DUECENTO ANNI DI SOSPENSIONE ... SINDACO E ASSESSORI. Duecento anni fa, esattamente, non un giorno di pù non uno di meno, era una domenica, il sindaco Giovanni Selvaggi e i decurioni Michele Valentoni, Nicola Campagna, Gaetano Fazzari, Giuseppe Fera, Giuseppe Candela e Gaetano Rinaldi si riunirono per decisione del re delle due Sicilie Ferdinando I di Borbone. La regale disposizione, seguendo le ordinarie vie burocratiche, fu affidata ai direttori del ministero degli Affari Interni e del ministero di Grazia e Giustizia, i quali con provvedimento rispettivamente del 28 e del 31 marzo la comunicarono al signor Intendente della Provincia della Calabria Citeriore perché fosse applicata dai nostri amministratori. Che cosa era accaduto di tanto grave da scomodare il re in persona, tramite i suoi ministri, ad intervenire? Seguiamo la deliberazione adottata dagli amministratori anzidetti il 15 aprile del 1821, nella quale sono esposte punto per punto le disposizioni e le richieste sovrane. Al primo punto il sindaco e tutti gli eletti nominati anteriormente all'epoca del primo luglio dello scorso anno riprendono le loro funzioni, con l'eccezione del regio esattore signor Gaetano de Chiara che per sua rinuncia in data 5 novembre 1820 era stato sostituito dal signor Felice Catalani, confermato assieme ai predetti, per evitare ritardi nell'esazione della fondiaria, salvo diversa disposizione dell'Intendente della Provincia. Viene anche richiamato in servizio il cassiere comunale signor Domenico La Regina al fine di riscuotere sollecitamente tutte le rendite comunali, attuali e arretrate. In secondo luogo la giunta propone di riconfermare in qualità di segretario il decurione Gaetano Rinaldi, nonostante abbia superato il quadriennio prescritto dalla legge del 12 dicembre 1816 e sperando in una sua disponibilità. Le disposizioni superiori sembrano in qualche modo rispettate, ma assieme ad esse vi sono alcune indagini sulla situazione finanziaria del comune. La risposta degli amministratori è inequivocabile: " L'Amministrazione Comunale è in regola. I fitti, antecedentemente e regolarmente stabiliti, si sono conservati. Tutti i cespiti ordinarj e straordinarj sono quasi esatti, e gli inesatti si vanno esigendo". Il documento continua con la dichiarazione che nei demani comunali non vi sono state né usurpazioni, né azioni contro la libertà dei fondi. Nel caso vi fossero stati danni al patrimonio boschivo gli amministratori si obbligano a darne comunicazione all'Intendente. Per quanto riguarda il bilancio e in particolare le spese straordinarie queste ammontano a 650,81 ducati, di cui 467,77 a debito. Le somme spese con entrate proprie gravano sul capitolo delle spese impreviste e su quello del Camposanto. Restano da pagare 48 ducati a due seppellitori, 4 ducati alla Casa dei Proietti (infanti abbandonati), 12 ducati per fitto casa del giudice regio. La cassa comunale è gestita dal signor Domenico La Regina. Gli amministratori si obbligano ad inviare entro pochi giorni al signor Intendente i conti morali e materiali. Infine, poichè le disposizioni regie in materia di giustizia prevedevano di ripristinare i giudici conciliatori che avevano svolto servizio anteriormente al primo luglio 1820, gli amministratori dichiarano di aver sospeso dall'incarico il signor Gaetano de Chiara, nominato dopo tale data, provvedendo a richiamare il precedente giudice conciliatore signor Francesco La Regina. Con questo ultimo punto si chiude la deliberazione. Ma cos'era successo di tanto grave da imporre verifica ed eventuale cancellazione di provvedimenti presi dopo luglio del 1820? Per saperlo vi invito a leggere la pagina di storia Parlamento ultimo atto. L'immagine è la riduzione grafica di un quadro di Sebastiano De Albertis, pittore milanese dell'Ottocento San Marco Argentano 15.4.2021 Paolo Chiaselotti |
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