INDICE GENEALOGIE
Foto dei coniugi Salvatore Falbo e Giuseppina Fera (per gentile concessione degli eredi prorietari) Il cognome Falbo riporta alla mente il colore del manto che caratterizza una particolare razza di equini, oggi più accostabile ad un grigio leggermente ambrato, ma un tempo, giusta l'etimologia della parola, ad un giallo abbastanza acceso con riflessi rossastri. Potremmo spaziare tra falbo, falvo, fulvo, fulgente e sconfinare oltralpe nelle 'fauves' francesi, e resteremmo sempre in argomento. Falbo, per quanto non più usato, era una parola italiana che indicava questo particolare tipo di colore. Non saprei dire se qualcuno dei Falbo di cui traccerò lo sviluppo 'dinastico' abbia conservato quel colore che fu all'origine di un appellativo dato ad un suo lontano progenitore, non sappiamo se germanico, franco o latino, ma se dovessi accostare il giallo fiammeggiante ad alcuni dei Falbo che ho conosciuto lo farei in relazione ad una loro precipua attività, ovvero quella di fabbro-ferrai o di forgiari per meglio esprimere la capacità di forgiare il metallo alle esigenze del committente, o per altri all'arte della mascalcia visto che alcuni sapevano ferrare gli animali. Insomma, nell'uno e nell'altro caso questo cognome può bene adattarsi alla fucina con i suoi riverberi. Leggendo i vari documenti dello stato civile di San Marco e di Paola, da dove i Falbo provenivano, troviamo che quasi tutti i membri svolsero questa attività e che in origine gli antenati erano calzolai, un mestiere che per così dire 'calza' alla perfezione con l'etimologia del cognome, visto che il 'corame' o cuoio altro non era che il mantello degli animali. Un'altra caratteristica dei Falbo, almeno di quelli che ho conosciuto, era la passione per il rosso, sia con riferimento alle propensioni politiche che al buon vino, ma senza mai eccedere nell'uno e nell'altro versante (il vino si versa). Inutile dire che per la professione che esercitavano anche una semplice stretta di mano lasciava il segno. Erano di poche parole, anche perché i colpi di mazza si sovrapponevano ad ogni altro suono. Ovviamente questi sono i miei ricordi e le mie personali considerazioni su una 'famiglia' che è stata indubbiamente protagonista della storia socio-economica e politica di San Marco. Quando ho parlato di sviluppo dinastico tra virgolette, non ho scelto l'aggettivo per fare dell'ironia, ma per evidenziare il senso di appartenenza ad un ceppo comune che caratterizzava i suoi vari membri, al punto che tale stretto legame era espresso nei loro confronti con l'uso dell'articolo plurale dinanzi al cognome, i Falbo, per indicare la genericità dei suoi componenti. Mi rendo conto che è la prima volta che mi capita di fare una sorta di panegirico intorno ad un cognome, ma, come ho spiegato in un'altra storia, ogni cognome si lega a ricordi e a sollecitazioni diverse, non escluse quelle derivanti dal suono stesso, dall'etimologia, dall'accostamento a immagini simboliche ecc. C'è, infine un altro aspetto che è legato strettamente a questo cognome e alla sua 'predominanza' fisica e sociale ed è il prevalere dell'elemento maschile. Per quanto io ricordi i Falbo erano tutti maschi (il che non è vero, ovviamente), forse per il mestiere, forse per la virilità dei tratti che variavano dalle linee marcate del volto alle espressioni naturalmente accigliate. Un esempio di questo carattere dominante è rappresentato dalla foto in alto: lui è Salvatore Falbo, un forgiaro, lei, Giuseppina Fera, una 'gentildonna' appartenente ad una famiglia di più antica e nota famiglia. Le differenze sociali un tempo avevano il loro peso, che le doti e l'origine familiare accrescevano in talune circostanze, finanche con il cognome materno usato come riferimento familiare al posto di quello del marito. Ma, al contrario di altri casi, con Salvatore non funzionò e l'illustre casato dei Fera finì per accrescere la famiglia acquisita di una consistente truppa di undici piccoli Falbo. Oggi, a distanza di oltre un secolo, le cose sono cambiate e a quanto mi risulta, anche dai contatti con discendenti che vivono all'estero, la 'forgia' è passata di mano, nel senso che sono le donne a mostrare la loro predominanza sociale. In basso l'albero genealogico dei Falbo di Paola e di un ceppo proveniente da Rovito oramai scomparso. Le notizie storiche sul cognome Falbo sono pubblicate sull'Ottocento dietro l'Angolo (clicca qui: Falbo) S.Marco Argentano, 18 settembre 2024 Paolo Chiaselotti |
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