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L'ANTISTORIA
dalla "Chanson d'Antioche"
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1° Episodio: BOEMONDO IL TREMEBONDO ?!

Boemondo conquista Antiochia in un dipinto di Luis Gallait  (1840)

Boemondo conquista Antiochia in un dipinto di Luis Gallait (1840).

Il 'nostro' Boemondo, che nelle Gesta Francorum narrate in questa stessa rubrica è definito bellipotens, nella Chanson d'Antioche, una cronaca della crociata scritta da Richard Le Pèlerin nel XII secolo, apparirebbe talvolta tremante di fronte agli eventi tanto che in più di un'occasione deve essere richiamato ai suoi doveri.
È vero? non è vero? Sta di fatto che questo aspetto inedito di Boemondo l'ho trovato in una copia digitalizzata da Google di un libro pubblicato a Parigi nel 1862 a cura di M.Paulin Paris per i tipi della Librairie Académique Didier Ce, Libraires - Éditeurs, 35 Quai des Augustins.
Nell'introduzione all'opera, M. Paulin Paris afferma, infatti, che l'autore, Richard Le Pèlerin, si rivela uno storico coscienzioso, abbastanza imparziale nel delineare i caratteri dei vari protagonisti. 1

La curiosità di scoprire se effettivamente l'autore della Chanson d'Antioche avesse evidenziato questo lato oscuro del valoroso Boemondo mi ha spinto a cercare quei capitoli in cui compariva il nome del nostro importante concittadino, cercando di interpretare correttamente il testo scritto in francese antico.

Non mi soffermo sul contesto dei poemi epici riguardanti le Crociate, dei quali la Chanson d'Antioche fa parte, in quanto ognuno può approfondire l'argomento attraverso le varie pubblicazioni in rete, e neppure parlerò di quelle parti dell'opera che non riguardano le azioni di Boemondo, ma, attraverso la ricerca del nome francese Bohémond, cercherò di estrarre solamente le parti che ci interessano.
Inizio col dire che il primo appellativo con cui viene presentato il futuro principe d'Antiochia è le Sage, il saggio e, a seguire, il valoroso, il coraggioso, il fiero, il nobile. Solo al diciassettesimo capitolo del sesto canto l'autore ci informa che Boemondo, quanto ad astuzia, sarebbe degno figlio del padre (Bohémond qui est plein d'astuce), e precisamente quando, avendo corrotto un emiro che controllava una delle innumerevoli torri edificate lungo le mura di Antiochia, chiede spudoratamente agli altri capi di acconsentire che la città, una volta espugnata, gli venga assegnata di diritto.
Solo Raimondo di Saint Gilles si oppone con parole dure, mentre tutti gli altri, si dimostrano pienamente accondiscendenti alla proposta di Boemondo. Non solo, ma quando in un'occasione l'assedio sembra prendere una brutta piega per i crociati, il conte Raimondo sarà accusato di essere il responsabile del mancato successo.
Insomma, per quanto abbia cercato un Boemondo timoroso o titubante di fronte agli eventi, non sono riuscito a trovare alcun episodio che ne evidenzi questo aspetto inedito.
Certamente non può rientrare tra i difetti o nelle accuse di codardia la naturale tendenza a ricorrere a sotterfugi, astuzie e quant'altro, semmai, considerando i tempi e i fattori genetici, essi appaiono doti e prerogative di un autentico condottiero, avido di gloria e di ricchezza.
Forse, però, vale la pena esaminare con più attenzione i vari episodi di cui Boemondo fu protagonista, ma, trattandosi di argomenti descritti con abbondanza di dialoghi e di particolari, mi riservo di esporli, come ho fatto per le precedenti storie riguardanti i nostri eroi, Roberto e il figlio Boemondo, in una serie di puntate successive.
A presto.

Episodio successivo: Boemondo, la scala dei sogni


San Marco Argentano, 15 marzo 2024

Paolo Chiaselotti
1Historien consciencieux , Richard le Pèlerin raconte les événements, et peint le caractère des personnages avec assez d'impartialité . Bohémond tremble plus d'une fois , et plus d'une fois a besoin d'être rappelé à son devoir


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