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ANTISTORIA .


VA' DOVE TI PORTA IL ... CASO.

La commissione costituita da papa Gregorio XIII
	   per il cambiamento del calendario giuliano
Dipinto di autore ignoto raffigurante la commissione istituita da papa Gregorio XIII per la riforma del calendario giuliano

Il racconto di oggi riguarda una mia ricerca in Internet e copre uno spazio temporale di circa un'ora. Cercherò di ripetere il più fedelmente possibile il percorso di tale ricerca e di mantenerlo lungo un filo narrativo estremamente lineare, per quanto è possibile, senza tener conto delle immancabili e sottili divagazioni che la mia mente attuava nel corso della ricerca.

Leggendo un libro sui segreti vaticani ("Secretum" di Massimo Franco), mi sono imbattuto nella storia della cancellazione dei giorni dal cinque al quindici ottobre che un raggio di sole, passando attraverso un foro praticato nella provvidenziale bocca di un Padreterno raffigurato sul soffitto, aveva provveduto a contare fino al 1582 sul pavimento di una stanza del Vaticano.
Non mi dilungo sul marchingegno solare che ho trovato descritto nel libro citato, nè sulla riforma del calendario giuliano attuata da papa Gregorio XIII nel 1582, ma vado dritto all'idea che l'immagine dell'originale meridiana mi aveva suggerito, cioè quella del puntatore del mouse che evidenziava sullo schermo del mio computer, tra i nati dalla fine del XVI secolo ai primi decenni del Seicento a San Marco Argentano, un individuo battezzato nell'ottobre del 1582. Purtroppo non l'ho trovato, perché nel database, in cui avevo trascritto il contenuto del libro dei battesimi conservato nell'archivio diocesano, avevo inserito solo i nomi di nati da casati storici di San Marco e nessuno di loro era nato nel 1582.
Figuratevi che avevo già pensato al titolo:
"Il caso del bambino sammarchese che papa Gregorio non volle far nascere!",
falso nella sostanza ma accattivante nella formulazione.
Non volendo rinunciare caparbiamente all'idea di trovare una qualsiasi persona nata nell'ottobre del 1582, ho cercato di scoprire se su Internet vi fosse stato un personaggio che l'avesse scampata per un pelo, nascendo qualche giorno prima che la mannaia pontificia accorciasse inesorabilmente le gambe troppo svelte delle sacre effemeridi.
Come sempre, considerando l'ambito limitato dei miei interessi, ho aggiunto alla data il nome del borgo in cui vivo, San Marco Argentano, digitando, però, l'anno successivo a quello in cui era avvenuta la riforma.
L'errore mi ha portato ad una pagina di un sito europeo, contenente ricerche su monumenti, arte, mecenatismo, in cui sono catalogate centinaia di migliaia di opere e tra esse quella in cui il mio ... puntatore si era fermato: a Morano Calabro, nella chiesa di San Bernardino e all'anno 1583, corrispondente ad una ' data incisa sulla trave del coro '.
E San Marco Argentano? Era scritto sulla stessa pagina, qualche rigo più sopra, con a fianco un'altra data, 1485, e l'indicazione ' consacrazione del complesso ad opera di Rutilio Zeno, vescovo di San Marco '.
Ma tu guarda! cerco un qualcosa, sbaglio nel formulare la ricerca, però trovo casualmente il nome di un vescovo sammarchese, a me sconosciuto, ma ben noto in ambiti umanistici. È chiaro che ero completamente fuori strada, in quanto quel vescovo non aveva nulla a che fare con la mia ricerca su persone nate nell'ottobre del 1582 a San Marco. Tuttavia, l'essermi imbattuto in un Rutilio Zeno, detto anche Zenone, che richiamava alla mente il famoso filoso di Elea, mi ha indotto ad una piccola deviazione.
' Andiamo un po' a vedere di chi si tratta ', mi son detto, ' e poi ritorno alla ricerca delle innocenti vittime della rivoluzione d'ottobre ', anticipando col pensiero e con un sorriso di compiacimento una delle frasi che avrei scritto sul presunto caso del ' bambino mai nato '.
E come ben sa chi fa ' zapping ' tramite un motore di ricerca, di solito capita di imbattersi in indirizzi che portano da tutt'altra parte rispetto al proposito iniziale di ' dare giusto una sbirciatina '.
Sono finito, infatti, in un pagina della Treccani che parlava di Giovanni Pontano, nato il 7 maggio del 1429. Ovviamente, mi sono chiesto cosa c'entrasse Pontano con Rutilio Zenone di San Marco, cercando di trovare il nome del nostro vescovo tra una serie di nomi che apparivano bene evidenziati nel testo.
Io, attratto dai cognomi come un mosca dalla merda, come se una voce interiore mi è dicesse: ' dai, assaggia ' nel leggere i cognomi di Trifernate e Trapenunzio che comparivano nel testo, non ho resistito alla tentazione di andare a scovare chi fossero e, dicendo tra me e me ' tanto ritorno subito all'argomento che cercavo ' mi sono messo alla ricerca di questi sconosciuti.
