in Italia di Belloveso trovo una possibile fonte ispiratrice del nome del nostro fantomatico vescovo nelle parole che lo videro trasferirsi nella nostra terra ... ... saltus Juliae Alpis transcenderunt , suggerendomi che 'Juliae' e 'visus' potrebbero aver fatto al caso nostro! |
LA STORIA LE STORIE
|
info@lastorialestorie.it
|