Sono sicuro che la curiosità di scoprire cosa c'entri San Marco con il famoso tombeur de femmes veneziano è l'unico motivo che ha spinto la maggior parte dei visitatori ad aprire questa pagina. Penso addirittura che qualcuno stia chiedendosi se Giacomo Casanova sia passato per il nostro antico borgo e finanche se l'impenitente seduttore abbia lasciato traccia del suo passaggio nel nostro territorio, profanando talami nuziali o godendo degli ardori di qualche illibata sammarchese. Non posso che congratularmi con codesto lettore per la sua fervida incursione, e poiché egli ha avuto la bontà di continuare a leggere questa pagina, voglio premiarlo dandogli una notizia che sicuramente lo farà sobbalzare dalla sedia. Ebbene sì, a San Marco fu addirittura registrata una nascita con cognome Casanova! E qui mi fermo lasciando che ognuno possa desumere quel che gli pare. Incapace ormai di pruriginose visioni, sono rimasto attratto non dal cognome appena citato, bensí da un nome scovato nell'archivio delle ricorrenze, cioè in quel passato nel quale mi immergo periodicamente in maniera gioviale. La particolarità del nominativo è stata la prima cosa che mi ha colpito, un nome ed un cognome pressochè identici o per meglio dire un nome seguito da un patronimico di se stesso: Bernardino de Bernardis. Chi si intende un poco di cognomistica sa che quel de Bernardis ai tempi nostri sarebbe stato registrato come Bernardi, per cui il signore si sarebbe chiamato, senza il diminuitivo, Bernardo Bernardi. Chi, andando un po' oltre questo banale accostamento, ha qualche conoscenza della storia calabrese, potrebbe aver sentito dire o, ancor meglio, letto da qualche parte che Bernardino de Bernardis fu un vescovo vissuto nel Settecento, e precisamente il vescovo di Martirano, un'antica e storica sede episcopale. Oggi è fin troppo facile sapere il seguito della mia curiosità riguardo questo nominativo, per cui non mi dilungo nel narrare fatti che lo riguardano, tranne uno che è all'origine della altrui pruriginosa voglia di scoprire che cosa io tardi a svelare. E perchè. Le cronache riportano -a me era giunta solo una lontana eco occasionale- che il vescovo Bernardino de Bernardis nominò suo segretario nientemeno che il giovane Giacomo Casanova, pare per ricambiare un presunto interessamento della madre del promettente giovane nella nomina a Vescovo (ah, le mamme, cosa non farebbero per i propri figli!). E qui mi tocca fare una doverosa precisazione: la persona che ha attirato la mia attenzione, in tutto e per tutto omonima del vescovo, era un medico di Fuscaldo, lo stesso paese in cui era nato il prelato, con la differenza che quest'ultimo non si sposò nè ebbe figli, a quanto ne sappiamo. Inoltre il vescovo nel 1758 era defunto, mentre il medico omonimo nacque molti decenni più tardi ed ebbe quattro figli maschi e due figlie femmine. La lettura di quest'ultimo nominativo è stata, come avrete capito, la molla che mi ha portato all'immediato accostamento con l'altro ben più noto personaggio. Dove io abbia letto il suo nome -anche questo l'avrete capito- è l'archivio dello stato civile di San Marco Argentano e precisamente l'atto di matrimonio di una sua figlia con un capostazione di Corigliano Calabro. A San Marco visse anche un'altra figlia, Filomena, sposata con un commerciante del luogo, Camillo Albano, morta proprio il 20 maggio di sessantacinque anni fa all'età di 84 anni. La domanda che mi sono posto, a conclusione di tutta questa storia, è se tra i due omonimi ci fosse un legame di parentela, e la risposta ritengo sia affermativa, perchè negli anni a cui mi riferisco, l'Ottocento, in un piccolo ma importante centro come Fuscaldo, nessuno avrebbe osato dare al proprio figlio il nome di un vescovo se non per comune appartenenza familiare, in considerazione che si trattava di un nome poco frequente. È curioso scoprire che l'esistenza di un vescovo sia testimoniata non tanto dai suoi scritti, quanto da un episodio, non sappiamo neppure se veritiero, narrato da Giacomo Casanova nelle sue memorie, e del resto il mio stesso racconto di oggi conferma questa incongruenza: la semplice lettura del nomitativo Bernardino de Bernardis ha fatto scattare il collegamento con Giacomo Casanova. A questo punto l'ipotetico, curioso e fantasioso lettore, potrebbe chiedermi: ma Casanova, a San Marco, lasciò anch'egli traccia della sua presenza? Ed io gli potrei tranquillamente rispondere: non posso negarlo, ma non basta che io abbia trovato una registrazione di nascita con questo cognome per affermare che vi sia stata una qualche scorribanda dell'avventuriero veneto. Posso invece affermare che spesso mi sono imbattuto in registrazioni di nati abbandonati sui sagrati delle chiese o dinanzi agli usci delle case. Di queste creature nate da madri sconosciute, l'ufficiale dello stato civile registrava l'esistenza con nomi e cognomi rispondenti al suo arbitrio e all'estro del momento. Non saprei dirvi perchè ad uno di questi funzionari sia venuto a mente di attribuire il cognome Casanova ad un infante innocente. Forse ignorava la scarsa considerazione che Giacomo Casanova aveva della Calabria e dei calabresi e attribuiva all'impostore più meriti che difetti. Purtroppo la storia a volte premia proprio gli impostori facendoli diventare punti di riferimento delle vicende umane e questa pagina ne è una prova. Fortunatamente, però esistono gli storici, gli studiosi della storia, che provvedono a rimettere le cose a posto. E nel caso che ci riguarda ci hanno pensato Francesco e Roberto Musì con il loro libro "Bernardino De Bernardis. Vescovo calabrese europeo (1699-1758)" Pellegrini editore, Cosenza, 2009, da cui abbiamo tratto l'immagine di apertura. San Marco Argentano, 20 maggio 2020 Paolo Chiaselotti |
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