IL QUARANTOTTO A SAN MARCO . La storia di oggi è la narrazione di fatti avvenuti nel quarantottesimo anno del secolo diciannovesimo, tanto eccezionali da assegnare a quel numero un significato estremamente negativo. Ancora oggi dire che è successo un Quarantotto equivale a dire uno scompiglio, un caos, un subbuglio. Cosa accadde in quell'anno a San Marco, nel mese e nel giorno oggi ricorrenti, cioè il diciotto settembre del 1848? Sfogliando il libro in cui furono registrati i decessi ho 'scoperto' che quel giorno, come oggi, di centosettantatre anni fa morirono a distanza di quattro ore due fratelli, Luigi di trentaquattro anni alle ore quattordici e Carlo di trent'anni alle diciotto. Il loro cognome era De Marco, entrambi sposati, abitavano alla piazza cosiddetta di basso, oggi piazza Selvaggi. A dichiararne la morte furono un bottegaio, Salvatore Caruso e Vincenzo Ruberto, di professione sarto, entrambi quarantenni, domiciliati nello stesso quartiere. La morte di due giovani di buona famiglia -nell'atto sono entrambi indicati con il don, Luigi era farmacista, Carlo proprietario- avvenuta nello stesso giorno, nella stessa casa, a poche ore di distanza, fa ipotizzare una lite conclusasi tragicamente, forse un duello, o addirittura un crimine commesso chissà da chi e per quale ignoto motivo. Il fatto, però, che la duplice morte fosse avvenuta nell'anno anzidetto, noto per le rivoluzioni popolari scoppiate in vari Stati, fa propendere l'ipotesi verso un delitto legato alle vicende politiche che segnarono un po' dovunque la storia di ciascun paese. Purtroppo nei due atti di morte non vi è alcun cenno ai motivi dei decessi, per cui l'unica via per verificare l'ipotesi di una morte non dovuta a cause naturali, è quella di cercare tra le pagine del registro qualche indizio che possa far supporre analoghe morti collettive! L'idea che San Marco possa essere stata teatro di una rivolta popolare mi appariva molto remota, anche perché non vi è traccia nelle cronache del tempo di un simile evento. Tuttavia a San Marco in quell'anno sono documentati arresti di massa, persone di vari ceti sociali, accusate nientemeno di sovvertimento dell'ordine pubblico e attentato contro il governo! Non potrei escludere che nel corso dei rastrellamenti ci siano stati scontri a fuoco tra insorti e forze dell'ordine. Scorrendo i nomi degli imputati non trovo nessun De Marco, il che non prova nulla, ma anzi potrebbe avvalorare l'ipotesi che i fratelli De Marco siano stati uccisi dalle guardie regie prima dell'arresto degli altri congiurati! Continuando a spulciare nell'elenco dei morti del 1848 mi imbatto in tre registrazioni di morte avvenute nello stesso giorno e riguardanti tre componenti dello stesso nucleo familiare. La possibilità che San Marco sia stata teatro di eccidi di massa comincia ad assumere corpo. Nel caso in questione la tragedia si consuma a qualche chilometro dal centro urbano, in contrada Valentoni. Le vittime sono una donna e due suoi figli, tutti nati a Paola, e tutti e tre morti a distanza di qualche ora l'uno dall'altro. Anche in questo caso, come per i fratelli De Marco, tutti tre i decessi sono dichiarati contemporaneamente e congiuntamente da unici testimoni, che rispondono ai nomi di Giuseppe Coscarelli e di Francesco Iantorno, contadini del luogo, quindi persone assolutamente attendibili e a conoscenza dei fatti. Ma è mai possibile che la rivolta si fosse spostata in una zona tanto periferica e scarsamente abitata? Come al solito non abbiamo elementi che possano spiegare le cause delle morti, ripeto, avvenute tutte nella stessa casa e nello stesso giorno. C'è un solo elemento che può in qualche modo 'illuminarci' e riguarda il contesto socio-ambientale in cui i tragici fatti si svolsero. Si tratta di un aspetto piuttosto 'inquietante' di tutta la vicenda. Nell'atto di morte della madre c'è scritto che il marito, il capofamiglia, Domenico Saverio Sciammarelli, si trova in carcere. Perché? era stato arrestato? Non possiamo, a questo punto, escludere che sia stato lui l'autore dell'eccidio, considerato che nella trascrizione degli atti di morte viene riportata la condizione e il domicilio dei parenti diretti superstiti. Potremmo, quindi, dedurre dall'atto che Domenico Sciammarelli possa aver ucciso la moglie, Maddalena Mantuano e i figli, Vincenzo di diciassette anni e Luigi di nove, e poi essere stato catturato e imprigionato. E gli atti di morte dei figli, subito seguenti a quello della madre, che cosa ci dicono? Troviamo scritto che sono figli di Maddalena Mantuano, deceduta da alcune ore, e di Domenico Saverio Sciammarelli, tutti contadini, tutti nati a Paola ... e poi, con riferimento alla condizione del genitore superstite, al posto della dizione 'carcerato', troviamo sorprendentemente la parola 'galiuoto', galeotto, quasi ad indicarne la condizione sociale! Roba da non credere. Un'intera famiglia sterminata e il capofamiglia in galera! Il sospetto che si tratti di una tragedia familiare piuttosto che di un'insurrezione armata repressa nel sangue è più che un'ipotesi, anzi potremmo dire che è quasi una certezza. A meno che ..., a meno che non si tratti di una montatura politica. Perché