ERA IL 24 OTTOBRE 1917 - UN SAMMARCHESE NELLA DISFATTA DI CAPORETTO Un nostro concittadino che vive in Svizzera con la sua famiglia da molti anni, il signor Giancarlo Chianelli, ci ha ricordato che oggi ricorre il centenario della cosiddetta disfatta di Caporetto, un luogo che è divenuto anche nella lingua italiana simbolo della sconfitta e della fine rovinosa di una battaglia. Il signor Chianelli, un cui antenato è tra i caduti della Grande Guerra sulla lapide del monumento alla Riforma, è un appassionato e attento studioso dei tragici fatti che diedero l'attuale assetto geopolitico alla nostra Italia. Proprio perché in seno alla sua famiglia vi fu un caduto della prima Guerra Mondiale, ha voluto trasferire un lutto che lo riguarda da vicino nel ricordo e nella comprensione di quei tragici fatti, lontani ma mai dimenticati. Ha visitato i luoghi che furono teatro di battaglie, i musei, ha letto i documenti d'archivio, insomma ha voluto approfondire una pagina di storia che lo riguardava da vicino e che riguarda ognuno di noi in quanto italiani. Grazie a questi suoi approfondimenti oggi sappiamo come e dove morirono o risultarono dispersi molti nostri concittadini, dei quali si sapeva solo un nome e un cognome scritti su una lapide commemorativa. E così oggi ci ha ricordato che un ignoto fante di San Marco Argentano, che rispondeva all'altrettanto ignoto nome e cognome di Pasquale Anania, fu tra i Sammarchesi che quella tragica disfatta la vissero e vi morirono dispersi prima e dimenticati poi. Il signor Giancarlo Chianelli si chiede se fu l'unico sammarchese o se ve ne furono altri che quel giorno di cento anni fa scomparvero per quell'evento che fece storia nella storia. Chissà? si chiede, quasi dispiaciuto per non aver riportato alla memoria dei vivi qualche altro sepolto nell'oblio. In questo sito, alle storie riguardanti due ufficiali caduti nella Grande Guerra, Manfredi e Cirielli, c'è un suo contributo che riguarda queste due giovani vite, e nel sito di San Marco Argentano, vi sono le indicazioni di come e dove furono uccisi e/o sepolti altri nostri concittadini. Chi era Pasquale Anania? Nessuno. Una risposta brutale, ma autenticamente vera da un punto di vista anagrafico. Chi lo concepì lo abbandonò il primo dicembre del 1897. Fu allattato e cresciuto da una famiglia che aveva altri figli e che continuò ad averne anche dopo la sua partenza alle armi. Se cerchiamo qualcosa di lui, una foto, un ricordo, uno scritto, non c'è, tranne quel nome fatto scrivere su una lapide nel 1968 dal sindaco Antonio Di Cianni. Semplicemente questo ha voluto ricordarci Giancarlo Chianelli, che nella disfatta di Caporetto c'era Pasquale Anania di San Marco Argentano. Me n'ero dimenticato anch'io di questa ricorrenza. S.Marco Argentano, 24.10.2017 Paolo Chiaselotti
Il signor Giancarlo Chianelli, con la testardaggine e l'ostinazione tipica dei
calabresi, ha cercato di ritrovare i resti di questo nostro concittadino. A distanza
di oltre quattro anni dalla sua memoria ci ha comunicato di aver scoperto, finalmente,
dove fu sepolto Pasquale Anania: a Novara, come dimostrano le foto sottostanti (ingrandibili)
e le e-mail di conferma della sepoltura. Buongiorno; sono un ricercatore della Grande Guerra è compio ricerche sui caduti del mio comune d'origine San Marco Argentano. In merito al soldato Anania Pasquale disperso durante la battaglia di Caporetto, negli albi ufficiali viene riportato come luogo di sepoltura il cimitero comunale di Novara. Potreste gentilmente confermare la cosa? In effetti mi sembra un po' insolito, tutti i caduti sul Carso sono sepolti nei vari Sacrari del Friuli o Veneto. Cordiali saluti, Giancarlo Chianelli
Da: ...@comune.novara.it
Gentilissimo Sig. Chianelli buongiorno, ciò che è riportato negli albi ufficiali, risulta corretto. In effetti i resti del defunto Anania Pasquale risultano sepolti nel Monumento Ai Caduti presso il Cimitero di Novara. Le allego foto al riguardo, la prima è per mostrarle il monumento, nella seconda, vedrà cognomi e nomi in ordine alfabetico, dove vi è anche, appunto, Anania Pasquale. Sperando di essere stati esaustivi, si porgono i migliori saluti
La foto in alto di apertura (ingrandibile) è stata
gentilmente fornita dal m.m. cav.Tarquinio Iuliano
Nomina sunt consequentia rerum? Ai nati da genitori ignoti veniva dato un cognome dall'ufficiale dello stato civile a suo piacimento, a volte pescato da un elenco di cognomi fittizi inviato dalla Prefettura. Anania era il nome di due personaggi del Nuovo Testamento: uno fu un martire, discepolo di Gesù, l'altro morì fulminato assieme alla moglie Safira da San Pietro, al quale avevano mentito sulla somma reale incassata dalla vendita di un terreno nel momento di versare il loro tributo nelle mani di Pietro. San Pietro redistribuiva le somme così raccolte ai poveri e agli ammalati. Masaccio rappresenta questa scena in un affresco nella Chiesa del Carmine a Firenze. Il nostro Anania, con quel cognome datogli dall'impiegato comunale, era involontario portatore di questa terribile maledizione. La beffa è che Pasquale, appena ventenne, fu mandato a combattere per togliere le terre all'Austria e darle o ridarle alla Patria. Pasquale Anania era stato affidato alla nascita (1.12.1897) ad una giovane madre, Maria Petrassi, contadina, moglie di Giuseppe Russo, alla quale il 6 novembre dello stesso anno era morto il primogenito, Gennaro, a dodici giorni dalla nascita. Abitavano nella contrada Manca Castagna (vedi albero genealogico n.1 RUSSO ) . |
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