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1823 - 2023
DUE SECOLI FA LO SPOSTAMENTO DELLA FIERA DELLA CONICELLA DALLA RIFORMA ALLA MATINA

Tutto nacque dalla donazione di Roberto il Guiscardo all'abbazia della Matina del territorio di Santa Venere ...


Fiera del bestiame di Giulio da Vicchio - da https://www.pinterest.it/pin/404972191491318767/ Sono passati due secoli dal giorno in cui il Decurionato del Comune di San Marco (non si chiamava ancora Argentano), presideduto dal sindaco Michele Valentoni, decise di trasferire la storica fiera della Conicella dal piano della Riforma alla Matina.
La storia di questa fiera è importante perché è legata strettamente alla storia più antica di San Marco e risale al periodo in cui i monaci cistercensi si insediarono alla Matina, sostituendosi ai benedettini. Intanto vediamo di capire perché avesse questo nome, nonostante si svolgesse alla Matina.
La Conicella è un'altura che nell'XI secolo rappresentava il limite più elevato di una vasta estensione di terreno denominata Santa Venere, la quale esiste tuttora pur se di dimensioni più ridotte.
Il vasto territorio, che aveva inizio dal vallone in cui scorre l'omonimo torrente e si estendeva fino alla confluenza con il torrente Fullone, occupava interamente l'attuale abitato di San Marco giungendo fino alla contrada Salato e alla Conicella. Il nome di queste due contrade non compariva negli atti dell'epoca, ma tutto andava sotto il nome di Santa Venere.

Nel 1065 questo esteso possedimento, originariamente proprietà dell'episcopato malvitano, fu donato, assieme ad altri territori, da Roberto il Guiscardo e dalla moglie Sichelgaita all'abate Adelardo, priore dell'abbazia della Matina.
Non sappiamo se furono già i benedettini o i cistercensi a farvi erigere una chiesa dedicata a Santa Maria ad Nives e un piccolo complesso monastico, ma ciò che più importa è l'antica fiera che vi si svolgeva nei primi cinque giorni di agosto, coincidenti con la data della ricorrenza festiva di Maria Madre di Dio, legata ad una miracolosa nevicata avvenuta in un giorno d'agosto sul monte Esquilino a Roma.

