INDICE ANTISTORIE |
BARTOLOMEO D'ALVIANO - CONTE DI SAN MARCO
Le immagini sopra riprodotte raffigurano un tal Bartolomeo d'Alviano, di cui la maggior parte di
voi, immagino, ignorasse al pari di me l'esistenza, tranne, come ho scoperto, gli appassionati di
videogiochi.
Come al solito voglio ricordare a chi per la prima volta si fosse imbattuto in una pagina dell'Antistoria che essa, in quanto tale, tratta gli 'scarti' della storia. Spesso nelle mie ricerche affannose di inediti e 'turpi' episodi finisco per imbattermi in vicende che rasentano l'incredibile, come nel caso del personaggio di oggi, divenuto conte di San Marco nel 1504.1 Va detto subito che egli non era né sammarchese, nè calabrese e neppure meridionale, ma era nato a Todi e combattè soprattutto per la Repubblica di Venezia. La sua vita e le sue imprese le trovate su una delle tante pagine web che parlano di lui, ma se proprio non vi va di leggere e vi piacciono le 'figure' potete tranquillamente digitare il suo nome e vi apparirà una figura slanciata e burbera inserita in un videogioco di Assassin's Creed. A chi avesse scelto questa seconda strada devo dare, ahimè, una delusione. Riguarda il suo aspetto di vigoroso maschio lombardo. La prima immagine a sinistra sarebbe la sua, come pure quella a destra, presa dal suo lato migliore, mentre l'ultima, in basso, è tratta da uno dei videogiochi. La descrizione che ne fa lo storico Paolo Giovio è davvero deludente, tanto che avrei volentieri evitato di trascriverla, se non fosse stato per quell'imparzialità che anche un antistorico deve rispettare per dovere di cronaca: In Bartholomeo Liviano, sicuti nos vidimus, et ex hac vera imagine coniectari licet, quanquam a humili corporis statura, ac ignobilis subagrestis acerbique oris ductu nullum ipso dignum personae decus emineret, .... Insomma, mi verrebbe da dire che di un individuo basso, dai lineamenti villani, privo di alcun tratto di distinzione, ne avremmo fatto volentieri a meno! Però ... E qui viene il bello. Era intelligente, colto e ammirato. Avendo già letto, come credo, le vicende che lo riguardano, vi siete fatti subito un'idea che un personaggio di questa portata poteva ben fare il paio con l'altro idolo della nostra storia, il Guiscardo 2, per non parlare poi di Boemondo (al quale, purtroppo, non ho ancora dedicato una sola pagina). Avrete certamente letto che il titolo di conte di San Marco gli fu dato da Gonzalo de Cordoba, o Consalvo di Cordova, a nome del viceré di Napoli Ferdinando il Cattolico, dopo la vittoria sul Garigliano e a Gaeta, contro i Francesi ai quali sottrassero l'intero dominio sul meridione. 3 Ora che sapete chi fosse, cosa avesse fatto e che oggi ha assunto le vesti di protagonista di alcuni videgiochi, voglio portare a termine la 'mission' di antistorico con un'altra notizia che sono certo ignorate, anche perché non è scritta in nessuna delle tante pagine web di facile consultazione. Quindi (scherzi a parte visto che oggi è il 1° aprile), ecco quanto ho letto su di lui, dopo che fu fatto prigioniero dei Francesi di Luigi XII nella battaglia di Agnadello, nel 1509 e durante una prigionia durata ben quattro anni! Dice lo storico Paolo Giovio che Bartolomeo d'Alviano, mentre era chiuso nella sua cella, scriveva le sue memorie su della cartaccia buona solo per latrine, occultando i fogli sotto il pavimento. Ma come scriveva, visto che non poteva chiedere ai carcerieri penna e inchiostro? Tirava un rametto della scopa, dandogli forma idonea, e lo intingeva