La storia che vi racconto oggi avvenne a Cervicati il 17 dicembre 1817 (era un mercoledì come oggi)
e riguarda la dichiarazione di nascita di un bambino, un
trovatello come si diceva o,
con un'espressione ancora più cruda, un
gettatello, quando
la creatura non veniva lasciata nelle vicinanze di una casa o nelle
cassette di accoglienza gestite da istituti religiosi o da incaricati del Comune.
Colui o colei che abbandonò il bambino la notte del quattordici dicembre (la
dichiarazione al Comune avvenne tre giorni più tardi) oltre ad avvolgerlo in
alcuni cenci per proteggerlo dal freddo, lasciò a contatto del corpicino un'immagine
della Vergine Madre e un foglietto su cui era scritto: "
Battezzatelo Lucio Dicissette".
Ovviamente chi scrisse quell'avviso diretto al parroco, non poteva sapere che la dichiarazione
sarebbe avvenuta con tre giorni di ritardo rispetto al giorno del ritrovamento e, quindi, quel numero
si riferiva all'anno, mentre la scelta del nome Lucio era certamente dovuta
alla ricorrenza di Santa Lucia, giorno in cui il bambino era nato.
Vediamo cosa accadde esattamente la notte in cui il bambino fu abbandonato. A raccontarlo è
la persona che lo trovò in contrada Madonnella, dove abitava, e che andò successivamente a
presentarlo al Comune per la registrazione della nascita. L'uomo si chiamava Gabriele Serra, aveva cinquantanove anni
ed era un
bracciale, termine con cui all'epoca erano chiamati i lavoratori generici e in special modo quelli addetti
ai lavori agricoli.
Questa fu la sua dichiarazione riportata nell'atto di nascita:
Il giorno quattordici corrente mese (era dicembre), verso le ore cinque in sei della notte,
dormente a letto nella mia casa, ho sentito gridare un fanciullo innanzi la porta della casa d'abitazione di una
mia convicina nomata Maria Sicilia, e alzatomi dal letto e sortito fuori ho trovato il detto fanciullo
tale e quale ve lo presento involto in alcuni cenci, senza segno alcuno sul corpo, dell'età
apparente di un giorno, ...
A questo punto della narrazione dei fatti, l'ufficiale dello stato civile del Comune di Cervicati, nel controllare
il corpo del bambino che gli viene presentato
avendo ben diligentemente osservato detti cenci ritrova appesa sul collo una figurina dell'immagine
di Maria Santissima unita ad un biglietto che dice: Battezzatelo Lucio Diecissette
(era scritto Dicissette, che il funzionario pensò di correggere)
L'ufficiale dello stato civile dopo aver assegnato i predetti nome e cognome al bambino dispone che sia
trasferito all'orfanotrofio di Cosenza. L'atto di nascita continua con l'indicazione dei due testimoni presenti,
ovvero Antonio Lanzillotta di anni trentotto di professione bracciale, domiciliato in Cervicati alla strada
Scimisciaglia e Federico Posterivo di anni ventitre, di professione massaro, domiciliato alla predetta strada.
A chiusura della dichiarazione vi sono le firme di Gabriele Serra, con l'aggiunta di sua mano della dicitura
dichiarante, scritte con bella e chiara grafia, quella del sindaco Vincenzo Posterivo e quella del cancelliere
comunale Gaetano Caparelli.
Se qualcuno si ritrovasse questo insolito cognome, o simile, riconducibile, comunque, al numero diciassette,
ora conosce la curiosa origine di esso. Non sappiamo, ovviamente, chi fossero i genitori di questo innocente 'numero primo',
né che cosa spinse chi compilò il biglietto a scegliere come cognome, tra le tante opzioni che
fantasia, natura, sentimenti e via dicendo gli mettevano a disposizione, proprio le decine dell'anno in cui fu ritrovato.
Un anno, a pensarci bene, indica un tempo e anche un'età. Chissà se colui che
lo ritrovò, un bracciale quasi sessantenne che sapeva ben leggere e scrivere, non fosse
egli stesso il padre e che quella data fosse una sorta di sugello della sua virilità nonostante
l'età all'epoca avanzata? Sono andato a cercare qualche notizia su di lui e ho trovato che era rimasto
vedovo a fine Settecento e nel 1813 si era risposato con una donna più giovane, la quale
all'epoca del ritrovamento del piccolo Lucio aveva quarant'anni. L'età di entrambi, se fossero stati
loro i genitori, avrebbe potuto essere all'origine dell'abbandono, visto che egli era già nonno di un
bambino di quattro anni e per la moglie essere per la prima volta madre a quarant'anni poneva qualche problema,
considerando la minore longevità di quegli anni. Tuttavia, sono propenso a credere che Gabriele fu soltanto il
suggeritore del messaggio, ben scritto con caratteri ampi e leggibili, con un cognome alquanto strano e senz'altro originale.
Potrebbe aver fatto ciò Gabriele, cioè essersi 'divertito' a inventare un cognome unico per dare aiuto ad
una donna in difficoltà? Non lo escluderei visto che ad un proprio figlio,
nato dalla prima moglie, si 'divertì' a dargli un nome davvero insolito e prestigioso: lo chiamò Venerabile Serra,
che all'epoca non era un titolo di beatificazione, ma indubbiamente richiamava alla mente l'adorazione di natura divina.
Nel caso di Lucio sarebbe bastato scrivere il nome e il cognome, ma l'avervi inserito l'immagine della Vergine con
il Bambino, entrambi incoronati, fa nascere qualche sospetto, unitamente al fatto che il nato abbandonato fu portato al comune
ben quattro giorni dopo il suo ritrovamento, quasi a voler rimarcare anche nel giorno quel diciassette del cognome ...
Cervicati, 17 dicembre 2023
Paolo Chiaselotti
La storia, scritta per il 17 dicembre 2023, giorno della ricorrenza, non fu pubblicata perché
mancante di alcuni dati. Viene pubblicata oggi 20 giugno 2024, riveduta e corretta.