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DA CASTRUM A CIVITAS - I TRIVOLISI Il rione di Santa Maria Ho già parlato della più antica contrada di San Marco, TRIVOLISI, in un'altra pagina dell'antistoria. Ora voglio indagare maggiormente sulla parte che era all'interno delle mura cittadine e la sua ubicazione. Geograficamente essa si affacciava sul versante occidentale della zona collinare. Il fatto che una parte di essa si trovasse entro i confini della città e un'altra fosse all'esterno ha fatto avanzare l'ipotesi che quest'ultima fosse stata abbandonata e riedificata a monte. È quanto affermano alcuni con riferimento ad un preesistente insediamento romano, che confermerebbe l'esistenza dell'antico 1 Argentanum, abbandonato in seguito ad invasioni. La considerazione più ovvia è che le mura furono costruite in una zona un tempo chiamata Trivolisi, non sappiamo quanto estesa, per cui una parte di essa fu compresa nel perimetro urbano. Vediamo, intanto, di delimitare in qualche modo questo quartiere urbano sulla base di due documenti in cui è citato: La Platea delle Clarisse, redatta nel 1632, che i lettori dell'antistoria hanno avuto occasione di conoscere in altre pagine della rubrica, e la Platea del Capitolo della Cattedrale del 1612. Trascrivo integralmente le citazioni nell'ordine in cui compaiono nei due testi originari 2 evidenziando la parte che riguarda il nome della contrada: Anche nella Platea del Capitolo della Cattedrale di San Marco troviamo un altro importante riferimento al suddetto quartiere: I primi due riferimenti inducono senza dubbio a collocare i "Trivolisi, Tribulisi" all'interno del perimetro urbano e, in particolare, il primo all'interno della città a confine con una pubblica via, il terzo e il quarto item in luoghi imprecisati che, a quanto si intuisce, dovrebbero essere terreni agricoli. L'item della Platea del Capitolo della Cattedrale attesta che il Capitolo e i canonici avevano un 'ortale' in un luogo chiamato la Porta delli Tribulisi. La presenza di una porta cittadina con tale nome rappresenta un'assoluta novità, che non troviamo in nessun altro documento. Faccio notare, inoltre, che anche nella Platea delle Clarisse compare un'insolita denominazione, ovvero Santa Maria di Loco Santo che, da una lettura superficiale, dovrebbe essere l'attuale chiesetta del Luogo Santo o dei Martiri. Ma, come riferisce padre Francesco Russo nella sua Storia e Critica dei Santi Martiri Argentanesi, riportando le memorie di storici locali, quella chiesa, costruita nel 1611, fu intitolata alla Santa Croce, per l'anniversario dell'Esaltazione della Croce, cadente il 14 settembre e coincidente con la data del martirio dei nostri santi. Precisa, tuttavia, padre Francesco Russo che la chiesa, essendo sorta su una prebenda canonicale intitolata a San Senatore, continuò ad essere chiamata con quest'ultimo nome. Al di là della complicata e mai chiarita questione del nome, il fatto che nel caso da me esaminato si parli di una chiesa di Santa Maria di Loco Santo e che i Martiri risultino del tutto ignorati, almeno nei due documenti ecclesiastici sopracitati, mi fa sorgere il dubbio che si tratti della chiesa di Santa Maria, quella che tutti noi conosciamo, e che, per motivi a me ignoti, assunse varie denominazioni nell'arco di pochi anni e finanche nello stesso anno 1632 (Santa Maria dell'Illiro, della Porticella, dell'Ilice, della Nova, e infine dei Longobardi e del Carmelo). Se le cose stanno così, la porta, anch'essa denominata ora in un modo ora nell'altro (Porticciola, Porterola seu Calcinaro, Porta dell'Ilice) potrebbe essere la stessa che troviamo nella Platea del Capitolo del 1612 con il nome di Porta delli Tribulisi. In tal caso tutto combacerebbe. A suffragare questa considerazione c'è la presenza