STORIA DEL CARCERE DI SAN MARCO Il primo documento che abbiamo trovato sulle prigioni di San Marco risale al 1820: è una deliberazione del decurionato nella quale si parla di riattazione delle prigioni. I lavori iniziarono dopo alcuni anni e il controllo fu affidato ad una commissione composta dal sindaco, dal giudice regio (era Francesco Palma di cui abbiamo parlato in altra occasione) e da un corpo civico. Una descrizione del carcere è contenuta in un atto di fine settembre del 1857:
"Il carcere attuale non offre che una stanza pel custode, uno stanzino per carcere
delle donne, un'altra pel carcere criminale ed altra stanza per carcere correzionale
e cappella. Però sotto la stanza del custode vi è un'altra stanza ma senza apertura
alcuna che si comunica con una cateratta. Converrebbe aprire delle luci per illuminare
questo locale... Ma ... non essendo proprietà del Comune, bisognerebbe l'adesione
del proprietario che sono gli eredi del principe di Cariati Signor Spinelli"
Negli anni successivi gli interventi di riparazione si rendono sempre più necessari ed urgenti:
"per ottenersi una stanza separata ove allogare i detenuti correzionali ....
il fabbricato addetto a prigioni mandamentali essendo un edifizio di antica data
la di cui costruzione gigandesca (sic) non potrebbe prestarsi così facilmente
per darvisi una nuova forma stantecché i muri di cinta offrono la largezza di palmi
sedici .... che si compone di soli quattro stanze, una cioè sotterrania, l'altra
addetta al custode, e le due superiori inservienti ai detenuti. Una di questi à
servito e può benissimo servire alla custodia di costoro, ma l'altra in cui evvi
fissata la Cappella si rattrova in pessimo stato .... sarebbe duopo di una nuova
volta onde impedire lo scolo delle acque piovane ... bisognevoli più centinaia di
ducati. .... volendosi ridurre il sotterranio .... avrebbe bisogno dello intero
pavimento e si dovessero aprire delle luci nei muri laterali ... E poiché il locale
no è di proprietà del Comune .... [il Consiglio propone che] gli imputati di
crimine .. il Giudice [li mandi] ... nel carcere viciniore di Cerzeto."
Nl 1870 gli amministratori valutano l'opportunità di acquistare la torre e ...
"... autorizzano il Sindaco di far le trattative di compra del suddetto locale
col principe qual padrone dello stesso offrendosi un prezzo conveniente il quale
però non dovrà oltrepassare di Lire duemila incominciando l'offerta a Lire 1000"
Ad aggravare la situazione ci si mette anche il terremoto del 1872:
"Accomodi al carcere .. che a seguito del terremoto del dì 8 ottobre p.p. il
lastricato superiore si è tutto lesionato, cosicchè è urgente provvedere alle debite
riparazioni"
Ma ancora due anni dopo, esattamente il 27 giugno 1874:
"Pel locale del Carcere, il quale richiede degli accomodi .... che il Sindaco
manifesti all'Illmo Signor Principe di Bisignano il desiderio di questo Municipio
di acquistare il detto locale, detto la Torre ...(oppure) voler accettare l'accollo
delle spese per gli accomodi"
Nel 1877 la questione è ancora in alto mare ...
"Il consigliere Conti propone che pria di deliberarsi ... il sindaco faccia
pratiche presso il Principe per la cessione del locale, onde provvedere agli accomodi."
Un anno dopo il 22 marzo 1878 ...
"Lavori di riparazione al Carcere. Spettano al Principe proprietario del fabbricato
addetto a Carcere, che vi è tenuto per Legge. In linea secondaria poi iniziare le
pratiche perché il Principe si degni cedere il detto locale al Comune ad enfiteusi
perpetua .... [oppure] ... siano a carico anche dei Comuni del Mandamento"
Lo stesso anno, il 19 settembre, come oggi, fu nominata una commissione per vigilare sulle condizioni del luogo di pena e dei detenuti:
"che a mente dell'art.7 Regolamento 27 Gennaio 1861, n.4681 dev'essere composta
dal Sindaco che n'è il Presidente, dal Parroco, da quattro cittadini (Carlo Amodei,
Filippo Candela, Alfonso Manfredi, Bernardo la Regina) e dal Pretore, membro per
Legge"
Alla fine (se non erro nel 1882) la torre fu acquistata dal Comune e agli inizi del secolo successivo fu costruito un nuovo carcere, oggi sede della ProLoco e di altre associazioni. Conosciamo i nomi di alcuni carcerieri dell'epoca: Domenico Picarelli (1812), Nicola Cannataro (1817), Francesco de Tommaso (1835), Nicola Cicchitelli (1849), Domenico Credidio (morto nel 1866), Luigi Rinaldi (1872), Francesco Blasi Fera (1900) e i nomi di coloro che morirono nel carcere. 19 settembre 2017 Paolo Chiaselotti |
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