escludere che un qualche 'patriota', venuto da Paola possa essere stato incolpato di aver sterminato la propria famiglia, facendolo apparire come uno spietato assassino, e non come colui che difendeva la propria e l'altrui libertà da un governo liberticida?! Tutto è possibile. Chissà quali e quante ingiustizie e repressioni furono tenute nascoste in quegli anni tempestosi! Viene da chiedersi: ma che cosa accadde ancora in quell'anno a San Marco Argentano? Ci fu davvero un Quarantotto? e riguardò solo la politica, o vi furono altri eventi che sconvolsero la vita del nostro territorio? Domande che ci lasciano senza parole, letteralmente, in quanto, tranne le ipotesi, non abbiamo certezze. Perchè a questo punto io stesso che ho dato inizio a questa storia, tutta vera e tutta documentata, non so più che dire, nè che pensare. Coincidenze? Due morti contemporanee in una casa 'per bene' e tre morti nella casa di un avanzo di galera, tutte e cinque in un piccolo centro della Calabria, nel giro di un mese, tra settembre e ottobre?! Non credo alle coincidenze e comunque siano andate le cose posso assicurarvi che sovversivi a San Marco ce n'erano e in buon numero, che arresti e repressioni ci furono e in buon numero, e anche che l'anno in questione, il 1848, iniziò con un triste presagio, un efferato delitto che segnò tragicamente la vita di due famiglie e la storia dell'intero paese. In quel tragico caso, avvenuto il quattordici gennaio del 1848, il cognome dell'ucciso coincideva con quello dell'uccisore. I motivi? Dissapori familiari, non escluse rivalità di natura politica, ma nulla che potesse essere collegato ad una rivolta armata o ad una repressione. Per non giungere a conclusioni affrettate ho pensato che conveniva continuare a scorrere il registro delle morti di quell'anno e cercare di scoprire, con un po' di attenzione e di fortuna, se in altre famiglie, a distanza di ore o di uno o due giorni, vi fossero state altre morti sospette. Quello che per prima cosa mi colpì fu il numero complessivo dei decessi nell'anno in questione e la loro elevata frequenza nel corso dei mesi, notevolmente superiore a quella degli altri anni. Ah, come vorrei potervi dire che sì, anche a San Marco furono in molti a prendere le armi, fucili, pistole, forconi o quant'altro poteva servire per una sollevazione generale in difesa dei diritti e della libertà, e che il loro spargimento di sangue fu occultato e mascherato sotto forma di morti naturali! Purtroppo, non posso dirlo, perché non ne ho le prove. So solo che morirono molte persone, nelle stesse case, nelle stesse famiglie. Si trattava di giovani, meno giovani, anziani, giovanissimi, di pochi mesi o di qualche giorno. Era possibile che a San Marco si fossero verificati tali e tanti scontri tra rivoluzionari e controrivoluzionari? Solo a San Marco?! Mi sembra la 'favola' dei cento contadini inermi massacrati nella vicina Fagnano dal colonnello Fumel durante la sua lotta al brigantaggio postunitario! Eppure i morti c'erano, duecentosei per l'esattezza, un numero elevatissimo rispetto alla media dei decessi nell'Ottocento. Io voglio credere che il maggior numero degli uccisi sia stato nella parte degli insorti e che le altre vittime giovanissime o troppo anziane siano testimonianza della barbarie di un governo assolutista e liberticida! Ma a questo punto mi sorge un dubbio, grosso come un macigno: e se i moti del Quarantotto non c'entrassero nulla con questa mattanza?! Oh Dio, mi sentirei crollare il mondo addosso. Certezze consolidate da pagine e pagine di storia, nette divisioni tra chi stava dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata, aggettivazioni imprenscindibili tra i 'buoni' e i 'cattivi' cancellate di colpo dalla scoperta che tra le vittime del Quarantotto non ci furono 'patrioti' o quanto meno non solo 'patrioti'. E se a San Marco nel 1848 ci fosse stata una qualche epidemia, assolutamente non documentata e non riportata, non solo nelle pagine di storia locale, ma neppure in quelle di qualche altro comune del Sud o dell'Italia? Insomma se il 1848 fu solo e soltanto l'anno delle rivolte europee, come mai i duecentosei morti di quell'anno a San Marco, cento in più rispetto all'anno precedente e quasi settanta rispetto al 1849, non fecero 'storia'? E pensare che se non fossi stato attratto dalla fortuita ricorrenza della morte dei due fratelli De Marco, dopo oltre centosett'anni passati sotto silenzio, né voi né io sapremmo alcunché della misteriosa epidemia che sterminò un numero così alto di sammarchesi, più ancora di quanti ne uccise il colera del 1855, sbandierato in lungo e largo da tutti i documenti dell'epoca. Resta un mistero il motivo per cui la notizia sia rimasta così a lungo ignorata, ma visto che nessuno finora ha voluto o saputo spiegarlo, mi assumo personalmente tutta la responsabilità di questo lungo silenzio, dicendo che anch'io ho sempre considerato il Quarantotto solo e soltanto come una gloriosa pagina di storia, dimenticando che, come sempre, la morte non ha nulla di retorico. Vedi anche Il Quarantotto a San Marco San Marco Argentano, 18 settembre 2021 Paolo Chiaselotti |
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