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CASTRAMENTATI ... Castrum Sancti Marci - San Marco Argentano - by @Trek_and_Drone_PlusPlus (by courtesy of Guido Leone) Oggi vi propongo di castramentarci, ovvero di accamparci in un luogo. Il fine è quello di fare un po' di scuola all'aperto. Di seguito capirete di cosa si tratta. Ho scelto per questa insolita esperienza didattica la contrada Cimino, immaginando che in quel luogo e nei dintorni non vi sia assolutamente nulla, solo noi e le nostre tende da campeggio. Immaginiamo che le tende da noi piantate resteranno lì fin quando non decideremo di costruirvi qualcosa di più stabile. Come sarà chiamata la nostra tendopoli? Gli altri la chiameranno la tendopoli di Cimino, noi potremmo non darle alcun nome oppure assegnarle un nome affettivo, di persona, di luogo o di cosa. Potremmo chiamarla accampamento Cimino o, per distinguerla da altri insediamenti l'accampamento di Cimino. Se siamo devoti potremmo chiamarla tendopoli Santa Maria o accampamento San Marco Evangelista, ma non la chiameremmo mai di Santa Maria o di San Marco Evangelista, come se ne fossero loro i proprietari. La lezione, come avrete capito, riguarda una piccola annotazione linguistica, che assume un'importanza rilevante quando dobbiamo interpretare correttamente un testo latino. Ad esempio la definizione dell'antica San Marco che avete letto decine di volte su queste pagine castrum Sancti Marci significa letteralmente la città di San Marco. Questa definizione sarebbe grammaticalmente sbagliata, come del resto lo è anche in italiano. Cosa vogliamo dire? che la città appartiene a San Marco Evangelista?! certamente no. In italiano la forma corretta sarebbe la 'città San Marco Argentano' e in latino 'castrum Sanctus Marcus'. E allora perché non correggiamo questo errore? Perché mentre noi potremmo farlo, sul documento non possiamo più mettere mano: quello è e quello rimane. Possiamo solo interpretarlo e per farlo correttamente dobbiamo conoscere non solo il latino e le sue regole, ma soprattutto le espressioni e le forme usate da questo o quell'autore, in questo o in quel periodo e in questa o quella zona geografica. Complicatissimo. Questo è il motivo per cui decine e centinaia di interpretazioni diverse, decine e centinaia di pubblicazioni non possono risolvere un problema, ma soltanto darne una spiegazione. È quello che voglio fare oggi per dare una motivazione a quello che ho definito un errore. Parto dall'accampamento con cui ho aperto la 'lezione': se Cimino è il luogo in cui abbiamo piantato le tende tale luogo doveva esistere prima del nostro arrivo e allo stesso modo se Roberto 'mise in piedi' un castrum detto di San Marco significa che San Marco esisteva già. Per togliere ogni dubbio sul fatto che San Marco esistesse già, ripropongo l'esempio di Cimino come il luogo in cui noi per primi piantammo le tende. Quindi San Marco e Cimino sono dei luoghi, dei territori, delle aree, comunque vogliamo definire le rispettive terre. Se il Guiscardo avesse voluto ricordare la figura del santo Evangelista nel momento in cui 'metteva in piedi' il castrum esso si sarebbe chiamato castrum Sanctus Marcus, così come si sarebbe chiamata accampamento Cimino la nostra tendopoli alla quale volevamo dare il nome della località. Non solo, ma al posto di quod dicitur Malaterra avrebbe detto quod ille appellavit Sanctum Marcum. Ma chi lo dice che San Marco era davvero un luogo esistente? Speravo di averlo dimostrato, ma visto che non sono stato sufficientemente persuasivo, dirò che il nome San Marco, al di fuori del castrum esisteva davvero e a dirlo è lo stesso Malaterra. In un'occasione afferma che Roberto il Guiscardo soggiornava presso San Marco (morabatur apud Sanctum Marcum 1), senza specificare se si trattasse del castrum, nè di un luogo, un territorio, un castello, una civitas o altro. Sappiamo anche quando egli abitava a San Marco: era il 1057, l'anno in cui morì il fratello Umfredo. In un'altra occasione Malaterra usa il nome generico San Marco per indicare la provenienza del fiume che scorre sotto Tarsia: quod a Sancto Marco defluit, cioè che scorre da San Marco. Assodato quindi che esisteva 'San Marco' bisogna stabilire se si trattasse di un luogo abitato, di una contrada, di un possedimento ecc. Non c'è scritto da nessuna parte, ma stando alle due affermazioni del Malaterra sopra esposte, considerando che una risale al 1057, quando il castrum era stato 'messo in piedi' e l'altra ad un periodo ancora successivo, non posso escludere che il 'San Marco' generico riferito dal