' Ehi, bello, ti stai infognando ', mi avverte la stessa voce interiore, quando noto che ho aperto troppe pagine e potrei ritrovarmi nel cibo delle mosche, tuttavia avanzo impavido, ormai deciso a sapere chi diavolo fossero e cosa facessero Trifernate e Trapenunzio, nella speranza di poter inserire anche loro nel racconto sulle nascite rinviate.
Punto deciso sul primo nome: mi compare il nome di una città, di un venditore di gomme d'auto, altri indirizzi spazzatura, ma nessun personaggio importante, motivo per cui penso di aggiungere il nome, che ovviamente ho dimenticato.
' Tanto lo trovo tornando indietro di una pagina ' mi dico, immemore dello scopo della mia originaria ricerca.
' Dov'era? Ah, sì, è questa. No, quest'altra. La prima pagina che ho trovato non serve e la chiudo '. Sbagliato! due pagine prima c'era il nome che cercavo.
Mi butto, quindi, sul Trapenunzio, senza rendermi conto che sto precipitando in un buco nero. Guardo sconsolato le decine di pagine aperte, cercando di trovare quella da cui era partito per la mia ricerca. Trovo una ' Curia Calabra ' aperta e ancora non letta, probabilmente riguardante gli effetti in Calabria del calendario accorciato. Giusto: La Curia Calabra era un luogo di culto o templum utilizzato per l'osservazione rituale della luna nuova nella Roma antica. Ora mi ricordo che quel Calabra mi aveva incuriosito, troppo e fatalmente, in quanto la Calabria con calabra non c'entrava affatto!
Mi sono fermato un attimo a pensare da dove potevo essere giunto alla Curia. Dal Vaticano? No. Allora, per esclusione, da calendario.
Torno una pagina indietro e questa volta sono fortunato: trovo la pagina aperta sulla parola chiave calende. Sì, ma cosa c'entravano con il calendario, a parte l'etimologia?
Ancora una pagina indietro, sperando che durante la ricerca non mi sia spostato su una nuova pagina. Niente. Mi ritrovo al punto in cui avevo iniziato una ricerca sulle calende.
' Ecco, forse ci sono ', mi sono detto, ricordandomi che la parola calende compariva su un'epigrafe. Ma quale epigrafe? L'avevo dimenticato.
Riscrivo, allora, sulla pagina del motore di ricerca ' calendario gregoriano calabrese ', pensando che quella ' curia calabra ' potesse essere il risultato di una deviazione nel corso della ricerca di qualcuno che aveva a che fare con il cambiamento del calendario, forse perchè attratto dall'idea di scoprire l'etimologia di quest'ultima parola.
Sono fortunato. Trovo un Luigi Lilio di Cirò in cui mi ero imbattuto casualmente, che era colui che aveva ideato il nuovo calendario, togliendo di netto dieci giorni dal mese di ottobre. Al momento non gli avevo attribuito importanza ai fini della ricerca, ora temevo di infognarmi peggio di come ero messo e ho lasciato perdere Lilio e la sua storia.
Mi sorge, però, il dubbio che la targa in cui fossero indicate le calende riguardasse proprio lui.
' L'epigrafe, l'epigrafe ... di chi era? Era stata dedicata a Lilio? '
Vado nuovamente sulla pagina di Wikipedia riguardante il calendario gregoriano. Leggo qualcosa di più e improvvisamente trovo che nella commissione preposta allo studio del nuovo calendario c'era anche il cardinale Guglielmo Sirleto! Sì proprio quello che fu vescovo di San Marco, quello che fece costruire l'ospedale dei poveri, quello che, a mio parere, era all'origine della storia ... argentata di San Marco.
Ecco, un filo sottilissimo mi porta da quel vescovo all'altro, a quello ...' come si chiamava? Ah, sí; Zenone, Rutilio Zenone! '.
A lui era stata dedicata l'epigrafe, tuttora esistente, a Morano Calabro, in ricordo della ' consacrazione della chiesa di San Bernardino avvenuta nel 1485 ad opera di Rutilio Zenone vescovo di S. Marco Argentano '.

Non c'è che dire, dall'idea iniziale di scoprire qualche effetto prodotto a San Marco Argentano dalla riforma del calendario nel 1582, ero finito per sbaglio a Morano e da lí, dopo un inconcludente peregrinare, ero tornato al punto di partenza, senza aver appreso nulla dei tanti nomi e delle vicende che hanno riguardato la riforma del calendario giuliano voluta da papa Gregorio XIII nel 1582 e, soprattutto, senza aver potuto scrivere il racconto su un sammarchese mai nato per colpa di un papa!


S.Marco Argentano, 23 agosto 2024

Paolo Chiaselotti


Nota
I paradossi del bambino mai nato, del bambino che il Papa Gregorio XIII non fece o non volle far nascere, dei bambini vittime della rivoluzione d'ottobre nascono dall'assurdo che eliminando i giorni del calendario sarebbero state eliminate le nascite avvenute in quei giorni e di conseguenza quei bambini non sarebbero mai nati! Voglio sperare che nessuno abbia preso sul serio tali affermazioni!

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