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L'ANTISTORIA


SAN MARCO ESISTEVA PRIMA DEL GUISCARDO?.



La storia di molte città si basa su leggende e San Marco Argentano, secondo alcuni, potrebbe essere tra queste. Nel 1692 il sindaco dei nobili dell'epoca, Ignazio Gonzaga, in una relazione affermava che la "fidelissima città di San Marco" da lui governata, era l'erede dell'antica Argentanum citata da Tito Livio, a sua volta edificata dagli antichi abitatori della distrutta città di Sibari "come si ha per tradizione degli stessi antichi cittadini di S. Marco, quale viene confermata da Giovanni Giovane nella sua Storia Tarentina".
Leggendo il seguito della relazione, dopo una breve presentazione della Città, c'è un'ampia dissertazione riguardante il passaggio dell'apostolo Pietro e dell'evangelista Marco, il cambiamento del nome della città, la conversione di quattro cittadini di questa città, Dominata e i suoi figli Senatore, Cassiodoro e Viatore, il loro martirio per mano del Preside romano che governava la città "in un luogo mezzo miglio distante dell'habitata città dove l'antichi e devoti cittadini vi edificarono una Chiesa sotto il titolo di San Senatore".
Secoli dopo le reliquie custodite nella chiesa cattedrale di detta città furono nascostamente trasferite da Roberto Guiscardo nella città di Venosa, da dove, rinvenute miracolosamente il 15 dicembre del 1689, furono riportate nella cattedrale di San Marco.
La relazione cita tutti coloro che "parlano di detti Santi: il Martirologio d'Osoardo, Gabriele Barrio, Prospero Parisio, David Romeo, Filippo Ferrario, Geronimo Marafioti e ne racconta la vera storia Paolo Galtieri della città di Terranova nel suo legendario di Santi Martiri di Calabria".

La relazione parla, quindi, dell'istituzione della chiesa cattedrale da parte di San Pietro che vi lasciò come vicario l'evangelista Marco, come riferito dal suddetto Paolo Gualtieri, dei monumenti (incluso il collegamento torre-abbazia), delle istituzioni religiose e laiche, delle famiglie nobili, del governo della città e si conclude con una dichiarazione di veridicità "per quanto agli amministratori consta o hanno avuto notizia". A conferma di quanto scritto, sindaco dei nobili, sindaco del popolo ed eletti dell'uno e dell'altro censo firmano la relazione manoscritta dal cancelliere.
Era il 9 giugno 1692, due anni e sei mesi dopo il ritrovamento delle reliquie dei Santi Martiri.

Se mettessimo in dubbio la corrispondenza della Argentanum 'romana' con l'attuale San Marco, a prescindere da qualsiasi considerazione sulla sua fondazione, crollerebbe come un castello di carte tutto il seguito della sua storia: la venuta di Marco, la conversione di quattro cittadini romani, il loro martirio, la loro venerazione, con l'erezione di due chiese a loro nome, il trafugamento e la successiva restituzione delle reliquie dei santi. Oppure dovremmo ammettere che San Marco e San Pietro non passarono mai da queste parti, che la storia dei martiri argentanesi è solo una leggenda, che il trafugamento e la restituzione delle reliquie non avvennero. E neppure il nome della città fu cambiato da Argentanum in San Marco, visto che il nostro primo vescovo, Godoino, recatosi a Bari nel 1087 per la traslazione delle reliquie di San Nicola non era Marcianae Urbis ma Argentanae urbis, segno che la città aveva continuato a mantenere l'antico nome romano.
Mi rendo conto che il sindaco Gonzaga e gli altri governatori della città di San Marco si affidarono ad autori di molto successivi ai fatti narrati, ma avendo sottoscritto con giuramento e firma la veridicità del documento, di fatto 'sancirono' in prima persona quale dovesse essere la storia ufficiale della città, dando per buone tutte le notizie riferite.
Mi rendo anche conto che se ogni amministrazione decidesse con deliberazione la vera storia del paese, ne avremmo a decine, una diversa dall'altra, per cui arrivati a questo punto, avendo a cuore il bene del paese, ed essendo stato io stesso sindaco di questa città, mi rivolgo a quegli amministratori che, nel voler approfondire le origini del nostro paese, potrebbero incorrere in errori involontari o. addirittura, scoprire che alcune fondamenta non hanno solide basi storiche, senza riflettere sul grave danno che potrebbero arrecare alla nostra città e al suo prestigioso nome.
Se fosse assodato, ad esempio, che l'evangelista Marco non mise mai piede in Argentanum, dovremmo addirittura cambiare per intero il nome della città visto lo stretto legame che unisce il Santo all'antica città romana.
Voglio sperare che a nessuno venga in mente di cominciare tutto da capo!

In ogni caso, non essendo uno storico ed essendo non credente, non contate su di me.


San Marco Argentano, 23/12/2022

Paolo Chiaselotti


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