PICARELLI Il cognome di cui parlerò non è molto diffuso a San Marco, dove comparve agli inizi dell'Ottocento con alcuni nuclei familiari provenienti da Cetraro. Alcuni di essi si sono estinti nel corso del secolo, come, ad esempio, quello cui apparteneva il segretario comunale Giuseppe Picarelli che nel 1862 fu sequestrato dalla banda Rosacozza Franzese al ritorno dai bagni termali di Guardia. Il ceppo maggiore è quello da cui discendono i signori ritratti nelle due foto. Questo ceppo ha origini nel centro costiero tirrenico, da dove giunsero nel 1823 Giuseppe Picarelli, muratore (ma a Cetraro svolgeva anche il mestiere di calzolaio), la moglie Maria Rosa Fragale, anche lei appartenente ad una famiglia di muratori, e quattro figli ancora piccoli. L'anno successivo nacque un altro figlio, Vincenzo, antenato diretto di uno dei due signori sopradetti, e dopo tre anni, Gaetano, antenato dell'altro. Per essere più precisi Vincenzo è il trisavolo dell'uno, Gaetano bisnonno dell'altro. Giuseppe e Maria Rosa ebbero in tutto otto figli, gli ultimi quattro nati nel quartiere Capo delle Rose. I maschi, oltre a Vincenzo e Gaetano, erano Francesco, primogenito che non si sposò e Raffaele che sposò una vedova quasi cinquantenne di Roggiano dove probabilmente si trasferì. Erano tutti muratori e tutti si sposarono a San Marco. Vincenzo (era nato nel 1824) sposò Maria Giuseppa Perrotta, figlia di un calzolaio con casa al quartiere Puzzillo (oggi via Tarrutenio). Ebbero quattro femmine e tre maschi, di cui uno, Giuseppe, diede origine ad un ramo tuttora presente a San Marco, l'altro, Francesco, ebbe prole che in gran parte emigrò. Gaetano, l'altro figlio di Giuseppe e Rosa Fragale, sposò la figlia di un sarto, e andò ad abitare a Capo delle Rose nel quartiere del Critè. Ebbe otto figli, di cui uno, Francesco, anch'egli muratore, è progenitore dell'altro ramo Picarelli, presente a San Marco. Sul finire dell'Ottocento troviamo le prime registrazioni di nati e deceduti in abitazione situata sulla cosiddetta strada nuova o del ponte Sacchini. L'altro ceppo da cui discendono i signori nella foto a lato, padre e figlio, proveniva anch'esso da Cetraro. Il cognome originariamente Picarella fu trascritto nei nostri registri nella forma attuale Picarelli. A San Marco si sposò nel 1824 una componente di questa famiglia, Luisa Picarella, nata a fine Settecento a Cetraro, da Antonio, usciere, e Maria Giovanna Marasco, ricamatrice, con un giovane sarto di Cervicati. Non sappiamo perchè Luisa si trovasse qui in quegli anni, ma è probabile che il padre abbia svolto funzioni di usciere presso la nostra pretura circondariale. Fatto sta che la coppia si stabilì a San Marco al quartiere Capo delle Rose, dove nacquero tutti i loro figli. La presenza della famiglia Picarelli si allargò con l'arrivo di un nipote di Luisa, Vincenzino, figlio del fratello di lei Pasquale, speziale e commerciante, il quale continuò ad abitare a Cetraro con la moglie. Giovannino, nato a Cetraro nel 1833, sposerà la cugina Maria Carolina e aprirà il primo locale pubblico per la vendita di caffè e liquori, che negli anni diventerà caffè Aita e poi caffè Renzelli. La coppia ebbe otto figli tutti nel quartiere Critè Capo delle Rose (negli ultimi anni chiamato via Meridionale), ma riteniamo che alla nascita dell'ultimo figlio, Giovannino, nel 1883, avessero cambiato abitazione trasferendosi alla cosiddetta via Occidentale, coincidente coll'attuale via Mirabello e dintorni. Proprio l'ultimo figlio, Giovannino, sarto, sposatosi con Ginevra Amedeo, anche lei sarta, darà origine alla famiglia cui appartengono i signori della prima foto, padre e figlio. Insomma, tirando le somme di questa carrellata su due famiglie sammarchesi con origini di Cetraro, possiamo ben dire che non mancavano di intraprendenza e soprattutto di una certa solidità economica frutto delle professioni svolte e dalle esperienze tramandate da generazioni. Paragonando quei tempi ai nostri c'è da dire che un muratore in verità era un imprenditore, un calzolaio un fabbricante di scarpe, un sarto un maestro con vari discepoli, il titolare di un bar in piazza Selvaggi, ... beh! a quei tempi era come essere proprietario di un caffè sul corso Telesio di Cosenza. Più dettagliate informazioni sulla genealogia delle famiglie si trovano sul sito L'Ottocento dietro l'angolo. San Marco Argentano, 20 settembre 2017 |
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