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L'ANTISTORIA

BONA SFORZA D'ARAGONA, PRINCIPESSA DI ROSSANO
di Giancarlo Chianelli


Bona Sforza
A volte basta leggere un nome o una località che subito, senza volerlo, ci si addentra in un cunicolo, con un susseguirsi di persone che, inaspettatamente, ti riconducono verso casa.
È il caso che sto per raccontarvi, quando anch'io, alla ricerca di informazioni su Cracovia, dove volevo recarmi per una visita turistica estesa ad Auschwitz, mi sono ... perso tra i cunicoli della corte polacca!
E chi ti incontro? Nientemeno che la regina di Polonia, Bona Sforza d'Aragona, già duchessa di Bari e principessa di Rossano.
Era nata a Vigevano e all'età di venticinque anni venne proposta come seconda moglie a Sigismondo il vecchio, re di Polonia, il quale, essendo rimasto vedovo, all'età di cinquant'anni decise di sposarla tramite procura a Napoli.
Per quanto riguardava l'aspetto fisico, visto che all'epoca non c'era la fotografia, il monarca si fidò delle descrizioni della sposa fatte dai portavoce, i quali alterarono un po' la realtà, presentando come accettabile una donna tutt'altro che bella. Ma quello che si sarebbe rivelato il lato peggiore era l'aspetto morale: si seppe, poi, che a Bari, dove lei viveva, aveva avuto un amante, che aveva fatto tranquillamente avvelenare, dopo il matrimonio col re Sigismondo, perché si era rifiutato di seguirla nel suo viaggio in Polonia per congiungersi col regale consorte!
Arrivata nel palazzo reale a Cracovia, venne accolta calorosamente dai sudditi. I festeggiamenti per il matrimonio durarono una settimana. A corte si rivelò subito un'abile politica, sapendo coltivare le relazioni con le altre monarchie, soprattutto quella francese, di cui a quei tempi la sua città, Bari, era sotto la dominazione. In seguito cercò, senza esito, di intrecciare legami familiari con la corona di Francia, attraverso il matrimonio di un'appartenente ad essa con il suo primogenito.
Il figlio Sigismondo II, salito al potere dopo la morte del padre, sposò una donna senza nome e senza casato, con grave disappunto della madre. Fatto sta che poco tempo dopo esser diventata regina, la nuora si ammalò e morì. Stando alle malelingue Bona l'aveva fatta avvelenare, anche se non furono mai trovate prove sulle cause della letale malattia.
Indubbiamente spetta a lei il merito di essere riuscita a trasformare Cracovia in una delle più belle capitali europee, tanto da essere definita la nuova Firenze dell'est. Bona reclutò, infatti, le migliori maestranze del Rinascimento italiano per dare il look attuale alla città polacca, che oggi è patrimonio dell'UNESCO.
Dopo la morte del re consorte, Bona si era fatta un nuovo amante, un italiano, il quale non apprezzando la vita di corte, la convinse a rientrare a Bari, dove in seguito morì e fu sepolta.
Tanti furono i pettegolezzi che circolavano a corte sulla regina italiana e, come riporta Wikipedia, quello che più sintetizzava carattere e stile di vita fu il seguente:
"arrivata Bona in Polonia, fu ricevuta dal marito con real pompa et allegrezza infinita, et essendo coricato la prima notte con lei, non avendola trovata vergine, soleva poi sovente dire il re suo marito queste parole: Regina Bona attulit nobis tria dona: faciem pictam, vulvam non strictam et pecuniam fictam [Videlicet: la Regina Bona portò a noi tre doni: una faccia dipinta, una vagina non stretta e una ricchezza contraffatta] per cagione delle molte monete false che furono trovate fra li 100 mila ducati"
Qui finisce la storia di una ricerca, iniziata con l'intenzione di visitare Cracovia e, grazie a Bona, con un rientro inaspettato in Italia!

Giancarlo Chianelli

Losanna, 7 dicembre 2023

Notizie tratte da Wikipedia e Internet alle voci Bona Sforza Aragona


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