SPAGNUOLO Il cognome di cui parlerò oggi è ancora presente a San Marco, anche se i suoi rappresentanti sono in numero piuttosto ridotto. Non si tratta di quelle estese genealogie che in altri tempi erano condizione indispensabile per essere eletti ad una carica politica, ma di un unico ceppo che, però, ha il non comune privilegio di poter vantare una plurisecolare presenza nel nostro territorio. Si tratta del cognome Spagnuolo, chiaramente etnico, scritto in alcuni casi Spagniuolo e Spagnolo, che si manterrà tale ai nostri giorni. Intanto, voglio spiegare come e perché questo cognome, la sua genealogia e la sua storia sono saltati fuori. Oggi 31 ottobre era nata nel lontano 1836 in contrada Sciulli Maria Rosaria Spagnuolo, non che fosse l'unica nata in questo giorno, ma a decidere di trattare la storia dei membri di questa famiglia, estraendola da altri quarantotto nati nello stesso giorno, è stata una serie di fattori. Il primo e più importante è che questa modesta famiglia può vantare lontani natali attraverso un documento che ne attesta la presenza in loco nel 1754. Si tratta del Catasto Onciario nel quale sono riportati i nomi dei componenti ciascuna famiglia, incluse le persone che vivevano stabilmente con essa, e le rispettive rendite. La foto in alto è parte del foglio del Catasto Onciario della Città di San Marco riguardante Anna Storino, vedova trentenne di Gaetano Spagnuolo, madre di Andrea e Giovanni, rispettivamente di dieci e otto anni. Con Anna vive anche una sorella maggiore di nome Teresa. Si tratta quindi di persone nate nella prima metà del Settecento, anche se non sappiamo se a San Marco o altrove. Nel documento sono elencati i beni che la famiglia possedeva e vale la pena trascriverli perchè da essi si scopre non solo lo stato economico della famiglia, ma anche i nomi dei luoghi e alcuni usi e privilegi del tempo. Iniziamo a leggere il primo rigo, quello che contiene l'intestazione catastale (le lettere entro parentesi non sono riportate nel testo originale, trattandosi di parole abbreviate): Anna Storino Ved[ov]a del q[uonda]m (in latino quondam significa una volta, un tempo, e corrisponde al nostro fu) Gaetano Spagnuolo. Dopo i nomi, il rapporto di parentela e l'età dei conviventi, è scritto: Possiede casa propria,ove abita nel quartiere d[etto] la Judeca giusta (confinante) la strada pubblica, e quella del d[ottor] fisico (medico) D[on] Dom[enic]o Costarelli, e ne paga censo perpetuo a questo V[enerabi]le Ospedale annui carlini trenta cinqueSul retro della pagina sono riportate le spese da dedursi: once 3:10 per un censo perpetuo di dieci carlini pagato alla Confraternita di Sant'Antonio once 4 per un censo perpetuo di dieci carlini pagato alle Reverende Monache di Santa Chiara once 0:20 per un censo perpetuo di due carlini pagato a Don Pietro Amodei once 4 per un censo redimibile di annui carlini dieci pagato a Don Michele Campolongo fino alla restituzione Da tutto ciò sappiamo che Gaetano Spagnolo, marito di Anna Storino, e padre di Andrea e Giovanni, coltivava a proprio uso e consumo alcuni appezzamenti di terra nelle contrade Sciulli, Rupi e Pellara, pagandone un censo. Dai documenti successivi sappiamo che il piccolo Andrea si sposerà con Teresa Lauria, avrà un figlio che chiamerà Francesco, il quale si sposerà con Maria Teresa Famulo generando quattro figli, di cui ... Beh, sarebbe lungo elencare tutto l'albero che ne segue. Basterà dire che tra i discendenti c'è la bambina di cui ho parlato all'inizio della storia, una mia antenata di nome Innocenza, la bisnonna materna per l'esattezza, un signore di nome Roberto venuto dal Brasile per vedere i luoghi in cui nacque il nonno, gli attuali portatori del cognome Spagnolo, tra cui tre miei ex alunni, e che i luoghi citati, gira e rigira, sono gli stessi che ancora oggi percorrono i discendenti di questo antico albero. Una piccola considerazione a conclusione di questo viaggio a ritroso nel tempo: tra i proprietari confinanti compaiono, oltre ai nomi di persone dei terreni, appartenenti a dei ... Benefici. Chi erano costoro? Non sono apparentemente persone, ma si tratta di Benefici ecclesiastici, ovvero, per dirla in parole povere, il più delle volte erano quegli altarini (talvolta cappelle) distribuiti lungo i lati delle chiese, dedicati a questo o quel santo e dati in uso ai vari canonici che vi potevano celebrar messe per le anime dei defunti. San Marco Argentano, 31 ottobre 2020 Paolo Chiaselotti Vedi anche albero genealogico Spagnuolo |
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