DE BIASE
A volte a scavare nelle storie che ciascuno di noi ha lasciato alle spalle si scoprono
trascorsi e legami che ignoravamo del tutto. C'è chi è curioso e chi
non ha assolutamente alcun interesse per il passato, compreso il proprio. Non reputo
l'uno migliore dell'altro, dico semplicemente che il passato non appassiona tutti,
e principalmente coloro che vogliono dimenticarlo o nasconderlo per tutta una serie
di motivi.
Dico, però che nella nostra storia c'è sempre qualcosa di "epico"
se paragonato al nostro presente: il nonno che fece la guerra, la nonna che ricamò
per tutta una vita, antenate che partorirono in aperta campagna, chi attraversò
a piedi l'Italia e via dicendo.
L'occasione di oggi è una piccola campagna di scavo genealogico che mi ha
permesso di scoprire attraverso un matrimonio tutta una serie di storie legate in
qualche modo ai protagonisti e apprese casualmente dai racconti che mi hanno fatto
persone che tra loro non si conoscono, nè sanno di avere vicende e legami
parentali o di affinità.
Siamo alla fine del secolo diciannovesimo. È la sera del ventisei agosto.
Immaginate di essere tra gli invitati alle nozze di Luigi De Biase e di Maria Carmela
Serafina Russo. La sposa ha compiuto diciotto anni da alcuni giorni, lo sposo è
un vigoroso giovane che da almeno un decennio lavora nei campi (io lo immagino con
un bel paio di baffi spioventi). Siamo in contrada Fruscette.
Faccio io le presentazioni visto che per la maggior parte di voi sono dei perfetti
sconosciuti e lo faccio alla maniera di allora. Lui è figlio di Antonio quello
dei Biase di Facicchio, la mamma è dei Ferrante, la sposa è dei Russo
di Valle Vecchia, il padre Raffaele è in America, la mamma è "
ghiegga",
di Mongrassano.
Ma mentre vi parlo dei nomi e delle origini mi scatta immediatamente un collegamento
tra il cognome della madre dello sposo e la località Facicchio. Entrambe
mi portano in Brasile da dove qualche decennio fa mi era giunta una richiesta di
informazioni. Chi mi scriveva era autrice di telenovele, lei stessa coinvolta in
una storia tragica e dolorosissima. Controllo le origini: si tratta degli stessi
Ferrante.
E ancora. Il nome Luigi mi riporta alla memoria una storia inverosimile, alla quale
io ho involontariamente contribuito. Questa volta non è una richiesta, ma
un richiamo ad una mia dimenticanza. Non ho scritto un nome nell'albero genealogico.
Non è una semplice dimenticanza ma la scoperta di una pagina di vita ignorata.
Da me, ma soprattutto da chi l'ha vissuta! Potete trovarla su questo stesso sito,
se vi va di leggerla.
Posso continuare. Conosco alcuni De Biase. Uno di loro mi narra una storia che contiene
dieci storie, che lui ha pazientemente raccolto e messo assieme. Io penso a quante
persone si incontrano, senza sapere che qualcosa le lega in qualche modo, o per
origini comuni o per eventi che hanno riguardato i loro predecessori.
Osservo infine l'albero sottostante del ceppo De Biase. È unico, in quanto
altri De Biase si estinsero nel corso del diciannovesimo secolo. Vedo i legami di
affinità con altre famiglie come Rocco e Renzelli. Altre occasioni per raccontarvi
altre storie. Andrei oltre i termini che mi sono prefisso. Un'ultima occhiata all'albero.
Congratulazioni a Domenico e Angiolina: tredici figli e tre coppie di gemelli, nel
quartiere di Santa Caterina, vicino via Duca degli Abruzzi.
San Marco Argentano, 26 agosto 2018
Paolo Chiaselotti