di uno stesso confinante, Andrea Santososti (o Sansosti) sia a Capo delle Rose e sia alla predetta porta delli tribulisi sopra Santa Maria de Loco Santo. Inoltre un altro confinante con il quartiere denominato Trivolisi, Paolo Collorella, risulta proprietario di un terreno sotto San Francesco, il che estenderebbe il quartiere nella zona più a sud dell'abitato. Da tutto ciò risulta che il quartiere era all'interno della città e una parte di esso ne restava parzialmente fuori, quindi tra la Chiesa di Santa Maria e l'attuale Capo delle Rose. Tutto risolto, dunque? Nemmeno per sogno. Nell'Ottocento troveremo che Trivolisi era chiamata la contrada Macchie a valle del paese, inclusa, come attesta un atto notarile dell'epoca in mio possesso, la contrada Facicchio. Non possiamo escludere che, in origine, un esteso territorio a valle fosse indicato con il nome "li Trivolisi" e che in seguito fu chiamato genericamente Macchione, Macchie, Macchie del Mulino, fino ad essere suddiviso acquisendo denominazioni diverse (Macchione, Troncone, Macchie, Cappasanta, Facicchio). Circa l'origine, che ho trattato ampiamente nella pagina specificatamente dedicata all'antica contrada, l'accostamento del toponimo "li Trivolisi o li Tribulisi" a persone piuttosto che a cose 3, ha indotto ad ipotizzare la presenza di legionari romani reclutati nella città di 'Tribula' e qui inviati per impedire sollevazioni di Argentanum, già alleato con Annibale e poi arresosi. Il fatto che i discendenti di questo presidio militare possano aver preso la via a monte in seguito ad incursioni sostituendosi al nome e alla memoria del popolo sorvegliato, è affascinante e suggestiva, ma porterebbe alla conclusione che San Marco sarebbe l'erede dell'antica Tribula o Trebula o Suffena o Mutusca o Trebiam che dir si voglia, un'antica città dei Sabini. Peccato che ai nostri storici sia sfuggita questa ghiotta occasione che ci avrebbe collegato a Strabone, Dionisio di Alicarnasso, Terenzio Varrone e Virgilio nella sua Eneide! 3 San Marco Argentano, 30 giugno 2023 Paolo Chiaselotti
1 Sia in Tito Livio che parla di populus, che nella deliberazione del Consiglio di San Marco del 1862 il
nome Argentanum è al maschile.
2 Questa la traduzione del testo latino. Il termine ITEM che significava inoltre, ancora, aveva la stessa funzione del nostro odierno comma. L'item continua ad essere usato nella lingua inglese.
Dalla platea del Capitolo3 Le città con nome Trebula sarebbero più di una, Salvatore Cristofaro nella Cronistoria si riferisce espressamente alla città sabina più famosa ovvero Trebula Mutusca e ritiene che il quartiere Trivolisi sia da attribuire alla installazione in loco di un presidio romano formato da soldati reclutati in quella città. Nessuna ascesa dalla zona a valle, dunque, ma una presenza diretta nel luogo più alto per sorvegliare gli 'irrequieti' abitatori di Argentanum che stavano in basso. Non sarebbero, dunque, le migrazioni dal basso verso l'alto di questi ultimi, a seguito di incursioni saracene, ad aver dato origine a San Marco, ma la diretta presenza di coorti trebulane. C'è, però, la testimonianza del Barrio che riporta la narrazione di Fabrizio Gonzaga che l'aveva sentita dal Cardinale Sirleto che quando vi passò l'evangelista Marco per convertire quel popolo che vi abitava e che prese il suo nome, gli abitanti si trovassero già sulla 'Sibari montana', ovvero Argentina. Suor Clarice Selvaggi, nella sua candida innocenza, afferma esser quel luogo pieno di triboli e felci, ovvero ricoperto di spine. "La Platea delle Clarisse" (https://www.sanmarcoargentano.it/ottocento/seicento/platea_int.htm) "Platea del Capitolo della Cattedrale" https://www.sanmarcoargentano.it/platea_sanmarco/platea_sanmarco.htm |
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