INDICE ANTISTORIE |
SAN MARCO NACQUE A NATALE?
Corteo storico normanno a San Marco Argentano
Alcuni giorni dopo l'arrivo di Roberto il Guiscardo a San Marco ci fu una ricorrenza festiva che
interessò il comprensorio della diocesi di Malvito. Non so dire quale genere di
festa fosse, ma è molto probabile che dovesse trattarsi di una festa religiosa.
Da dove proviene questa notizia? Dal capitolo XVI del Libro I delle Gesta di Ruggiero e di Roberto d'Altavilla di Goffredo Malaterra. Il cronista narra, infatti, che dovendosi procurare il cibo Roberto chiede agli Sclavi al suo servizio se conoscono un posto dove poterlo prendere e loro gli dicono di conoscere un villaggio situato oltre le montagne, dal percorso accidentato ed estremamente pericoloso. Il Guiscardo, esortandoli a compiere l'azione rischiosa, li rassicura sulla scarsa possibilità che gli abitanti fossero in grado di reagire, essendo ubriachi in seguito ad una festa. Ignorando completamente l'esistenza del villaggio, dobbiamo dedurre che il Guiscardo fosse al corrente di una festa che coinvolgeva l'intero territorio da lui conosciuto e poichè egli aveva lasciato da poco Scribla dobbiamo ritenere che si trattasse di una ricorrenza religiosa che vedeva coinvolti vari centri piccoli e grandi. Se si fosse trattato di festeggiamenti in onore di un Santo credo che difficilmente avrebbero interessato un'area così vasta come quella che si estendeva da Scribla al territorio soggetto a Malvito, senza dire che Roberto non poteva assolutamente sapere se in uno sperduto villaggio oltre i monti quel Santo fosse oggetto di culto e di festeggiamenti. Doveva, quindi, trattarsi di una ricorrenza religiosa importante, come il Natale o la Pasqua, o un'altra, che, però, io non saprei dire se all'epoca fosse celebrata e, in particolare, nei territori di cui stiamo parlando. Non ho neppure la minima competenza nel distinguere ricorrenze religiose bizantine e latine, ma credo, tuttavia, che questo mio interrogativo, se valido nella sua impostazione, possa trovare una risposta tra coloro che certamente si saranno soffermati sulle affermazioni del Malaterra. Mettendomi nei panni dello storico, mi chiedo se sia possibile che abbia fatto riferimento ad una ubriacatura collettiva per motivi diversi da quelli legati a festeggiamenti. Ad esempio, per non attribuire a Roberto una rapina con violenza sulle persone al solo scopo di procurarsi il cibo. Ma mi pare che la sua obiettività di cronista sia ampiamente dimostrata da altri e ben peggiori episodi di efferatezza riguardanti i protagonisti delle Gesta. Una prova in tal senso è data dall'introduzione del capitolo successivo, quando, espressamente, dice che non può passare sotto silenzio l'azione commessa dal Guiscardo, ovvero il rapimento con riscatto del signore di Bisignano. E soprattutto, dopo aver compiuto la razzia, inseguito con i suoi uomini dagli abitanti del villaggio, accortisi del saccheggio, Roberto stesso ne ucciderà alcuni e di altri ne farà ostaggi da riscattare. Sapere, dunque, se fosse Natale o Pasqua o un'altra ricorrenza religiosa quando Roberto, appena giunto a San Marco, decise di 'svaligiare' un abitato, ci aiuterebbe a stabilire con precisione in quale periodo dell'anno piantò le sue tende a San Marco. Mettendo assieme le affermazioni di Goffredo Malaterra sulla circostanza che spinse il Guiscardo ad abbandonare l'area insalubre, causa della cattiva salute dei suoi uomini, e la festa di cui parla nel prosieguo dello stesso capitolo, possiamo giungere alla conclusione che, manifestandosi gli effetti della malaria nel periodo estivo-autunnale, egli lasciò Scribla ad autunno inoltrato. Quindi, la festa di cui parla doveva essere il Natale. Significa, allora, che San Marco nacque in quel periodo, giusto il tempo per allestire il campo, gli alloggiamenti e consumare i viveri portati da Scribla. Tuttavia una domanda sorge spontanea: come mai Roberto il Guiscardo, affermando che in uno sperduto e sconosciuto villaggio si stava svolgendo una festa importante, non accenna ad alcun festeggiamento analogo a San Marco e dintorni? Infatti, il giorno in cui Roberto incita i suoi fanti-predoni a procurarsi le scorte di cibo, doveva essere, a conti fatti, proprio il giorno di Natale. Arrivato a questa conclusione, mi chiedo se il famoso dapifer, annunciando che erano finiti cibo e soldi, non abbia aggiunto anche: "... et panis natalitius!" Che cosa ne pensate? San Marco Argentano, 11 novembre 2024 (festa di San Martino) Paolo Chiaselotti |
LA STORIA LE STORIE
|
info@lastorialestorie.it
|