LO SARDO Voglio per prima cosa fare gli auguri agli sposi che hanno celebrato oggi 24 ottobre il loro matrimonio. Siccome le mie storie hanno sempre come tempo il passato, l'augurio arriva con qualche anno di ritardo: più di un secolo e mezzo -centocinquantre anni per l'esattezza- ma ho il vantaggio e il privilegio di formulare un augurio sapendo che si avvererà come di fatto si è avverato. Bella scoperta, direte voi: predire il futuro a chi è già defunto e del quale si conosce già ogni aspetto della vita! Avete ragione, ma se non mi fossi inoltrato come un gambero nel passato delle persone, oggi sapremmo ben poco della loro esistenza e, nel caso specifico, che il matrimonio di Carlo Lo Sardo e di Maria Rosaria Scalise fu fecondo e prodigo di affetti, almeno a giudicare dai figli, dai nipoti, dai pronipoti che fanno capo a questa felice coppia. E' indubbio che i legami ... Ma tu guarda la coincidenza di questo termine con i Lo Sardo! Devo necessariamente interrompere il racconto per dirvi che Lo Sardo, originari di Cetraro, erano maestri nell'arte ... dei legami: erano infatti funai, cioè realizzavano funi, corde, cordicelle di ogni genere, quelle che oggi noi acquistiamo bell'e pronte, ma che allora bisognava realizzare partendo dal prodotto grezzo, la canapa. Insomma nel caso loro potremmo dire, parafrasando il famoso detto latino Nomen omen -ogni nome è un presagio- Cognomen omen. E già, perché il cognomen per i latini era il soprannome! Ritornando alla storia, Carlo Maria (questo era il suo nome completo) e Maddalena si sposarono il ventiquattro ottobre del milleottocentosessantatre, ed era anche un sabato, esattamente come oggi. Carlo Maria aveva da due settimane compiuto ventinove anni, essendo nato l'otto ottobre del 1834. Dove? Sotto le monache, per dirla alla maniera di allora, dove per monache si intendeva il convento di Santa Chiara, oppure, se più vi piace, nel quartiere della Giudeca, l'antico quartiere ebraico, zeppo di botteghe artigiane. Chi era Carlo Maria? Era l'ultimo di cinque figli -tra cui una femmina- di Francesco Lo Sardo, funaio, nato nel 1789, l'anno della Rivoluzione francese, e di Maria Maddalena Siciliano, entrambi di Cetraro. Chi cercasse, oggi, le origini dei tre ceppi Lo Sardo della nostra città, sappia che tutti e tre hanno in comune gli antenati nei predetti Francesco e Maria Maddalena. Ritornando al nostro Carlo e a Maria Rosaria, vi dirò che cosa accadeva in quegli anni a San Marco Argentano, giusto per darvi un quadro d'insieme degli eventi di cui furono diretti testimoni, da quelli più insignificanti, da notizia del giorno, del tipo: Sai chi si è sposato oggi? a quelli più notevoli, come: Che ci fanno tutti questi soldati a San Marco?! Per rispondere alla prima domanda, vi posso assicurare che il giorno in cui Carlo e Maria Rosaria si sposarono nessuno pianse la morte di un congiunto e nessuno si rallegrò per la venuta al mondo di un nuovo nato; per dirvi che non morí né nacque alcuno a San Marco Argentano. Solo un'altra coppia convolò a nozze, ma il loro destino non fu altrettanto felice. Mentre, per quanto riguarda la seconda domanda che correva in quel giorno sulla bocca degli abitanti, allarmati per la presenza di soldati a cavallo, questa è la risposta che vi avrebbe dato il sindaco: Bisogna impedire che il brigantaggio riprenda piede dopo le dure repressioni del colonnello Fumel. Proprio agli inizi di quell'anno, il 1863, il comune di San Marco Argentano aveva dato la cittadinanza onoraria al colonnello, il cui nome era temuto al punto da definire "nu Fumaru" una persona priva di umana pietà. Gli altri, quei concittadini di Francesco che non si ponevano questa domanda, o erano interessati a fornire alloggio alle truppe, o erano impegnati ad ottenere una delle tante quote demaniali che videro un boom di assegnazioni proprio in quell'anno. Gli sposi andarono ad abitare in uno dei più popolosi ed estesi quartieri di San Marco, quello denominato di Sant'Antonio Abate, o Sant'Antuonu -il santo del fuoco e del porcellino- in una via che qualche decennio dopo sarà chiamata via Meridionale. Lí nacquero i loro sei figli, tre maschi, di cui il primo morto prematuramente, e tre femmine. Come si usava allora, e si usa tuttora, tranne alcune intrusioni di nomi di calciatori, attori, cantanti e presentatori, al primogenito o ad uno dei figli veniva dato il nome dell'avo paterno, e così un figlio di Carlo si ritrovò a far ... le veci del nonno. Gli portò bene. Nato nel 1870, quando l'Italia si completava attraverso l'annessione dello Stato pontificio, formerà una famiglia ricca e unita, dove per ricca intendo, ovviamente, quel che più conta: i sentimenti, ma forse anche quel poco di benessere derivante da un lavoro prezioso e insostituibile, quello del muratore. Francesco scelse, guarda caso come il nonno, una sposa con lo stesso nome della nonna, Maddalena -Maddalena Sarpa- dalla quale ebbe dieci figli e tra questi ... l'ennesimo Carlo! A dire il vero di Carli ce ne furono due, dato che il primo non era sopravvissuto, qualche anno più tardi, nel 1912, il nome del nonno Carlo tornò a farsi vivo. Non fu un bell'anno, a livello nazionale: era in atto la guerra dell'Italia contro l'impero ottomano, la cosiddetta guerra di Libia. In quell'anno se ne parlava anche a San Marco, da dove partirono tanti giovani sammarchesi. Certamente se ne parlava nelle botteghe e nelle piazze, con un forte sentimento di orgoglio, visto che ad affondare sette cannoniere turche e a catturare uno yacht nella battaglia navale di Kunfidah era stato il capitano di fregata Osvaldo Paladini, che era nato a San Marco nel 1866, nel palazzo De Pasquale, poi Pizzuti-De Pasquale. Era sulla prima pagina sulla Domenica del Corriere, era proprio lui, il figlio di don Luigi, l' apprezzaturu 'i Rugianu, sulla prua di un battello mentre sventolava la bandiera italiana. Diventerà ammiraglio. Ma si pianse amaramente quando, nel 1914, scoppiò la prima guerra mondiale. Francesco e Maddalena in quell'anno ebbero il loro decimo ed ultimo figlio, Elio Egidio. La storia dei nomi e del loro succedersi non finisce qui: continuerà negli anni successivi fino ai nostri giorni, in un alternarsi di passato e presente che ciclicamente si ripetono. La figura in divisa è quella di Francesco, il Lo Sardo nato ... sulla breccia di Porta Pia, e fu scattata nel 1891 a Reggio Calabria, dove Francesco, ventunenne, prestava servizio di leva nel 93° Fanteria "Messina". San Marco Argentano, 24 ottobre 2020 Paolo Chiaselotti Nella foto in alto Francesco Lo Sardo (1870-1945) figlio di Carlo - Vedi anche albero genealogico Lo Sardo |
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