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Era il 13 ottobre 1888 ...


Era il 13 ottobre 1888 quando nacque il giovane ritratto nella foto. Si chiamava Domenico Maria Alfonso ed era il fratello di mia nonna materna.
La foto è tratta da un ovale che la nonna portava sempre al collo. Sull'altra faccia dell'ovale c'era la foto del marito Carlo, mio nonno, morti a distanza di otto mesi. Mio nonno Carlo era orefice, studente mio prozio Domenico. Erano cognati, ma anche cugini, come i miei nonni.
Mi va di parlarne perchè la loro storia è strettamente legata con la storia del quartiere in cui abito. È la piazza Umberto con le sue immediate adiacenze: l'imbocco di via XX settembre e l'imbocco di via Vittorio Emanuele.
Il quartiere era detto un tempo della Torre, perchè sottostante ad essa, talvolta del Casalicchio, della Portavecchia o di San Francesco perchè unito a detti quartieri. O anche dell'ospedale, per l'ospizio fatto costruire nella seconda metà del Cinquecento dal cardinal Sirleto quando era vescovo di San Marco.
La presenza a San Marco di due fratelli, Giuseppe e Domenico Curatolo, provenienti da Fiumefreddo Bruzio, è documentata agli inizi degli anni Settanta dell'Ottocento. Erano i mie bisavi. Giuseppe giunse già sposato, con due figli, Luigi di otto anni e Carlo, mio nonno, di tre. Il fratello Domenico avrà quattro figlie, tra cui mia nonna, e il figlio nella foto.
Nel 1878 avevano edificato la loro casa, a tre piani.
Giuseppe chiese in quell'anno di modificare a proprie spese le attuali via San Francesco e la soprastante via Vittorio Emanuele III, allora scoscesa, riempiendo il pendio e creando quell'area, protetta da una balaustra, antistante l'edificio.
Perchè la descrizione di un intervento edilizio di così scarso interesse?
Perchè i fratelli Curatolo, di cui si legge l'insegna nella foto sotto, volevano aprire un accesso all'edificio su una delle principali arterie nate in quegli anni, cioè quella iniziata come strada militare in epoca murattiana e poi divenuta l'unica via di comunicazione con decine di comuni della dorsale tra valle del Crati e Appennino paolano.
Voglio elencarli, comprese le frazioni: Cervicati, Mongrassano, Cavallerizzo, Cerzeto, San Giacomo, San Martino, Santa Maria Le Grotte, Torano, Sartano, Rota Greca, Lattarico, San Benedetto Ullano, Vaccarizzo, Santa Maria La Castagna, e altri, perchè molte famiglie presenti a San Marco provenivano da quei territori, inclusi alcuni prossimi a Montalto Uffugo e San Fili.
Gli artigiani avevano aperto botteghe e officine lungo la strada di basso, l'attuale via Duca degli Abruzzi, perché il trasporto di merci tramite la rotabile e la strada ferrata favoriva i servizi, mentre i commercianti avevano preferito la parte più a monte per il maggior transito di persone.
Le prime a sfruttare questo grosso varco commerciale furono famiglie venute da Positano: Aiello, Parlati, Attanasio, ma sto parlando degli inizi dell'Ottocento. In seguito quando il nostro comune divenne via obbligata per raggiungere la vecchia consolare e la ferrovia, altre ne giunsero da centri vicini e lontani: Viggiano da Torraca, Gaudio da Dipignano, Curatolo da Fiumefreddo, tutte pronte ad acquistare vecchi edifici da riattare e destinare ad empori. Altre ancora, già presenti da tempo a San Marco, abbandonarono i vecchi quartieri per aprire nuove attività nella piazza e lungo la nuova arteria. Insegne, come quelle appena citate, avevano i nomi di Cipolla, Mulino, Cittadino, Artusi.
Non si trattava di piccole botteghe, ma di negozi in cui si trovava di tutto, dal pane, al petrolio per i lumi, ai recipienti di ogni genere e ai tessuti. Basti pensare che una delle battute più in voga nei bazar dell'epoca era la seguente: " Ca c'è tuttu. Si vu' a mammeta a mammeta ci truovi!"
Insomma una rivoluzione. San Marco da borgo feudale si era trasformata, nell'arco di pochi decenni, in un centro commerciale. Agli inizi del Novecento coloro che avevano i maggiori interessi nei vari settori economici aprirono una Banca Cooperativa. Era il 1912.
Quella banca molti anni dopo acquistò la casa Curatolo, oggi sede CREDEM, avendo compreso quanto fosse importante quella via di comunicazione in cui era ubicata.

Le cose cambiarono completamente quando ... Ma questa è un'altra storia.

CASA CURATOLO AGLI INIZI DEL NOVECENTO, OGGI SEDE DEL CREDITO EMILIANO

casa Curatolo CREDEM ex casa Curatolo





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