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IL CONVENTO ... A RAGIUNA È 'DI FISSA (parte III) ![]()
Particolare della copertina degli "Annales Minorum" di Luca Waddingo in cui compare la notizia sul convento di S.Marco
Debbo per prima cosa spiegare quell'espressione dialettale che sintetizza il risultato di una ricerca su
una scritta che si trova nel chiostro nel convento di Sant'Antonio di Padova a San Marco Argentano.
L'espressione in italiano significa letteralmente che la ragione è dei fessi, intendendo per fessi le persone sprovvedute. Ebbene, modestamente, posso vantarmi di essere tra queste. Ho sempre pensato che ognuno di noi ha il diritto (e socialmente il dovere) di dire la propria opinione. Una volta si voleva che chi si addentrasse in un dato argomento avesse la competenza necessaria per parlarne, poi i social hanno fatto piazza pulita di questo principio e ognuno ha potuto impunemente parlare anche di argomenti di cui non aveva alcuna competenza. A me capita di dire la mia quando vengo interpellato e poi mi rendo conto di aver sparato una cazzata. Poco male, penso, provando tuttavia un certo senso di vergogna, ma confortato dal fatto che è meglio sparare cazzate che proiettili. Vengo al dunque. La scritta che ha attirato la mia attenzione, prima ancora delle parole residue che vi si potevano leggere, riguardava una data in numeri romani, MCCCXX, equivalente all'anno 1320, perfettamente conservata e leggibile. Chiedersi perché quella data si trovasse scritta su una parete del chiostro credo che sia la cosa più ovvia di questo mondo. L'anno potrebbe indicare un'infinità di cose, di eventi, di banalità, inclusa quella in cui un priore abbia fatto fatto mettere al centro del chiostro una fontana con i pesci rossi! Ieri, come oggi, lasciare traccia di sè è un'ambizione che non ha limiti nè pudori. La mia incompetenza si è trasformata in curiosità, che è l'unico stimolo che mi spinge a chiedermi il perché delle cose e, quindi, a scoprire che cosa significhi una data cosa. Ho cercato di intuire da qualche parola che cosa potesse significare quella scritta in rosso e ciò che mi ha colpito è la parola notarius. Perché un notaio entrasse in una scritta che riportava la data 1320, per me significava che c'era necessità che venisse pubblicamente attestata un'azione di una certa importanza. Ebbene in questa testarda ricerca di dare un significato a quel residuo di storia mi sono imbattuto in un'autorevole pubblicazione riguardante i frati minori. Si tratta degli "Annales Minorum: seu Trium Ordinum a S. Francisco institutorum" di Luca Waddingo (Luke Wadding, francescano e storico irlandese, 1588-1567), tomo VI, nell'edizione pubblicata a Roma nel 1733 digitalizzata da Google, e in particolare di quanto avvenne nell'anno 1320, sotto il pontificato di Giovanni XXII, regnante l'imperatore Ludovico IV, nell'anno 113° della fondazione dell'Ordine francescano. La pagina in cui è riportata la notizia sul convento di San Marco è la 347, al capitolo VIII. Per non lasciare spazio a dubbi riporto l'estratto originale. ![]() Dal testo latino apprendiamo che proprio nell'anno 1320 furono eretti in varie località conventi per i Minori. Nella provincia della Calabria, nella città di San Marco, i cittadini, a spese dell'erario pubblico, eressero una sacra dimora a San Francesco approssimativamente in quello stesso anno. Lì San Francesco da Paola trascorse un anno di devozione al Signore indossando l'abito dei Minori. Nell'anno 1517 il luogo passò dai Padri Conventuali agli Osservanti e vi fu venerato il corpo del beato Francesco da San Marco (beato Francesco Maiorana), riposto in una sacra teca e custodito con estrema cura. Come si vede quella data non rappresenta affatto la riapertura di un convento chiuso da Federico II, bensì la costruzione di un convento da destinare ai frati minori per volontà e a spese della città di San Marco. San Marco Argentano, 27 gennaio 2025 Paolo Chiaselotti |
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