nell'inchiostro ricavato da polvere di carbone sciolta nel vino!!4 Ditemi voi se avete mai udito una storia così assurda e poco convincente, sotto ogni aspetto. E dire che io sarei l'antistorico! Eppure Bartolomeo lasciò memorie, progetti, propositi, certo non tutti scritti in maniera così precaria, ma la sua figura di condottiero, stratega e uomo colto, per poco tempo conte di San Marco, non può che farci onore. Era destino! Lo storico Giovio lo ricava dalla nascita per parto cesareo, dalla posizione di Marte, dalla profezia degli astrologi che avevano previsto tutto di lui, dagli onori militari alle ferite che avrebbe riportato sul capo e sulla fronte, confermate dai fatti. 5 Ora, anche gli appassionati di videogiochi avranno qualcosa da raccontare ai loro amici su Bartolomeo d'Alviano o Liviano, e perchè possano dimostrare che quanto affermano è vero, ho riportato, solo per loro, il testo integrale in latino, perchè si sforzino di tradurlo e, se proprio bravi, di trovare qualche errore, che anche uno storico come Paolo Giovio poteva commettere.6 San Marco Argentano, 1 aprile 2023 Paolo Chiaselotti Nota: Il libro consultato è pubblicato sul sito https://mateo.uni-mannheim.de/ sotto il titolo di Giovio, Paolo (1483-1552): Elogia virorum bellica virtute illustrium: Septem libris iam olim ab Authore comprehensa, Et nunc ex eiusdem Musaeo ad vivum expressis Imaginibus exornata - Basil. : Petrus Perna, 1596 - Paolo Giovio visse negli anni in cui i fatti si verificarono - In edizioni successive l'immagine del condottiero fu sempre quella di profilo. 1 L'anno dovrebbe essere il 1501 e il titolo quello di duca. Esiste, a tal proposito, una lettera scritta da Gaeta e indirizzata al fratello Bortolo a Roma datata 2 gennaio 1501 in cui Bartolomeo scrive "Le cosse mie stanno bene. Ho auto el Ducato de Sancto Marcho in Calabria e Val de Grado et la caxa del principe de Bixiniano in Napoli" (Diarii di Marino Sannuto, a cura di Federico Stefani, Vol. V, Venezia, 1881) 2 Anche la moglie di Bartolomeo, Bartolomea Orsini, al pari di Sichelgaita, fu a fianco del marito nella strenua difesa della sua città Bracciano dagli attacchi di Alessandro VI, Rodrigo Borgia (Carlo Piola Caselli, Il vero ruolo di Bartolomea Orsini a Bracciano, Donne del Lago Sabatino, Quaderno 1, da Internet) 3 "Itaque Consalvus praecellenti atque praecipua Liviani virtute usus post deletos ad Lyrim Gallos eum Sancti Marci urbe donavit (lo gratificò della città di San Marco)" - In seguito all'insuccesso della congiura dei Baroni, a cui i Sanseverino avevano partecipato, il ducato di San Marco era rimasto vacante. 4 "... vulneratus et captus in Gallicum carcerem fit coniectus, in quo memorabili astu, rerum suarum comentarios prescripsit, quos legimus, in scabra vilique papyro, et latrinis tantum dicata, diligenter exaratos. Nam postquam a custodibus scribendi facultatem inpetrare non poterat, ex furculis scoparum calamos fabrefecit, intritoque carbone, et super insperso vino, atramentum paravit." 5 "In his legere fuit, se caeso matris utero in lucem editum fuisse, quum (cum) Martis astrum directum coeli vertice obtineret; unde sibi ab Astrologis praedictos militaris imperij honores, et certa capitis et frontis vulnera, qua vitare nequisset, denunciata fuisse asseverat. 6 Non vi è nessun errore, bensí una mia ignoranza sulla costruzione latina del verbo donare che in taluni casi regge l'accusativo della persona e l'ablativo della cosa donata (vedi nota 3) |
LA STORIA LE STORIE
|
info@lastorialestorie.it
|