Fino ai primissimi anni dell'Ottocento la fiera, detta della Conicella per la presenza di un'icona della Vergine, si svolse in quell'ampio pianoro di pertinenza del monastero.
La deliberazione, con cui il Decurionato decise lo spostamento della fiera dalla Riforma alla Matina, spiega anche i motivi per cui essa fu tolta dal luogo originario, la Conicella, e allocata presso le mura cittadine, nell'area di pertinenza del convento dei Minori Riformati.
" Anteriormente alla soppressione dei Monasteri si celebrava in una vasta campagna ove trovavasi situato il Monastero dei Cisterciensi, che soppresso questo Monastero nel 1809, è mancato il comodo che davano i monaci del ricovero a' Negozianti, e per essersi reso asilo dei Ladri, si fu nel bisogno di traslocarsi la cennata Fiera alle mura di Sammarco nel recinto de' Riformati ... "
Considerato che anche il convento francescano per tutto il periodo della dominazione francese rimase chiuso, il motivo dello spostamento deve attribuirsi al fatto che la Conicella, distante dall'abitato, fosse diventata un luogo malsicuro. Lo attestano due registrazioni di morte del 1810 nelle quali si legge che nella notte del sei maggio due cittadini di San Marco, un venditore di acquavite, Giuseppe Credidio, e un merciaiolo originario di Positano, al rientro dalla fiera di San Benedetto Ullano, furono aggrediti e uccisi "lungo la strada della Conicella che porta da San Marco a Mongrassano."
Con la fine del regno di Gioacchino Murat e con la riapertura del convento dei Minori, nel 1816 o qualche anno dopo, lo svolgimento della fiera riprese nella nuova area di pertinenza dei frati minori francescani.
Perché si scelse di spostare la tradizionale fiera d'agosto da questo secondo luogo, ritenuto sicuro, alla Matina? I motivi sono diversi, tutti legati all'aspetto più importante della fiera: la compravendita di animali, come è dettagliatamente spiegato nella deliberazione del 1823. Il recinto dei Riformati, entro il quale si svolgeva la fiera, ...
" è di sua natura angusto e particolarmente incapace di contenere animali di ogni pelo, che si portano nella cennata Fiera per vendersi; che l'attuale sito della Fiera si rende incomodo per gli abitanti del Comune di Sammarco, per causa dell'esalazioni degli animali, ed è incommodo ugualmente agli animali stessi, che oltre la mancanza del Locale ove situarsino, non hanno acque vicine per esser comodamente abbeverati, né passaggi, od uscite libere per essere ne' giorni di Fiera pascolati; che tutti questi inconvenienti cagionano presto la perdita di una delle principali Fiere della Provincia ... "
Ad offrire una valida alternativa a questa situazione in cui si rischiava la fine di una delle maggiori fiere della provincia, fu lo zio del sindaco, il generale don Luigi Valentoni, il quale propose di spostare la fiera della Conicella nella sua vasta proprietà in località Matina, pianeggiante e ricca di acqua, situata a poco più di un miglio dall'abitato, promettendo ...
" di non esiggere i dritti de' posti soliti a riscuotersi dal Comune, ma il solo affitto delle Botteghe ch'egli farà costruire nel cennato suo Fondo a canto il gran Fabbricato e Chiesa di sua pertinenza, che colà esiste, e che i Negozianti chiederebbero per loro commodo.
E finalmente, che siccome il Comune fra le sue rendite ha l'introito di circa ducati settanta annui per dritti di posti stabiliti nelle tre Fiere, che si celebrano nel territorio, denominate Conicella, Crocefisso, e Sant'Antonio, così volendo il Sig. Valentoni esonerare i Commercianti del peso di tali dritti, nel caso che si autorizzasse la traslocazione della prima Fiera detta Conicella nel suo territorio egli volontariamente ha offerto di pagare al Comune a titolo di Canone indiminuto annui ducati cinquanta, somma di gran lunga maggiore di quella che percepir si potrebbe annualmente da' posti di detta Fiera. "
Il Decurionato, all'unanimità, approva lo spostamento. Era il 2 marzo 1823 e cinque mesi dopo si terrà la prima fiera della Conicella alla Matina *, il luogo da cui tutta questa storia era iniziata oltre sette secoli e mezzo prima.

S.Marco Argentano, 8 agosto 2023

Paolo Chiaselotti

* Non è chiaro se la fiera fosse iniziata nel 1823 sotto il nome di fiera di Santa Maria o se si svolgesse già prima una fiera con tale nome o se la fiera ebbe inizio dal 1825! Il fatto che nella delibera del 1823 Luigi Valentoni promettesse di costruire botteghe e che nel 1825 esse fossero già esistenti a servizio dell'altra fiera (!) rende complessa l'interpretazione del passaggio seguente riguardante l'effettiva data del trasferimento alla Matina.
Infatti, l'Intendente Regio, probabilmente in seguito a proteste, nel 1825 aveva chiesto al Comune di specificare:
  1. Quali siano gli incommodi e dispiaceri che i P.P. Riformati risentono dalla celebrazione di detta Fiera.
  2. Ove i commercianti si trovano più commodi.
  3. Da quali de' due siti si potrebbe ricevere maggior commercio.
  4. Se tale traslocazione è reclamata dal bisogno, o da privato interesse.
A corredo l'Intendente chiede anche una pianta geometrica del sito ove si celebrava la fiera prima dell'occupazione militare francese (Conicella), una di quello ove attualmente si celebra (Riforma) e una terza del luogo in cui si vuol trasportare (Matina).
Il decurionato con deliberazione n.19 del 28.10.1825 fornisce quanto richiesto, precisando che alla Matina "esistono numerose botteghe di fabrica di già costruite per commodo de' Mercanti, i quali concorrono nell'altra fiera che nel medesimo luogo annualmente si celebra, sotto il titolo di Santa Maria della Mattina."

Vedi Deliberazione originale
Nella foto in alto un dipinto di Giulio da Vicchio, "Fiera del bestiame" tratto da https://www.pinterest.it/pin/404972191491318767

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