Malaterra potesse essere stato abitato ancor prima e a maggior ragione dopo l'arrivo dei normanni. Ma un conto è 'San Marco' e un altro è il castrum di San Marco, così come un conto è San Marco e un altro è San Marco città, o per ritornare al nostro accampamento, quest'ultimo non rappresenta l'intera zona di Cimino ma solo la parte impegnata dalla tendopoli. Immagino che alcuni faranno salti di gioia nel sentire che 'San Marco' esisteva e che potesse finanche essere abitata, ma va chiarito subito che non si trattava di un aggregato urbano o di un castrum preesistente per due ragioni: la prima è che se esisteva già un castrum San Marco il suo nome, essendo il più recente, si sarebbe aggiunto a tutti gli altri con cui si vuole che fosse stata indicata la città: Argiro, Argentanum, Argentina, Mandonica, Sibari Montana, Marcopoli. Un castrum Sancti Marci non risulta da nessuna parte prima dell'arrivo del Guiscardo. La seconda ragione per cui non esisteva risiede nella convinzione errata che il verbo latino firmavit significa rafforzò, consolidò, un castrum esistente. La questione non cambia, rimane sempre l'inesistenza di un castrum Sancti Marci. Tuttavia, per togliere anche un piccolo 'alibi' a chi cercasse di consolidare un antico castrum, ecco un bell'esempio riguardante il nostro problema riportato in uno scritto d'epoca; "Dux mihi licentiam concessit Altampetram refirmare, vel castrum alibi in terra mea ubicumque voluero firmare", dove firmare castrum significa fare un castrum ex-novo. Noi, che oggi non abbiamo più il problema di difenderci da eventuali assedi, abbiamo difficoltà nel tradurre termini latini che rispondevano ad esigenze e a concetti tipici di quell'epoca, per cui castrum diventa fortezza e essendo la torre una fortificazione identifichiamo castrum con la torre e con tutto ciò che gli stava intorno, incluso un quartiere romano in cui abitava un console di nome Licio !! Tra l'originaria idea dell'accampamento fino alla sua stabilizzazione abitativa c'è un percorso temporale e spaziale complesso, che tuttavia continuerà a trovare una sua sintesi nel termine castrum, che in seguito si estenderà fino ad individuare quelle città che erano sede di diocesi (cerchiamo di non allargarci noi, a questa notizia!). Io consiglierei di non fermarci all'osteria sotto casa, ma di fare un giro anche in altri luoghi, sempre ovviamente in quelli di cui parla il Malaterra, allo scopo di capire il suo modo di esprimersi, il significato delle sue parole e dei termini usati. In basso ho riportato tutte le frasi in cui egli usa la parola castrum, dalle quali si capisce quanto conoscesse il territorio e la sua storia. Se San Marco fosse 'esistita' lo avrebbe detto chiaramente.
San Marco Argentano, 24 agosto 2023 Paolo Chiaselotti
Nota: Castramentum è voce del tardo latino, equivalente ad area edificabile.
1 Interessante è l'affermazione del Malaterra sulla dimora del Guiscardo, quando dice morabatur apud Sanctum Marcum (non dice morabat), che equivale a dire: soggiornava presso San Marco. Viene spontaneo chiedersi: perché non abitava nel castrum? e allora dove si trovava? era ospite presso qualcuno? o aveva un suo padiglione a valle che gli consentiva di compiere razzie con maggior rapidità? Non lo sappiamo, ma visto che da una vita stiamo discutendo di quel 'sacramentale' firmavit castrum, sarebbe il caso di spostare l'attenzione su qualche altro argomento come quello sopra accennato! Ritornando al toponimo San Marco esso doveva, dunque, riguardare o l'ambito ristretto del territorio su cui fu edificato il castrum o, come credo, un territorio più vasto appartenente al vescovo di Malvito. Di entrambi non abbiamo notizia. L'unico riferimento, molto più tardo rispetto al periodo normanno, è il nome di una chiesa documentata in un atto episcopale del 1559. La chiesa, di cui ho già parlato in altra pagina, stando a quanto afferma l'autore della Cronistoria, fu costruita su una preesistente cappella dell'Epifania e non escluderei che il nome del castrum potesse derivare da un possedimento ad essa legato di nome San Marco. Una volta eretta una chiesa con tale nome l'originario toponimo si fuse con essa, per cui in seguito il toponimo si ridurrà all'area adiacente alla chiesa, dove troviamo il quartiere di Santomarco, la porta San Marco, la fontana di Santomarco e nulla di più circa sue possibili estensioni. Insomma con la venuta del Guiscardo l'area circoscritta dal suo castrum inglobò quel nome originario con tutto ciò che di 'storico' esso poteva avere. |
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