ERA GIUGNO DEL 1939 ... UN VOLONTARIO DELLA PATRIA.
Mi arruolai volontario il 26 novembre 1936 a Cosenza. Raggiunsi Roma il 28 dove
rimasi in servizio all'ospedale militare fino al 18 gennaio del 1937, quando mi
imbarcai a Napoli per l'Africa.
Dopo una settimana sbarcai a Massaua e per ventisette mesi svolsi il servizio militare
tra Gibuti, Addis Abeba, Debre Sina.
Il 25 maggio 1939 mi congedai e trovai lavoro presso la Società Anonima Puricelli a
Debre Sina, ma dopo un mese e mezzo mi licenziai e trovai lavoro all'infermeria
dell'Ispettorato Superiore di Sanità ad Addis Abeba. Mi preparai per l'esame di
infermiere antimalarico e, preso il diploma di prima classe, fui assunto con una paga
di quasi cinque lire giornaliere.
Dopo un po' di tempo, verso la metà di aprile, fui trasferito, sempre con la
qualifica di infermiere antimalarico, a Gimma dove lavorai fino a tutto maggio
del 1940. Il due di giugno mi recai alla posta per vedere se c'erano notizie da casa mia
e trovai, invece, la cartolina di richiamo alle armi con l'ordine di presentarmi
immediatamente all'ospedale di Gimma.
La mattina seguente, alle 9, ero già lì. Presero tutti i miei dati, la residenza
e mi diedero un permesso di cinque giorni per sbrigare le mie faccende. Dopo di che mi
ripresentai e, con mia sorpresa, mi dissero di indossare la divisa, senza che io riuscissi a
capire perché venivo arruolato!
Lo capii presto: la sfortuna aveva voluto che l'11 giugno del 1940 l'Italia era
entrata in guerra.
I miei compagni cominciarono a partire per il fronte. Anch'io ero deciso a partire come
volontario in una brigata coloniale. Poi, siccome lavoravo da infermiere alla Cassa Mutua
di Gimma, dovetti restare là fino alla metà di agosto e dopo fui trasferito ...
Non sappiamo cosa accadde dopo perché a questo punto si interrompe la memoria scritta di
suo pugno da Eugenio Madotti, trovata in un cassetto dalle figlie, che hanno voluto
pubblicarla
San Marco Argentano, 1 giugno 2021
Trascrizione di Paolo Chiaselotti
La cartolina del Governatorato di Gimma è tratta dal sito dell'Istituto
Centrale per il Catalogo e la Documentazione dei Beni Culturali