ERA IL 3 AGOSTO 1810 Abbiamo già parlato in un'altra storia del quartiere San Francesco e della sua vasta estensione prima del governo di Gioacchino Murat. Proprio come oggi nell'anno 1810 fu registrata la morte di un religioso del terzo ordine in detto quartiere: si chiamava Francesco Lombardi aveva sessant'anni ed era nato a Fagnano da Sebastiano e da Le Serre Innocenza. Non sappiamo quali fossero le condizioni dei religiosi a San Marco dopo la soppressione dei monasteri e degli ordini con la legge 7 agosto del 1809, ma poichè vi fu un successivo decreto nel 1811, possiamo ritenere che le soppresse comunità religiose continuassero a conservare oltre alla chiesa un ristretto spazio in cui continuare a vivere. Purtroppo non abbiamo avuto occasione di leggere documenti su tali aspetti. Del resto dopo la morte del vescovo Reginaldo Coppola il 7 febbraio 1810 la sede episcopale restò vacante fino al 1819, e anche per gli aspetti civili i registri decurionali hanno inizio solo da detto anno. Ritornando al protagonista della nostra storia sappiamo che aveva un fratello di nome Filippo, anch'egli nato a Fagnano, di professione molinaro, domiciliato con la famiglia al quartiere Sant'Antonio Abate, comunemente chiamato Sant'Antuonu. All'epoca dei fatti che stiamo narrando, cioè nel 1810, Filippo e la moglie Saveria, anch'essa da Fagnano, avevano cinque figli, ma l'anno successivo morirono l'ultimo nato Leonardo, di un anno, e Filippo, allora quarantenne. Il primogenito Sebastiano (lo stesso nome del nonno) diciassettenne divenne il capofamiglia. La vita non doveva essere facile: i giovani erano chiamati alle armi e coloro che si davano alla macchia erano ricercati come disertori. Forse fu per questo che Sebastiano finì i suoi giorni nelle carceri di Cosenza nell'anno della carestia, il 1817. Ad assumere le redini della famiglia fu il secondogenito Giuseppe che nel 1819 si sposò con il carico di una madre cinquantenne e di una sorella di sedici anni. L'altro fratello, Antonio, cominciò anch'egli a lavorare. Il loro mestiere divenne quello di mulattieri, un mestiere duro e piena di insidie, ma bastante per mantenere decorosamente una famiglia. Giuseppe, poi Filippo, poi di nuovo Giuseppe e ancora Filippo, secondo una tradizione che vuole sia ricordato il nome del progenitore, ma mai comparirà il nome di quel "monachello" che ha dato l'avvio alla storia di oggi: Francesco. Il dichiarante della morte di frate Francesco Lombardi da Fagnano si chiamava Antonio Stancati, era un corriere, abitava nel quartiere San Francesco e suo padre Giuseppe era un eremita. Antonio morirà dopo due anni e a dichiararne la morte sarà Francesco Lombardi, molinaro di anni cinquanta domiciliato a Sant'Antuonu. La coincidenza di luoghi, di mestieri, di comuni origini geografiche, di devozioni fa supporre che tra quest'ultimo Francesco, capostipite del ceppo n.4 dei Lombardo e Sebastiano, capostipite del ceppo n.6 vi fosse uno stretto legame di parentela, per cui il nome Francesco fu privilegio onomastico del ceppo anzidetto. Un'ultima considerazione sul cognome. Il cognome fu scritto spesso nella forma al plurale fin dagli inizi delle registrazioni, cosa abbastanza insolita nel meridione, dove quasi sempre si usava la forma singolare. Il motivo, a mio giudizio, va ricercato nell'origine "lombarda" degli antenati o per derivazioni longobarde o, più probabilmente per origini valdesi, tenendo conto che l'attuale Guardia Piemontese era un tenpo definita Guardia Lombarda, termine con il quale venivano chiamati popoli e persone provenienti dal nord dell'Italia. (Si veda l'albero genealogico ceppo 6 e ceppo 4). San Marco Argentano, 3 agosto 2017 Paolo Chiaselotti * Copie dei registri dal 1809 al 1864, conservati dai Comuni, sono depositati anche presso l'Archivio di Stato di Cosenza e liberamente consultabili, mentre per i registri degli anni successivi esistono, sempre presso l'archivio di Stato di Cosenza, i microfilm dei registri comunali fatti dai Mormoni al seguito delle truppe americane alla fine della seconda guerra mondiale) Nella foto un quadro di San Francesco di Paola (collezione dei Baroni Selvaggi) nella cella della Cappella La Benedetta a San Marco Argentano |
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