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L'ANTISTORIA


LA CHIESA DI SAN NICOLA.

Absidi della cattedrale di San Marco Argentano
Cattedrale di San Marco Argentano (ricostruita negli anni '40 del Novecento) - parte absidale


Quando fu eretta la nostra cattedrale dedicata a San Nicola di Bari? Non mi riferisco alla costruzione attuale, risalente agli anni Quaranta del secolo scorso, ma alla cattedrale originaria.
Non esistono documenti in merito, ma da alcune pergamene risalenti ai secoli XI e XII sappiamo che a San Marco esisteva non una cattedrale, ma una semplice chiesa dedicata a San Nicola "iuxta civitatem Santi Marci" (unita alla città di San Marco). Sappiamo, ancora, che nel 1144 la chiesa dipendeva dal vescovo di Malvito ed era affidata ad un canonico di nome Umfredo.
Il primo documento a nostra disposizione che parla dell'esistenza di detta chiesa è un diploma di Ruggero Borsa, figlio di Roberto il Guiscardo, datato luglio 1100, nel quale viene confermata all'abbazia della Matina la proprietà della chiesa 1.
Quattordici anni più tardi la chiesa è nuovamente citata con gli stessi termini e condizioni in un diploma di Guglielmo, figlio di Ruggero 2.
Trent'anni dopo, nel 1144, Umfredo, canonico della chiesa di San Nicola di "Sancto Marcho", a nome e per conto di Gualtiero, vescovo di Malvito, si reca a Messina alla corte del re Ruggero d'Altavilla, dove, alla presenza del re, dei suoi figli Ruggero e Guglielmo e di altri dignitari di corte, esibisce un documento rilasciato nell'anno 1087 dal duca Ruggero Borsa, chiedendo la conferma delle concessioni in esso contenute 3.
Quali erano tali riconoscimenti? Innanzitutto la conferma dei diritti che l'episcopato di Malvito vantava sul clero latino e greco e, più in generale, quelli di natura religiosa, le decime, il possesso dei monasteri ricadenti nel suo territorio, ad eccezione di Santa Maria della Matina e pertinenze, del monastero di Sant'Eufemia e pertinenze e del monastero della Santa Trinità a Venosa. Ed ecco che nelle proprietà della Chiesa malvitana compare anche la chiesa di San Nicola a San Marco, con tutte le sue pertinenze, già posseduta dal duca Roberto il Guiscardo e donata, in suffragio della sua anima, alla predetta Chiesa e al suo vescovo, dal figlio Ruggero Borsa nel 1087.
In un secondo documento, in greco, esibito sempre dal canonico Umfredo e datato "anno ab origine mundi VImDCII" (1093), Roberto (Scalio) figlio del Guiscardo accresce l'episcopato di Malvito di tredici presbiteri in aggiunta ai venticinque esistenti e di sedici laici (ne aveva trentacinque).
A questo punto nasce un grosso problema che non riguarda più l'epoca della nascita della chiesa di San Nicola, ma a chi appartenesse realmente. Al Guiscardo, al vescovo di Malvito o all'abbazia della Matina? Anzi i problemi sono più di uno: Ruggero Borsa, in base al documento predetto, avrebbe donato la chiesa di San Nicola nel 1087 al vescovo di Malvito e poi nel 1100 all'abate di Santa Maria della Matina, come risulta dal documento n. 5 delle Carte Latine. Poiché quest'ultima donazione viene confermata quattordici anni dopo dal figlio Guglielmo, dobbiamo ritenere che il 'sigillo' del vescovo Gualtiero di Malvito, presentato dal canonico Umfredo e datato 1087, fosse un falso oppure, per motivi a me ignoti, che la donazione al vescovo di Malvito non aveva avuto alcun seguito immediato.
C'è anche un altro dato che desta qualche perplessità: l'anno è lo stesso dell'arrivo a Bari delle spoglie di San Nicola di Myra, giunte in quella città il 9 maggio 1087 (sulla donazione, tranne l'anno, non è indicata alcuna data).
Come se non bastasse ecco che a complicare ancor più la faccenda spunta tra le Carte Latine pubblicate dal Pratesi un diploma del conte Roberto Scalio, figlio del Guiscardo, (documento n. 4, 1° settembre 1095 - 31 agosto 1096), nel quale conferma a Gualtiero, abate dell'abbazia della Matina, i diritti di legnatico, erbatico, utilizzo di acque e impianti di calcare, nel territorio di Malvito. Il documento è sottoscritto da Roberto e da Gualtiero episcopus Malvitensis, facendo nascere l'interrogativo se il vescovo di Malvito fosse anche abate della Matina o se si trattasse di due persone diverse. In questo caso, considerato che le terre non appartenevano all'abbazia, ma al vescovo di Malvito, la sottoscrizione di quest'ultimo potrebbe rappresentare il proprio consenso al loro utilizzo da parte dell'abbazia. In ogni caso non ho competenze sufficienti a spiegare come e perché Roberto, e prima di lui, il Guiscardo, suo padre, potessero autorizzare interventi di varia natura su terreni che appartenevano ad altri.

Da quanto sopra esposto possiamo affermare che esisteva una chiesa dedicata a San Nicola, la cui datazione anteriore al 1085 (anno della morte del Guiscardo) non è provata. Va, comunque, accolta la dipendenza di tale chiesa dal vescovo di Malvito in quanto riconosciuta da Ruggero re di Sicilia con proprio diploma nel 1144 e, di conseguenza, bisogna dedurre che essa in quella data non era cattedrale.
Le recenti conclusioni dell'architetto Lopetrone sul restauro dell'ambiente sottostante la cattedrale (a lungo ritenuto una cripta), realizzato per consentire la costruzione di un tempio di dimensioni maggiori rispetto al ridotto piano naturale di appoggio, inducono a datare la costruzione della cattedrale agli inizi del XIII secolo. Tuttavia, non possiamo escludere che, a seguito dell'istituzione della diocesi a San Marco, l'originaria chiesa di San Nicola possa aver assolto per un certo periodo alle funzioni di cattedrale.

San Marco Argentano, 7 aprile 2025

Paolo Chiaselotti

1 Alessandro Pratesi, "Carte latine di abbazie calabresi provenienti dall'Archivio Aldobrandini", Studi e Testi, 197, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1958 - doc. n. 5, Rogerii Ducis I Diploma, 1100 luglio.
2 Op.cit. - doc. n. 5, Willelmi Ducis I Diploma, 1114 maggio.
3 Op.cit. - doc. n. 13 Rogerii Regis Diploma, 1144 ottobre 24, Messina.
L'argomento è stato ampiamente trattato dal prof. Onorato Tocci nel suo studio monografico I normanni a San Marco - Leggende, storia, problemi, Cosenza, Edizioni Brenner, 2005 (pag.233 e nota 80).
La pergamena con cui il re Ruggero II (figlio di Ruggero I, conte di Sicilia, fratello del Guiscardo) riconosce e conferma la volontà dei suoi cugini Ruggero Borsa e Roberto Scalio (figli del Guiscardo), fu compilata nel palazzo di Ruggero a Messina. Nella nota al doc.n. 13 essa è classificata come documento originale, per cui non esistono dubbi di eventuali falsificazioni. Tuttavia, i 'sigilli' citati nella pergamena, esibiti dal canonico Umfredo come prove dei diritti vantati dalla Chiesa di Malvito, sono in palese contraddizione con precedenti documenti attestanti l'appartenenza della chiesa di San Nicola all'abbazia della Matina.


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