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L'EPOPEA NORMANNA DI SAN MARCO ARGENTANO. Gli argomenti più dibattuti tra storici e appassionati di storia locale riguardano essenzialmente le origini di San Marco e la sua torre, che, di fatto, corrispondono alle principali e più diffuse conoscenze della generalità dei suoi abitanti, assieme alla figura di Roberto il Guiscardo e, in misura minore, all'esistenza di un antica Argentano. L'aspetto religioso occupa anch'esso un posto di rilievo con i Martiri e il passaggio di San Marco Evangelista. Diversa è, invece, la conoscenza dei monumenti, considerati quasi tutti, indiscutibile patrimonio storico-culturale. Sarebbe interessante indagare quali siano stati i maggiori veicoli di informazione e quali abbiano fatto maggior presa sulla popolazione residente, ma da una valutazione superficiale io metterei al primo posto, in ordine crono-storico, la relazione del sindaco dei nobili Ignazio Gonzaga del 1692 e l'aggiunta del nome Argentano nel 1862. La prima, per aver diffuso argomenti storici o leggendari di un certo rilievo, la seconda per aver 'decretato' l'origine della città San Marco con l'aggiunta del toponimo Argentano. Nel corso degli ultimi anni la storia di San Marco Argentano ha finito per gravitare esclusivamente sulla presenza di Roberto il Guiscardo, fino al punto di attribuirle, a dispetto del nome, l'appellativo di città normanna e di adottare il profilo stilizzato del condottiero al posto del leone alato. A dare un impulso decisivo all'epopea normanna, anche se sarebbe più appropriato parlare di epopea guiscardiana, sono state alcune iniziative culturali, il cui merito va senza dubbio ascritto al prof. Eduardo Bruno, scultore, per aver divulgato la conoscenza del periodo normanno, mettendone in risalto aspetti storici, monumentali e agiografici. Promotore di un Centro Internazionale Studi sull'Arte e sulla Cultura del Periodo Normanno-Svevo, fondato agli inizi del 1992, che ricalcavava il già esistente Centro Studi Normanno Svevi con sede presso l'Università di Bari, si propose di ampliare gli ambiti di ricerca nello specifico sammarchese, attraverso la conservazione degli atti, la pubblicazione di studi e ricerche, la premiazione di iniziative, l'istituzione di un congresso a cadenza triennale, il tutto supportato da un comitato scientifico, presieduto dal prof. Cosimo Damiano Fonseca, Accademico dei Lincei, e composto da professori di varie università italiane e straniere. La Presidenza fu assunta e mantenuta dallo stesso prof. Bruno, che ancor prima della costituzione del Centro Studi, aveva già promosso e organizzato un convegno di alto spessore culturale con studiosi di chiara fama internazionale. Dopo una serie di convegni tenuti anche in altri Comuni della Provincia, il Centro Studi promosse la rivisitazione di modelli di vita dell'epoca attraverso sagre, giochi, feste e cortei in costume, tra i quali le nozze del Guiscardo con Alberada, dal forte impatto scenico per le figure di abati, cavalieri, dame e la creazione di costumi e scenografie, di cui si conserva ancora memoria e documentazione fotografica. Lo stesso promotore partecipò come protagonista all'evento interpretando la figura dello storico Goffredo Malaterra. (Vedi corteo 2005 e corteo 2006) Le rappresentazioni in costume continuarono negli anni, promosse anche da un'altra associazione culturale, Anima Normanna, quest'ultima impegnata essenzialmente in sagre paesane con il coinvolgimento diretto della popolazione nell'ambientazione folcloristica. Una delle ultime iniziative del prof. Bruno fu il Millennium Normannorum che, mediante una spettacolare e collaudata regia con la trasposizione scenica di documenti dell'epoca, si proponeva di divulgare un altro importante periodo della storia locale: la nascita dell'abbazia benedettina, la dedicazione della chiesa conventuale a Santa Maria della Matina, le donazioni di Roberto e di Sichelgaita. La presenza normanna a San Marco Argentano non ebbe mai in passato una visitazione e una divulgazione popolare di queste dimensioni. Anche l'attribuzione di un'antica fontana al periodo normanno, pur nella forzatura interpretativa di stili, epoca e identità, contribuì al processo di esaltazione delle origini normanne della città, intendendo per origini quelle caratteristiche tangibili e databili, rispetto alle più remote e fumose origini magno-greche, bruzie, romane e cristiane. Probabilmente neppure l'attribuzione del nome Argentano all'originario San Marco, ebbe un impatto culturale, ai suoi tempi ovviamente, così forte come quello generato dalle iniziative guiscardiane di cui ho parlato. Basti pensare che negli sforzi compiuti dagli studiosi dell'epoca per accreditare la veridicità di un'origine romana non mancarono vere e proprie falsificazioni, come il ritrovamento di un'epigrafe dedicatoria contenente un POPULUSQUE ARGENTANUS, risultato di un fraudolento "copia e incolla" dell'epigrafe di Polla 1. Quanto sopra (mi riferisco alle iniziative guiscardiane) ha di fatto creato un'immagine della città rispondente pienamente alle aspettative turistiche, considerando che tutti i monumenti esistenti risalgono ad anni successivi all'anno Mille: la torre, la cripta, il Luogo Santo, l'abbazia della Matina, la chiesa con il convento della Riforma e le altre chiese presenti a San Marco Argentano, monumenti che compaiono in migliaia di opuscoli e pieghevoli consegnati a centinaia di turisti durante le visite individuali o organizzate. Va ricordato, per inciso, che fu proprio il prof Bruno a proporre e far installare il primo cartello turistico in località Guardia Terme con l'indicazione di San Marco Argentano, Città Normanna, fin dagli inizi degli anni Novanta. Strano ed inspiegabile appare, pertanto, l'ostracismo riservato al prof. Onorato Tocci, autore di varie pubblicazioni sui Normanni, ultima in ordine di tempo "I Normanni a San Marco, leggende, miti, tradizioni", ed. Brenner, Cosenza, 2010. Il libro, che dovrebbe entrare a pieno titolo tra gli obiettivi del Centro Studi, ovvero promozione e svolgimento di attività di studio e ricerca sulle testimonianze culturali del periodo normanno-svevo, unitamente ad altre pubblicazioni riguardanti San Marco Argentano, non ha trovato nessuna accoglienza in seno al suddetto Centro, né in convegni e neppure in pubblici dibattiti. Una spiegazione potrebbe consistere nella stessa ragion d'essere del Centro Studi che, esaurita l'originaria 'spinta propulsiva' e consumata la funzione divulgativa, ha finito per diventare un mesto contenitore di ricordi su una pagina Facebook, ferma all'anno 2018, priva di interazioni, corredata da disegni, pregevoli, sui monumenti sammarchesi eseguiti dal presidente, unitamente a poche fotografie, uniche testimonianze dei partecipati convegni tenuti vari anni fa nella sala consiliare. 1 Da una rilettura più attenta mi accorgo che si tratta di un'epigrafe riferita a "ordo populusque salernitanus" e non a Polla San Marco Argentano, 27/12/2022 Paolo Chiaselotti In alto un'immagine delle Nozze di Roberto il Guiscardo e Alberada di Buonalbergo |
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